In seguito ad un problema tecnico, il personale di un'astronave si trova ad atterrare su un pianeta dove le scimmie sono la specie dominante, e gli esseri umani sono selvaggi asserviti ai primati.
Sei un blogger e vuoi inserire un riferimento a questo film nel tuo blog? Ti basta fare un copia/incolla del codice che trovi nel campo Codice per inserire il box che vedi qui sotto ;-)
Ammetto che, fino a qualche settimana fa, ero piuttosto freddo nei confronti di questa saga e di tutte le altre pellicole ad essa collegate, vedi il remake e i due reboot. Poi ho guardato quasi per caso "L'alba del pianeta delle scimmie" e la buona impressione fatta mi ha spinto a chiedermi se non fosse ora di affrontare la saga per intero... e perché non farlo partendo dal capostipite, a detta di molti vera e propria pietra miliare del genere? Sfruttando anche il consiglio di un utente eccomi qua.
Presenti SPOILER!!
Film semplicemente fantastico!! Sì, se dovessi riassumerlo in un solo aggettivo utilizzerei proprio questo. Ma sarebbe lo stesso riduttivo!! La pellicola di Schaffner, infatti, meriterebbe molto più che questo. Al di là dell'aspetto fantascientifico una cosa in particolare mi ha colpito, ed è l'inquietudine che riesce a metterti addosso. E senza bisogno di particolari sforzi... basta dare un'occhiata ai primi venti minuti, con i nostri appena precipitati sul nuovo pianeta e intenti a cercare di capirne qualcosa. Non succede praticamente nulla, eppure si percepisce lo stesso un certo disagio. Le inquadrature mirate a relegare gli uomini a semplici, minuscoli puntini circondati dalla natura selvaggia, il silenzio assordante che li accompagna... l'attesa di non sapere cosa troveranno. Tutto sembra in grado di intensificare questa sensazione. Per non parlare del momento in cui inquadrano gli spaventapasseri, quelle croci coperte da semplici pellicce che riescono chissà come a donare un tocco estremamente macabro alla fotografia... e sono solo rudimentali croci!! Ecco, questa a mio parere è una delle migliori scene dell'intero film, anche se non la migliore.
Poi ecco spezzarsi il silenzio! I tre astronauti non sono più soli, spuntano altri uomini... e un esercito di scimmie. La ripresa dell'attacco nel campo è un'altra di quelle scene difficilmente dimenticabili. Da qui in avanti qualcuno potrebbe pensare a un calo di tensione, del resto accade in molte pellicole in cui, dopo l'attesa iniziale, il livello inizia irrimediabilmente a scemare. Fortunatamente, però, non è questo il caso. Il film non perde un colpo anzi, l'entrata in scena delle scimmie e della "società" da loro formata da adito a parecchie riflessioni sia dal punto di vista politico che sociologico. L'unica differenza riguarda il totale ribaltamento dei ruoli tra esseri umani e animali (scimmie, per l'appunto); praticamente una società alla rovescia ma in grado lo stesso di affascinare e intrigare. E di far sorgere molte domane e dare il là a molteplici interpretazioni. Perché il loro eccessivo timore nei confronti dell'uomo? Cosa li ha spinti fino a quel punto? Come può il ministro della scienza essere anche quello della fede? Sì, insomma, si potrebbe star qui a discuterne per ore, ma il punto è un altro. Quando un film riesce a smuovere così tanti interrogativi e a toccare altrettanti ambiti senza perdere un colpo beh, non può che essere un grandissimo film. E questo, come già detto, lo è. E quel versetto letto direttamente dalle sacre pergamene su cosa rappresenta l'essere umano? Fantastico!! Per non parlare poi del finale, probabilmente uno dei migliori che abbia mai visto. Il busto della statua della libertà getta sulle spalle del povero Heston la verità tutta insieme. E il peso è troppo grande da sopportare, tanto da portarlo a crollare sulle ginocchia e maledire la sua stessa specie in una scena da brividi!!!
Spenderei due paroline anche per un cast che, tutto sommato, conosco poco. Sì, pare incredibile ma è così... Heston fin'ora non l'avevo visto che in poche pellicole e mi aveva tutt'altro che entusiasmato, vuoi anche per la qualità non certo eccelsa delle stesse. Qui, invece, regala davvero un'ottima interpretazione. Lo stesso per la coppia McDowall-Hunter, ovviamente irriconoscibili. Il primo già visto più di trent'anni prima diretto da Ford in "Com'era verde la mia valle", mentre la seconda credo per la prima volta, almeno andando a memoria. Una menzione anche per la Harrison, la quale, malgrado non dica una parola, riesce lo stesso a catalizzare l'attenzione su di sé, e non solo per la sua notevole bellezza. E comunque interpreta alla perfezione la sua parte.