Un operaio, Bill, ricercato per omicidio si fa assumere con la sua ragazza in una fattoria, dove si spacciano per fratelli. Il proprietario si innamora della ragazza e la chiede in sposa: la ragazza, spinta da Bill che vuole approfittare della situazione, accetta, ma il rapporto tra i tre avrà esiti tragici...
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Uno dei triangoli amorosi più appassionanti, profondi e tragici della storia del cinema. La sceneggiatura è semplice ma con sviluppi, dialoghi e personaggi definiti alla perfezione, mentre gli attori sono uno più bravo dell'altro; a renderlo però un quasi capolavoro, senza nulla togliere alle qualità appena menzionate, è proprio la regia ammaliante e ricercata del suo regista Malick: impossibile non rimanere stupefatti dalla rappresentazione ottimale del contesto storico ed in particolare dalle incantevoli inquadrature che accentuano alla perfezione un paesaggio magnifico a far da sfondo silenzioso all'intera vicenda. Lo score di Morricone, ancora una volta impeccabile, completa il quadro in maniera egregia. Toccante ed emotivo sotto il profilo contenutistico, ma una vera opera d'arte a livello estetico: ogni scena ha motivo di esistere, non si cade mai in compiacimenti di sorta , e sequenze come quella dell'invasione di cavallette o del raccolto che brucia non si dimenticano con facilità; Malick è decisamentemente uno dei pochi registi ad essere riuscito a trovare una così perfetta simbiosi tra storia ed immagini, su questo non ci piove (a mente, l'unico altro regista ad essere riuscito in tale impresa, almeno in quegli anni, è il dimenticato Cimino, vedasi "Una Calibro 20 per lo Specialista" e "I Cancelli del Cielo").
Lento certo, ma emozionante come non mai e totalmente privo di momenti di stanca. Visto una decina di volte, la sua bellezza non smette mai di rapirmi.
Quarant'anni suonati, fascino intatto. Da non perdere.