il fotografo di mauthausen (2018)

Rispetto ad altri film sui campi di concentramento offre un'angolazione particolare. I prigionieri non sono ebrei ma spagnoli della guerra civile deportati e spogliati della propria cittadinanza dalla loro nazione d'origine ed il valore della fotografia che viene dato dalle parti. Per il protagonista la fotografia è testimoinianza reale dei fatti e la sua importanza è proprio nel conservare e diffondere all'esterno gli orrori del campo. Dall'altra è il mezzo espressivo di autosoddisfazione dei gerarchi nazisti, un modo rendere teatrale la realta tragica del campo. Quello che manca è l'affrancarsi da formule già riviste per film del genere, tipo Il figlio di Saul, ma comunque la solidità dell'impianto e la buona prova di Casas lo rendono meritevole della visione anche perchè si tratta di una storia vera.