la caccia regia di Arthur Penn USA 1966
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la caccia (1966)

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locandina del film LA CACCIA

Titolo Originale: THE CHASE

RegiaArthur Penn

InterpretiMarlon Brando, Robert Redford, Jane Fonda, Angie Dickinson, Miriam Hopkins, Robert Duvall

Durata: h 2.03
NazionalitàUSA 1966
Generedrammatico
Al cinema nell'Ottobre 1966

•  Altri film di Arthur Penn

Trama del film La caccia

Bubber Reeves, evaso con un complice, resta solo e, nel tentativo di raggiungere il Messico, arriva dalle parti del suo paese d'origine. Qui sua moglie è divenuta l'amante di Jake, figlio dell'uomo più ricco del luogo. La sua presenza scatena i peggiori soggetti mettendoli sulle sue tracce. Solo lo sceriffo Calder cerca di mantenere l'uso della ragione, ma il suo intervento è inutile.

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Voto Visitatori:   7,82 / 10 (25 voti)7,82Grafico
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Voti e commenti su La caccia, 25 opinioni inserite

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topsecret  @  07/08/2022 14:43:38
   7 / 10
Credo di non aver mai odiato un film, e i suoi personaggi, più de LA CACCIA.
Un concentrato di sentimenti, tutti negativissimi, che mi hanno accompagnato nella visione, per la verità un po' prolissa, verso quasi tutti i personaggi presentati.
Una cittadina che è un coacervo di ipocrisia, razzismo, arroganza, lussuria e tante altre zozzerie, raccontate abbastanza bene da Penn, seppure con qualche ingenuità in alcuni momenti, e interpretate al meglio da un grande cast, tutti molto calati nel ruolo.
Un film che di certo non lascia indifferenti, anche a fronte di un finale che non concede soddisfazione.

VincVega  @  06/05/2020 11:00:59
   7½ / 10
Un bel film, che poteva essere ancora più grande. Arthur Penn costruisce un film tra dramma e poliziesco, tra caratterizzazioni ottime e critica sociale. La cosa che non mi ha fatto impazzire sono certe situazioni troppo impostate e i dialoghi, spesso poco credibili e datati, che vanno un po' a cozzare con la stupenda messa in scena e lo sviluppo interessante degli eventi. Per questo motivo "La Caccia" non fa parte della New Hollywood, ovvero il periodo migliore (a mio avviso) del cinema americano, non riuscendo a porsi come capostipite del movimento. Peccato perchè gli ingredienti c'erano tutti. Però va bene anche così, perchè un cast del genere difficilmente si vede in un film, con un Brando sulla cresta dell'onda e i giovani Redford e Fonda nella loro prima fase della carriera. Finale amarissimo.

Thorondir  @  05/02/2016 12:33:45
   9 / 10
Un vero e proprio capolavoro. Penn smaterializza il sogno americano buttando in faccia allo spettatore lo sgretolarsi delle convenzioni del tempo: la famiglia allo sbando, la giustizia ormai intesa come un qualcosa di personale, lo sprezzo della legge e soprattutto il becero razzismo che pervadeva (e pervade...) la società americana. Inoltre Penn ci mette di fronte alla dignità dei poveri contro l'esibizionsimo finto dei ricchi. Un film che non ha una vera trama, per cui la fuga di Redford altro non è che l'espediente con cui Penn scandaglia le magagne morali e ideali di una società di affaristi, falsi e moralmente ambigui. Splendida la scena in cui Brando mezzo sfondato di pugni guarda i cittadini del paese che sono tutti lì a guardare e giudicare senza muovere mezzo dito. Penn punta il dito anche contro la manipolazione delle notizie, con i personaggi che diffondono voci non vere al solo scopo di appagare la loro voglia di protagonismo. Il tutto reso con una regia "invisibile" che Penn si porta dietro dalla sua formazione teatrale: la macchina da presa si muove pochissimo (eccezion fatta per il finale) e predilige piani fissi. Secchissimo anche il montaggio, talmente ardito da "tagliare" il ritmo e la scena quasi da risultare fastidioso. Un espediente che ritroveremo anche nel successivo "Gangster story".

Un Penn meravigliosamente politico, duro e straordinario nel veicolare le prove attoriali (su tutti Brando e Jane Fonda) verso l'esplicazione del suo messaggio.

DarkRareMirko  @  16/11/2015 01:11:58
   7 / 10
Sinceramente l'ho trovato prolisso e solo discreto, anche se è molto veritiero e realistico a tratteggiare la ristretta mentalità cittadina di quei tempi ed il megacast fa il suo dovere.

Molto buono lo score musicale di Barry, bravo Penn a dirigere ma, prima di fare incontrare i divi Redford e Brandon nel finale, duro e pesante stile Nicholas Ray, le due storie (Redford fuggiasco e Brando sceriffo) paiono praticamente due film differenti e due parti a loro stanti abbastanza difficili da amalgamare (e la stessa caccia che da il titolo non è che si veda molto...).

Imho il regista ha fatto di meglio, ma il film è fatto comunque bene.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Angel Heart  @  24/10/2015 18:28:21
   7 / 10
La fuga di Bubber Reeves è solo il pretesto di Penn per disintegrare l'ipocrita facciata di perbenismo costruita per mascherare la cattiveria insita in ognuno di noi e che ci vede tutti colpevoli di qualcosa, senza distinzioni.

Corale cinico e negativo da far paura, avvincente per l'intera durata per il susseguirsi di eventi che porteranno pian piano ad un degenerare collettivo che non potrà che terminare con la violenza e la tragedia, terribilmente vero nell'affondare il coltello nei temi portanti che legano i personaggi di odio reciproco quali adulterio, corruzione, razzismo e vigilantismo.
La piccola provincia americana non è mai stata tanto velenosa ed avvelenata; pur non ottenendo i consensi sperati, lo ritengo nettamente superiore al successivo capolavoro del regista, "Bonnie & Clyde".
Ottimo il cast, con Brando che al solito svetta come un Dìo in mezzo a delle grandi promesse quali Fonda, Redford e Duvall.

Da recuperare, pungente ed attualissimo ieri come oggi.


Nota: Spike Lee e Stephen King devono per forza aver preso spunto un pò da qui per i rispettivi "Fa' la Cosa Giusta" e "Cose Preziose"... e se non l'hanno fatto, vuol dire che Penn li ha anticipati sul tempo.

DogDayAfternoon  @  04/06/2015 13:49:45
   6½ / 10
Molto invecchiato a mio parere, in alcuni momenti sembra di assistere ad uno di quei mattoni sentimentali popolari (tipo "Il gigante" per intenderci) degli anni '50-'60, in altri si nota una certa volontà di voler anticipare la New Hollywood ma il risultato è ben lontano dai fasti dei '70s. Cast dai grandi nomi del passato, presente e futuro, che da solo vale almeno una visione. Troppo poco lo spazio dato alla fuga di Bubber Reeves, che dovrebbe essere il protagonista principale del film ma che alla fine risulta solo da pretesto e da collante per le storie intrecciate delle persone che lo circondano.

Finale interminabile e che ho trovato abbastanza fuori luogo, una violenza che stona con il resto del film.

Non è brutto, ma non mi sembra nemmeno un film da ricordare se non per il cast.

ZanoDenis  @  20/03/2015 20:30:39
   7½ / 10
Vabbè, sul cast poche discussioni, da solo Marlon Brando già è incredibile, che attore... molto bene anche la Fonda e Redford (uno dei suoi primi successi, tra fine anni 60 e inizio 70 partecipa a troppi film cult) forse un po eclissato Duvall da cui mi aspettavo un po di più.
Veniamo al film adesso, la prima parte risulta interessante, si inizia ad identificare bene molti personaggi che avranno un ottima caratterizzazione, e iniziano ad emergere tematiche interessanti, la seconda parte è quella in cui accade tutto il putiferio. Decisamente quest'ultima è migliore, con un sacco di scene interessanti che fanno pensare, il film è molto atipico, anche nei temi trattati, mostra la realtà di un paesino, dominato dal razzismo, da tradimenti e intrighi, in cui lo sceriffo fa quel che può, ma viene ostacolato più che mai dai cittadini ( veramente insolito trovare un film che difenda, o comunque non mette in cattiva luce le forze dell'ordine)
Finale azzeccato niente da dire, film veramente apprezzabile, piccolo gioiellino, in bilico tra la fine della Hollywood classica e l'inizio della New Hollywood, merita.

Neurotico  @  21/08/2014 21:18:29
   7½ / 10
Bellissimo esempio di ibrido fra generi con una struttura (spesso inframezzata e spezzata che mai perde coesione) da cinema della fuga in cui un evaso (Redford), aiutato nel suo piano dalla fidanzata che poi lo tradisce con l'amico, sarà vittima del linciaggio da parte della cittadina dove si annidano segreti, tradimenti e bugie. Brando è bravo e l'insieme degli attori diretto coralmente dall'ottima regia asciutta e dal taglio poliziesco di Arthur Penn non è da meno. Spietato e immerso in un'atmosfera maledetta e sospesa che lo fa assomigliare ad un noir urbano cupo e pessimista.

Italo Disco  @  02/11/2013 21:36:05
   9 / 10
Ottima l'idea di focalizzare la storia non tanto sull'evaso, che ha comunque sia il suo spazio narrativo, ma sui concittadini dello stesso che sono in sua attesa. Una serie di personaggi squallidi e orridi sono la rappresentazione schifosa e brutale non della provincia americana, sia ben chiaro, ma dell'intera razza umana in ogni tempo e in ogni luogo. Anche l'eroe interpretato da Marlon Brando, uno sceriffo tutto d'un pezzo, non è del tutto privo di scheletri nell'armadio, d'altronde chi non ne ha, visto che in qualche modo è legato al "potere" ma perlomeno si sforza di essere dalla parte del giusto anche se alla fine non servirà a niente. Molti dialoghi ma ben scritti, ritmo spedito e caratterizzazione riuscite. IL finale "infernale" è pirotecnico e non me l'ho aspettavo ma ho gradito, invece le sorti dei protagonisti mi hanno fatto riflettere un po' e alla fine penso che vada bene cosi, il genere umano è proprio senza speranza.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  15/10/2012 12:53:43
   7½ / 10
In questa cittadina Amerciana tutta la sporcizia sembra messa sotto il tappeto e si vive in "armonia" tra bianchi e neri.
Anche le classi socilai piu' benestanti vivono di corruzione nella totale ipocrisia di questa citta'.
Lo sceriffo del luogo sembra l'unico a conoscere la verita' ma anche lui è scoraggiato vedendosi solo contro tutti.
L'elemento scatenante che fara' cadere la classica goccia dal vaso è il ritorno in citta' dell'evaso Redford , anche lui forse innocente finito in manette a causa di menzogne altrui.
Un dramma con forti richiami al western ottimamente interpretato che ha forse l'unica pecca nell'eccessiva durata.

Goldust  @  11/02/2012 22:03:07
   6½ / 10
Asciutto dramma urbano nobilitato dallo stato di grazia di un ottimo cast. Va bene puntare il dito sul lato violento della società civile e sull'intransigenza che spesso l'intergrazione razziale comporta, però in alcuni passaggi il film è troppo inverosibile per convincere


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oltre ad essere troppo pateticamente melodrammatico per essere ricordato come un capolavoro.


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thetruth34  @  27/11/2011 19:54:49
   7½ / 10
film duro e crudo come la vita nel Texas negli anni 60, il tutto interpretato da un cast a dir poco stellare.

Gruppo REDAZIONE amterme63  @  24/12/2010 18:11:38
   7½ / 10
Buon film di stile "classico". Uno degli ultimi con questo stile. Infatti si nota benissimo in questa pellicola che le vecchie convenzioni ormai stanno strettissime di fronte alla spinta di problemi scottanti di natura etica e sociale, che premono per trovare espressione e soluzione.
I problemi in questione sono la forte disparità sociale, il pregiudizio razziale, l'apatia e il degrado del vivere borghese, la massificazione indistinta, l'erosione dei valori e delle istituzioni tradizionali, l'insorgere del cinismo consumista.
Arthur Penn poi continua a sviluppare il suo tema preferito: la sfida del singolo contro l'intera società. Il suo modello usuale è quello del delinquente, il quale viene ritratto in maniera completamente opposta ai canoni stereotipati del sentire comune. E' quasi sempre una persona bella, di animo buono e gentile, pure sensibile. Semplicemente la società non gli ha permesso di imboccare la via giusta e una volta fatto un errore è quasi impossibile riparare. L'eroe cattivo ma in realtà buono (è la società che è cattiva) viene così "sacrificato" come capro espiatorio delle ipocrisie e delle brame materialiste della società "perbene".
Il film è ancora classico nelle sue strutture formali. La storia viene adeguatamente spiegata e chiarita in tutti i suoi aspetti istituzionali (famiglia, rapporti sociali) e psicologici (i caratteri sono ben precisi e dati dall'inizio alla fine del film). Gli avvenimenti si concatenano in maniera studiata e portano a determinati culmini drammatici (per lo più dialoghi o sfide). I punti di riferimenti sono sempre la famiglia e la legalità: discussi, in crisi, in difficoltà ma sempre ritenuti gli unici valori positivi, le uniche colonne portanti.
In questo film però la critica e la crisi raggiungono livelli mai visti prima d'ora e preludono ormai al crollo. La società viene dipinta in maniera molto dura e critica, quasi crudele. E' la melma sociale che alla fine ha il sopravvento e sommerge e distrugge i pochi caratteri consapevoli e costruttivi del film.
I personaggi dello sceriffo (un bravo Marlon Brando), di Anna (una decisa e solida Jane Fonda), di Bubber (il tipico belloccio americano Robert Redford) stridono con il contesto per la loro pulizia, onestà e la loro aspirazione ad un futuro diverso. Sono personaggi ovviamente idealizzati e testimoniano la fede e la speranza ancora diffuse in molto pensiero degli anni '60. Certo il film non depone bene nei loro confronti. Il finale insolitamente non lieto lascia veramente poche speranze. E' comunque un pugno nello stomaco che vuole scuotere, spronare, convincere che così non va, che occorre cambiare e combattere. L'esistenza dei personaggi "idealisti" (e idealizzati) sta lì a testimoniare che un'America migliore esiste, c'è, e occorre favorirla e tutelarla.
Il film soffre però di una progressione troppo dilatata, di una storia troppo sfilacciata e lenta nel suo evolversi. Due ore sono effettivamente troppe. A parte ciò è un film che si guarda ancora molto volentieri.

Cardablasco  @  10/05/2010 15:03:40
   7½ / 10
Pazzia collettiva,alcolismo e delirio,tradimenti e evasioni,che rappresentano il Texas anni 60,veramente geniale,grande Marlon Brando in un finale drammatico

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Gatsu  @  12/04/2010 14:08:38
   8 / 10
Film violento, cupo, scuro girato con una certa maestria da Penn che è a dir poco spiazzante. Strordinario il cast anche se Redford non mi ha fatto impazzire. Grandi emozioni e tensione assicurata. Una fotografia allucinante su una realtà non troppo distante da quella attuale. Il messaggio arriva forte, diretto. Da vedere.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Ciumi  @  21/03/2010 20:18:55
   8 / 10
Quando nelle prime sequenze vediamo agire il galeotto appena evaso di prigione, crediamo che il resto della cronaca si concentrerà su di egli e sulla sua fuga.
In verità, la prospettiva diviene subito un’altra. Penn lascia in ombra il protagonista, lo tiene fuori campo, e sposta la sua lente sulle reazioni della provincia americana: giovani dissoluti, coppie sgretolate, giustizieri spietati; ciò che smuove il fatto è un complesso di problematiche che sono quelle dell’America e non solo: intolleranze razziali, crisi dei valori, propensione alla violenza, follie collettive, panico, guerre territoriali - e tutto viene raccontato con estrema accortezza, senza retorica o arbitrarie prese di posizione.

E quando allora, tra una folla eccitata, fa infine il suo ritorno in scena il fuggiasco; l’inferno è forse eccessivo ma inevitabile.

Gruppo COLLABORATORI atticus  @  03/02/2010 00:21:12
   8½ / 10
Superba radiografia di una nevrosi collettiva da linciaggio in una violenta, volgare, stupida, ipocrita, rozza e bigotta cittadina del Texas. Tra fiumi di alcol e rivoltelle facili, Penn scardina e dirotta il perbenismo di facciata della provincia americana producendo un quadro allucinante e spietato della grettezza umana, oggi più attuale che mai.
Sceneggiatura di rara forza drammatica dell'inossidabile Lillian Hellman a servizio di un cast ricchissimo e letteralmente straordinario (Brando è fantastico nella sua stropicciata disillusione, intensissima la Fonda e infinitamente tragica e dolente la prova della grande Miriam Hopkins).
Quello che intendo io per 'cinema di denuncia', esempio di ciò che Hollywood riusciva a fare a quei tempi, e con che rigore e che asciuttezza. Magnifico.

Guy Picciotto  @  05/03/2008 14:43:29
   8 / 10
L’inseguimento di un giovane evaso scatena tutte le tensioni che covano sotto la finta armonia di una cittadina del Texas: l’arroganza dei ricchi, le contraddizioni della legalità, il ricatto morale che pesa su chi non ha perso del tutto la propria dignità.
Il senso di paranoia collettiva, nascosto dietro la facciata più fintamente perbenista di una borghesia marcia alla radice, all’apparenza quieta e in realtà carica di rancori e conflitti (anche razziali), pronta a riaccendere la miccia di riposte frustrazioni e tensioni che esplodono, al momento opportuno, per un nonnulla. Tutto ciò, al centro di questo melodramma a forti tinte, datato 1966.
Sceneggiatura “scomoda”, benché sull’adattamento pesante ci sia stato l’intervento del produttore, che ha ridotto il disegno di alcuni personaggi, addirittura glissando su alcuni aspetti di non meno trascurabile rilevanza, questo non toglie al bellissimo film di Arthur Penn una forte carica emotiva, contrapposta a uno sguardo pessimista sulla realtà americana (la scelta del Texas non è casuale), dai toni accesi, in perfetta sintonia con un clima di astio e intolleranza di cui hanno già fatto le spese il presidente Kennedy e gli assassini di quest’ultimo (un nome per tutti, Lee Oswald).
A confermarlo, alcune scene ancora oggi tanto spettacolari da apparire perfino visionarie nella loro rappresentazione: il pestaggio del tormentato sceriffo Calder (un immane Marlon Brando), l’unica figura positiva in un ambiente ipocrita e corrotto, animato da un barlume di etica e giustizia inesistente agli occhi di chi lo crede o meno dalla parte della classe dirigente. O l’incendio nel cimitero delle auto, in cui ha luogo il ritrovamento dell’evaso (imprigionato proprio a causa dell’arroganza dei potenti), e dove la caccia all’uomo è occasione, per una contea ubriaca e incurante, di un’ennesima chiassosa carnevalesca. Uno dei migliori film di A.Penn

onda  @  19/12/2007 13:55:56
   8½ / 10
Film un pò enfatico ma di grande impatto emotivo. Penn pone impietosamente in rilievo il marcio di certa provincia americana.
Cast di altissimo livello.

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Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  09/12/2007 17:58:06
   8 / 10
Un ritratto lucido e spietato degli aspetti più gretti e meschini della società americana, dove gli istinti bestiali sono nascosti dietro una sottile patina di perbenismo. Dove anche la legge mostra la propria impotenza nell'arginarla. Cupo e violento con un cast di attori formidabile per i nomi e per la resa del film.

Gruppo COLLABORATORI ULTRAVIOLENCE78  @  12/10/2007 21:49:56
   8 / 10
GRANDE PENN NEL RITRARRE GLI ISTINTI BRUTALI, I PREGIUDIZI, L'OTTUSITA' E I COMPORTAMENTI DA BRANCO DEL PIU' BECERO PROVINCIALISMO AMERICANO, DI FRONTE AL QUALE NEANCHE IL RAPPRESENTANTE DELLA LEGGE, LO SCERIFFO/BRANDO, PUO' OPPORSI. LA CACCIA ALL'UOMO DIVENTA L'EMBLEMA CHE MEGLIO RAPPRESENTA LA NATURA DI QUESTA PARTE (LA MAGGIORE) DELLA SOCIETA' AMERICANA.
FILM CHE CONSIGLIO, ANCHE PERCHE' TIENE INCOLLATI ALLO SCHERMO DALL'INIZIO ALLA FINE.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR foxycleo  @  17/01/2007 12:19:52
   8½ / 10
Arthur Penn ci racconta una caccia all'evaso (Robert Redford) davvero interessante e soprattutto ci spinge a guardare una realtà amara e dura, in un paese in cui la corruzione sembra all'ordine del giorno e la chiusura mentale la parola chiave. Marlon Brando è lo statuario sceriffo del paese non esente da chiacchere e malumori.
Penn attacca in modo netto e soprattutto violento l'istituzione del Sud del linciaggio.
Molto ricco il cast.
Film da vedere.

frangipani79  @  10/01/2007 17:23:47
   9 / 10
Interpreti di prim'ordine per questo film di cui avevo sentito parlare, ma non avevo mai trovato il modo per vederlo. Il film si dispiega lentamente, lungo le sue due ore abbondanti, in un crescendo che sfocerà nel più bieco e spietato finale. Quando si parla delle cittadelle di provincia si usano sempre le espressioni "gente tranquilla" "laboriosa" "semplice" come ad indicare che un fatto increscioso fosse l'ultima cosa che ti aspetteresti. Invece, il regista Arthur Penn scava nelle persone che abitano il paese tirando fuori anche quello che non è bello mostrare, cioè sentimenti meno nobili come il razzismo e l'odio ìnsiti nella gente ipocrita di provincia. Una sorta di Dogville 37 anni prima, con un epilogo tragico in entrambi i casi, al limite dell'immaginabile.
Un film che fa riflettere molto, lo consiglio vivamente.

Gruppo REDAZIONE maremare  @  20/12/2006 10:00:51
   8½ / 10
Bellissimo film di Penn, con un cast di attori stellare.
Duro, cupo, violento.

Assolutamente da non perdere

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  09/10/2006 21:43:19
   8 / 10
Fa letteralmente rabbrividire, ed è ingiusto considerarlo alla stregua dei tanti film deludenti che Marlon Brando ha girato in quegli anni (cfr. i due seduttori, a sud ovest di sonora, i morituri etc.).
Non è tanto per l'interpretazione di Brando che "la caccia2 verrà ricordato, ma per la maestria di Penn di evocare con sordida crudeltà quella ritualistica collettività di provincia del film.
Per certi versi, un film che lo ricorda potrebbe essere "boys don't cry", recente e durissimo film che rivelo' al grosso pubblico l'androgina Hillary Swank: ho reso l'idea?
Un film agghiacciante sulla follia di un paese in preda all'esaltazione e al linciaggio del "martire di turno", sulla brutalità generazionale (da brividi l'immagine di tanti giovani traviati da un bisogno estremo di sostituire la legge), il razzismo, la difficoltà di un ordine messo a dura prova da un senso di protervia condanna popolare.
E' nel finale che noi intuiamo (spoiler) tutta l'impotenza della legge e dell'ordine davanti a un "potere" (se così vogliamo chiamarlo) che rimanda alla memoria la peggior legge del west.
Un film da rivedere e rivalutare, per nulla eccessivo e inverosimile come vorrebbero farci credere certi critici

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