kinky boots - decisamente diversi (2005)

Una sorta di favola e quindi come tale buonista, retorica e con una semplicità di fondo a rendere il tutto godibile senza troppa enfasi, nonostante la prevedibilità degli eventi.
Mi ha ricordato un po' pellicole come A WONG FOO, GRAZIE DI TUTTO! JULIE NEWMAR, per caratterizzazione dei personaggi e tematiche annesse.
Gradevole in maniera sufficiente, si lascia guardare e non annoia.

Commedia (drammatica) all'inglese e quindi senza gag o battute chissà quanto divertenti ma con una ironia soft abbinata a tematiche molto meno leggere...
Inutile però dire che il buonismo e i moralismi la fanno da padrone...la trama risulta piuttosto scontata e la visione ne perde in attenzione e divertimento...
Bravo Chiwetel Ejiofor ma al posto di Joel Edgerton avrebbero potuto usare un manichino!
La storia della fabbrica di scarpe in fallimento comunque è buona e la regia aiuta ad apprezzare quel lavoro di artigianato mostrando le fasi di lavorazione...
Alla fine dei conti non è un film indimenticabile ma la visione mi è piaciuta e mi ha fatto anche fare un paio di risate.

Passare dalla antica tradizione ad una innovativa produzione per salvare fabbrica, posti lavoro e soprattutto la propria dignità. Un uomo/donna, una donna, un uomo, un manipolio di uomini e donne, tutto messo a confronto in modo elegante e costruttivo. Alcuni momenti divertenti, ma soprattutto una bella commedia dal significato, se pur forse banale, ma azzeccato in pieno.

Ottime le interpretazioni dei protagonisti.

Commedia divertente ed originale, con qualche spunto di riflessione anche se elementare.
Bravissimo Ejiofor (a tratti mi sembrava di vedere il mitico Tim Curry di TRHPS!).
Azzeccatissimo ancorché prevedibile il finale.

Nick Frost (interprete del burbero operaio Don) è sempre un bel vedere: molto divertenti le scene in cui Lola gli si siede sulle ginocchia e quando lo sfida a braccio di ferro. Bravo Chiwetel Ejiofor: nei panni di Lola conferma le buone doti dimostrate in film come “Melinda & Melinda” e “Four Brothers”.

Non si rimane indifferenti all’aspetto umano di questo personaggio, sempre ben tratteggiato dall’attore, con le sue complicazioni e le sue incertezze, che sono poi anche quelle di molti altri protagonisti del film. La paura di integrarsi, massificarsi e non differenziarsi è costante, così come la voglia di emergere e affermare in qualche modo la forte personalità.
Sarebbe stata cosa gradita un ulteriore approfondimento tra i personaggi di Don e Lola, visto che fanno scintille quando entrano in contatto. Le questioni sulla ghettizzazione, il carrierismo a tutti i costi e sui contrasti da superare per diventare amici sono costantemente sottintesi.

Le insicurezze di Charlie rischiano di mandare all’aria l’intero nuovo progetto, appoggiato in questo da alcune banalità di sceneggiatura che non resistono alla tentazione di spiegarci il concetto una volta di più e di rincorrere troppo facilmente, e coi tempi sbagliati, le traversie amorose del protagonista.
A causa di questo, il film rimane un po’ lontano dal coraggio e dalla necessaria intraprendenza dimostrate da opere quali “Full Monty” e “Grazie, signora Thatcher”.

Il mondo delle Drag Queen, sempre vivace e dolce, non si differenzia molto da quello visto in tante altre pellicole e gli spettacolini non sono così eloquenti se non fosse per la buona musica che li accompagna. Scritta da Geoff Deane e Tim Firth, non si può dire che la pellicola manchi di tatto ma resta insicura, dato il suo allegro schematismo (“Together we are beautiful”).

Il film, dedicato agli uomini e alle donne della vera ditta “Kinky Boot” del Northamptonshire, ha vinto al MIFF (Milano International Film Festival) il premio per la Miglior Regia. Un po’ troppo per una direzione corretta ma non memorabile (leggi le insistenti inquadrature sui dettagli durante la fabbricazione delle calzature).

C'è veramente poco da ridere in questo filmetto che raccontando uno strano fatto vero cerca di far divertire il pubblico.Ma ci riesce poco,solo nella prima parte,e male per il resto del film.
Decisamente scadente il cast e ridicolo finale con sfilata!

Bello anche se una trtama abbastanza particolare

Ispirata a una storia vera è una commedia garbata ma fragile, ottimista e simpatica. Metafora sul mondo del cinema?

Julian Jarrold, ora nei cinema italiani con "Becoming Jane", esordì sul grande schermo con "Kinky Boots" commedia ambientata nella provincia inglese.
La storia ha come perno una fabbrica di scarpe, portata avanti dal lavoro di bravi artigiani che per non fallire cambiano lo stile della fabbrica aprendo i limitati confini della provincia al mondo scintillante delle drag queen.
La commedia, diretta con garbo, non ha nulla di originale nè di trasgressivo; la prima parte è piuttosto lenta e noiosa, la seconda si riaccende con un buon ritmo dato anche dalla colonna sonora.
Ottima prova per Eijofor, dimenticabili gli altri.

Davvero gradevole questa commedia in puro stile british realizzata dai produttori dell’altrettanto intelligente “Calendar girls”.
Si sorride spesso e di gusto,si affrontano temi importanti con delicatezza,certo a volte come spesso accade in questi prodotti si scade un po’ nel buonismo piu’ scontato,pero’ i personaggi sono talmente simpatici che si puo’ tranquillamente soprassedere.
Inoltre lo svolgimento della trama è ben ritmato,tutt’altro che noioso anche se è evidente dove il regista andra’ a parare.
Perfetti gli attori, con il monumentale Chiwetel Ejiofor perfetto nei succinti panni della drag queen,ma anche i comprimari paiono perfettamente in parte.
Bella la regia,non invasiva ma intelligente,supportata da scelte cromatiche perfette.

Una commedia che fa sorridere ma che fa anche riflettere!
La prima parte un pò troppo statica,al contrario della seconda,dinamica e movimentata. L'attore che fa la parte del drag queens è perfetto,mentre ho notato la poca espressività del proprietario della fabbrica.

Avete presente Priscilla? Ecco, scordatevelo.
sottotitolato "decisamente diversi" questa cosa non si può dire certo del film, zeppo dei più comuni stereotipi relativi alle commedie con protagonisti dei travestiti. Dopo 10 minuti si sa già praticamente tutto, finale compreso, ma nel complesso fa sorridere.
Inutile andare al cinema a vederlo dal momento che presto, vista la bassa percentuale di reale trasgressività, ve lo potrete godere in prima serata su italia 1.

ottimo...peccato la distribuzione scarsa della pellicola,ma il film è davvero bello!qualche piccola pecca sul finale e un pochino lento a partire,ma decisamente bellissimo il resto!