fumo di londra (1966)

Il buon vecchio Albertone è sempre simpatico e qua all'esordio ha il pregio di mostrare la società inglese e il progressismo giovanile, ma per il resto il ritmo blando e la durata piuttosto lunga non si addicono ad una commedia che per quanto discretamente girata risulta in fin dei conti piuttosto noiosa purtroppo.

Togli Sordi (che meraviglia!!), un "fumo" di Londra e di pellicola!

L'esordio di Alberto Sordi come regista non mi è sembrato di quelli col botto. D'altronde la carriera di Sordi dietro la macchina da presa indubbiamente non è stata all'altezza di quella d'attore e questo FUMO DI LONDRA non ha grandi meriti da evidenziare o originalità da mostrare, visto che mi ha ricordato un film interpretato dallo stesso Sordi nel 1963 dal titolo IL DIAVOLO.
Questo esordio lascia abbastanza indifferenti sia per la storia in sè e sia per la poca voglia di suscitare interesse e soprattutto simpatia, cosa che all'Albertone nazionale non difetta, rimanendo nel mezzo tra una cartolina e una didascalica presentazione dell'italiano all'estero.
Decisamente mi aspettavo di meglio.

Il peggior film di Alberto Sordi, davvero deludente. Non lo avevo mai visto tutto. Ho comprato il DVD restaurato e ho tentato di guardarlo... con uno sforzo enorme sono arrivato alla fine: deludente come pochi, pieno di stereotipi, girato malissimo, con gag indegne di Albertone (pessimo regista, fra l'altro). Non è lo stesso attore che aveva appena fatto nando Meniconi, e che sarà ancora il Marchese del Grillo... .

Piuttosto deludente.
La smodata passione di Dante Fontana verso gli inglesi, che lo porterà a visitare Londra rimane ingiustificata quindi inverosimile. Sordi non approfondisce la psicologia del suo personaggio e la figura dell'italiano che ne esce è piuttosto triste.
Il film nella prima parte (arrivo a Londra) risulta noioso in quanto carente di dialoghi ai quali si è preferito l'utilizzo eccessivo della colonna sonora di Piccioni. Il montaggio è un po' approssimativo.
Qualche scena fa sorridere e Sordi è comunque bravo ma mi aspettavo di più.

Solita commedia all'italiana, autogiustificatoria e deprimente, che discredita nel mondo l'italiano credulone e invasore della vita privata altrui.

Passioni inverosimili, senza peso e spessore psicologico, tragiche realtà dell'italiano anni '60, mammone e sessofobico con tratti di perversità dichiarata.