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Ritorna la coppia di registi che già ci avevano regalato lo splendido "Amer". Stavolta prendono di mira diverse tematiche: scavano nel rapporto di coppia e nelle relazioni coniugali, nella psiche umana, nelle paure e nelle turbe ancestrali, nell'ambiguità, nel doppio. L'onirico è onnipresente a tal punto che non si distingue dove finisca la realtà e dove inizi il sogno o viceversa. Ma lo fanno sempre a modo loro quindi senza dialoghi e senza una trama coerente e ben precisa, ma attraverso una serie di immagini che altro non sono se non un brillante omaggio al cinema thriller italiano anni '70 nella regia, nella fotografia, nella scenografia e nelle musiche. E' proprio questa la forza della pellicola che riesce a raccontare una storia attraverso richiami, citazioni con un sublime uso della macchina da presa senza risparmiare diverse tecniche come lo slow motion, il bianco e nero, le inquadrature speculari e caleidoscopiche etc...un tripudio per gli occhi che appaga anche la mente. Non c'è da trovare spiegazioni in quello che vediamo, non c'è per forza la ricerca dell'assassino...tutta l'opera va vista ed accettata come un quadro.
Come detto anche per Amer ,uno di quei film di cui non si capisce il nulla cosmico se non la trama di base , con un insieme di cambi di inquadratura assurdi , animazioni , trip mentali , e quant altro . OST e ispirazioni italiane , con omaggi fotografici e non solo a Bava,Fulci e Argento . Sono anche l unica cosa decente che ho trovato .noioso fino alla morte
Con "The strange colour of your body's tears" Helene Cattet e Bruno Forzani lavorano continuando, in parte, quello che avevano iniziato con "Amer", esercitando una prova di stile legata più che altro alla regia, la fotografia ed il montaggio. L'omaggio al cinema giallo all'italiana degli anni 70 era l'asso di cuori di "Amer", dove venivano addirittura utilizzati brani musicali appartenenti ad alcune pellicole dell'epoca, oltre all'utilizzo di inquadrature e movimenti di macchina sempre di quel periodo; tuttavia l'originalità del titolo stava nella sperimentazione registica, fatta di immagini e vicina ai concetti di videoarte, simile a prodotti dal linguaggio strettamente visivo quanto quelli di Lynch o Tsukamoto. "The strange colour of your body's tears" segue un percorso analogo raccontando una storia thriller utilizzando un linguaggio di immagini, suoni e colori; spingendo lo spettatore a ragionare su quello che vede o gli suscitano emotivamente le immagini. Il citazionismo verso il giallo all'italiana stile Dario Argento si percepisce ancora(sopratutto nella bellissima fotografia),ma solo come ingrediente di contorno e non più come punto di riferimento come era avvenuto per "Amer"; questa volta diventa un esercizio di stile particolarmente intrigato; lo spettatore non deve solo ammirare il citazionismo e la tecnica, deve anche comporre un complesso puzzle per avere i tasseli necessari a capire la storia. Infatti è questo il bello del film; più volte ho rivisto alcune scene per capire meglio alcuni passaggi, e più volte mi sono stupito di come riuscivo ad incastrarli....la storia c'è ma bisogna interpretarla pian piano; non è un film semplice. A conti fatti "Amer" mi ha maggiormente divertito e deliziato, questo a volte diventa troppo pretenzioso e si autolusinga da solo, però la tecnica ed il senso ci sono, quindi non potendo negare l'evidenza il lavoro è pur sempre ammirevole.... Cervellotico da capire ma bellissimo da vedere...
Più che un film lo definirei un trip.. Forse un po' esagerata questa sorta di esperimento stilistico ma resta comunque una piacevole esperienza visiva.
Regia eccessiva, nel senso di ingombrante. Un accumulo di barocchismo fine a se stesso, a volte talmente spericolato da rasentare il brutto. Nulla pare realmente funzionale alla storia da raccontare. Storia da raccontare? Praticamente irrilevante. Non che sia un problema, in realtà: ci sono film di pure immagini che sono indimenticabili. Il problema è che, nonostante l'ingombrante estetismo, manchi addirittura l'immagine talmente bella da mozzarti il fiato o lasciarti un minimo di emozione. Il massimo che si può sperare qui è un momento visivo interessante. Fine.
E' come tuffarsi nel nostro passato glorioso di cinema italiano di genere quando vedi le pellicole del duo Cattet-Forzani. Al pari di Amer c'è solo l'abbozzo di una storia, puro pretesto per creare delle suggestioni visive e oniriche che vengono proposte in maniera oserei dire maniacale e puntigliosa, talvolta persino soffocante in questo delirio. Tuttavia in un certo senso appare persino più ambizioso dello stesso lavoro precedente, quasi a creare un ponte che parte dal Giallo italiano, specialmente il Dario Argento che fu (non la macchietta di adesso), quello di Profondo rosso (in parte) e di Inferno che in questo film ne riflette la struttura, fino ad arrivare al cinema altrettanto visionario di David Lynch. Come Amer è un film estremamente frammentario e difficile nella narrazione. Non è il classico giallo all'italiana, ma come detto ne riprende le suggestioni visive ed emotive.