Dorian Gray, giovane e bello, vive un'esistenza sregolata. Ama contemplare un suo ritratto e si accorge che, con il passare del tempo, l'espressione del volto nel quadro si fa dapprima più dura e poi sempre più orribile. Quando si innamora della bella Gladys e sa di esserne indegno, in un accesso di rabbia pugnala il quadro: muore, mentre il ritratto torna ai suoi tratti iniziali.
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Trasposizione del romanzo elegante ma troppo fredda ed illustrativa. Sebbene depurato delle allusioni omosessuali il film ha dalla sua una riuscita messa in scena, l’atmosfera cupa e la giusta attenzione all’inquietudine del protagonista. Purtroppo però il racconto è tedioso e didascalico, senza ritmo e tensione, spesso affidato ad una voce fuori campo che pare dica molto più delle immagini. Personalmente credo che Wilde sia sopravvalutato come artista, provocatore più nella sua vita privata che nelle sue opere.