il maschio e la femmina regia di Jean-Luc Godard Francia 1966
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il maschio e la femmina (1966)

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locandina del film IL MASCHIO E LA FEMMINA

Titolo Originale: MASCULIN FÉMININ

RegiaJean-Luc Godard

InterpretiChantal Goya, Jean-Pierre Léaud, Michel Debord, Francoise Hardy, Catherine-Isabelle Duport, Brigitte Bardot, Marlène Jobert

Durata: h 1.50
NazionalitàFrancia 1966
Generedrammatico
Al cinema nel Settembre 1966

•  Altri film di Jean-Luc Godard

Trama del film Il maschio e la femmina

Diviso in 15 capitoli, ma narrativamente destrutturato, è un film sui giovani, 'i figli di Marx e della Coca-Cola': Paul (J.-P. Léaud) cerca lavoro, ha interessi sociopolitici ma non è militante come il suo amico Robert (M. Debord). Conosce Madeleine (C. Goya) che vorrebbe diventare una cantante e le sue amiche Catherine (C.-I. Duport) ed Elizabeth (M. Jobert).

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Voto Visitatori:   7,79 / 10 (7 voti)7,79Grafico
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Voti e commenti su Il maschio e la femmina, 7 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

Thorondir  @  28/02/2023 12:22:13
   8 / 10
È un film che anticipa temi, toni e anche struttura di "Due o tre cose che so di lei": Godard frammischia fiction e documentario ma con un obiettivo unico, quello di raccontare un periodo di grande cambiamento giovanile (siamo poco prima del '68 ma arrivano già i fermenti delle contestazioni studentesche dagli Usa). Il racconto dell'innamoramento di Paul di Madeleine si affianca all'attività politica dello stesso Paul e del suo amico. Godard si chiede come i giovani vivono questo momento di cambiamento, come ne viene influenzata la politica e la militanza, come mutano i rapporti dei giovani con il sesso. Ne viene fuori una fiction-documentario che risce a trovare momenti di sferzate politiche ma anche altri di ilarità e anche di affresco amoroso intimo (e doloroso, soprattutto nella figura di Paul). In questa generazione "Marx e Coca Cola" le donne appaiono più inclini alla Coca Cola, gli uomini a Marx: in realtà, però, contrariamente alle infondate accuse di misoginia, Godard ci dice che è la struttura sociale che spesso determina gli atteggiamenti. Emerge quindi un comune quadro di precarietà e sfruttamento, maschile e femminile.

Oskarsson88  @  05/05/2021 19:48:13
   7½ / 10
Veramente irriverente e sbarazzino questo Godard che ci tratta temi come i rapporti maschio / femmina ma anche le tematiche del capitalismo, del consumismo e della militanza politica rivoluzionaria e contro le guerre. Intriso di estro e trovate geniali come sempre ma meno faticoso da seguire rispetto ad altri suoi lavori intellettuali.

7219415  @  05/05/2021 00:35:18
   8 / 10
Tuttopazzo sto Godard

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR jem.  @  03/04/2013 23:50:41
   9 / 10
Attualissimo questo film di Godard. I 15 fatti precisi che compongono i film rappresentano attraverso uno stile del tutto scomposto la banalità e la solitudine che investono il mondo odierno.
Tanti cuori per Jean-Pierre Léaud.

Gruppo REDAZIONE amterme63  @  23/02/2013 15:32:54
   7 / 10
I film del primo Godard sono decisamente noiosi, però sono fatti molto bene, ricchi di spunti di riflessione. Non sono film-racconto, sono film-conoscenza, film-approfondimento di una certa epoca, di una certa tipologia di persone (i giovani francesi degli anni '60). Sono film approfondimento anche sull'arte stessa, sulla sua natura, essenza e funzione. L'intellettualità di questo film e degli altri di Godard è comunque funzionale, mai fine a se stessa. E' lo specchio di un'epoca e di una generazione che amava molto riflettere e approfondire.
Anche stavolta purtroppo ho dovuto fare i salti mortali per tenere gli occhi aperti (lo so, è colpa mia che guardo questi film alla fine di un'intensa giornata di lavoro). Riflettendoci sopra adesso a mente fredda mi rendo conto che anche "Masculin Feminin" è una piccola opera d'arte. Prima di tutto lo stile. Nessun regista come Godard riesce a rendere in maniera così perfetta su pellicola la normale vita ordinaria, con i caffé, i vetri appannati, i discorsi della gente, i rumori di fondo. Nessuno porta così bene sullo schermo la spontaneità diretta del personaggio, con quelle lunghe inquadrature fisse che non si fanno sfuggire neanche un sorriso, una piccola espressione, un gesto meccanico. Poi i lunghi dialoghi-interviste, i discorsi che rivelano i gusti, i pensieri, i caratteri dei personaggi-modello sociologico. Sì, perché i suoi film sono piccoli spaccati-studio della società parigina anni '60. "La generazione di Marx e della Coca Cola", la frase non poteva essere descrizione migliore dell'umanità e dell'ambiente rappresentati in questo film del 1966.
Sullo sfondo l'eterno tema del primo Godard: l'impossibilità per un giovane uomo e una giovane donna di intendersi, di formare una vera unione, una coppia salda. Anche qui i soliti tira e molla continui con tragedia finale. Per la prima volta in un film di Godard fa la sua apparizione l'omosessualità, trattata comunque in maniera neutra (come del resto tutto quello che avviene nelle sue storie, in quanto tutto è in ogni caso degno di rappresentazione estetica).
Un bell'omaggio alla gioventù francese degli anni '60, da gustare in maniera estetica, ammirando la fine arte dietro le immagini nella loro successione. Un plauso a Léaud, grande attore, splendida ed emotiva la sua interpretazione di Paul.
Nonostante ciò rimane comunque un film impegnativo, quasi impossibile da seguire a mente spenta.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Freddy Krueger  @  16/06/2012 11:40:58
   7 / 10
Solo la fugace presenza di Françoise Hardy mi ha spinto a vedere questo film... peccato però che si vede solo per un secondo, senza mostrare il volto o far sentire la sua voce. -.-
Pazienza.

Un Godard analitico, innovativo. Solo per chi conosce la Nouvelle Vague, gli altri lascino pure stare.
E poi c'è Jean-Pierre Léaud. Più commenti quindi, please.

Gruppo REDAZIONE maremare  @  20/02/2007 09:08:04
   8 / 10
la destrutturazione del cinema ebbe inizio con godard.
questo film ne è un fulgido esempio.

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