l'albero di antonia regia di Marleen Gorris Olanda, Belgio, Gran Bretagna 1996
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l'albero di antonia (1996)

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locandina del film L'ALBERO DI ANTONIA

Titolo Originale: ANTONIA

RegiaMarleen Gorris

InterpretiEls Dottermans, Willeke Van Ammelroy, Jan Decleir, Veerle Van Overloop

Durata: h 1.33
NazionalitàOlanda, Belgio, Gran Bretagna 1996
Generedrammatico
Al cinema nel Settembre 1996

•  Altri film di Marleen Gorris

Trama del film L'albero di antonia

Antonia è alla fine della sua vita e ripercorre le tappe della sua esistenza nell'arco di cinquant'anni, dal dopoguerra a oggi. Ricorda il giorno in cui fece ritorno al villaggio natìo e decise di mettersi a coltivare il terreno lasciatole in eredità dalla madre. Ricorda la nascita della figlia Danielle, l'arrivo della nipote Thérèse, che a sua volta metterà al mondo Sarah.

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Voto Visitatori:   7,85 / 10 (10 voti)7,85Grafico
Miglior film straniero
VINCITORE DI 1 PREMIO OSCAR:
Miglior film straniero
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Voti e commenti su L'albero di antonia, 10 opinioni inserite

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Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  14/07/2013 17:53:03
   7 / 10
Graziosa saga familiare tutta al femminile. Intelligente e simpatico. Apprezzabile.

Gruppo COLLABORATORI Marco Iafrate  @  16/06/2011 17:38:52
   8 / 10
"Il mondo è un inferno abitato da anime tormentate e da demoni"

E' una saga familiare di stampo matriarcale questa di Antonia, un albero dioico che genera soltanto fiori femminili, destinati a riprodursi soltanto grazie al seme maschile portato dagli insetti o dal vento, un seme trasportato lì per quello scopo, nient'altro. Sembrano non godere di particolari sentimenti, nei confronti degli uomini, le donne di questo universo tutto al femminile, d'altra parte sono gli stessi uomini a non fare niente per meritarseli, violenti, stupidi, vigliacchi, meschini, un quadro tutt'altro che edificante quello descritto dall'autrice di questo film, dove appare (unica pecca del film), in maniera forse troppo marcata, l'immagine di un "maschio" decisamente abietto.

All'interno della comunità, degli uomini, non si salva (quasi) nessuno, padri, fratelli, mariti, amanti e preti; quasi, perché c'è Willen, lo scemo del villaggio, innocuo data la sua condizione che lo rende incapace di odiare , e "dito storto" che imprigionato nel suo pessimismo non può che scegliere la strada del rifiuto.

Il lento scorrere del tempo di generazione in generazione ( il film ne abbraccia quattro) e la morte come compagna di viaggio, sono il leitmotiv della saga. Antonia, al termine della seconda guerra mondiale, fa ritorno al suo villaggio natio insieme alla figlia Danielle, lì la giovane donna mette al mondo Thérèse la quale partorisce Sarah, voce narrante del film. In questo susseguirsi di esistenze, di nascite tutte con il fiocco rosa, si contrappone la dipartita degli uomini, sia definitiva (con la morte) che non ( con la partenza, volontaria o indotta, dal villaggio). Si percepisce quindi la volontà precisa dell'autrice di emarginare l'universo maschile, di relegarlo a semplice comparsa, appendice inutile in una società, quella rurale degli anni '50, che ha vissuto, nella realtà, prevalentemente il dominio assoluto del capofamiglia uomo, quel padre-padrone che tutti conosciamo così lontano dalla dimensione fiabesca scelta nel film dalla Gorris.
Nonostante aleggi costantemente l'ineluttabilità della morte, sia quella improvvisa (incidenti e omicidi), sia quella aspettata (Antonia), il film non è nè triste nè malinconico, piacevolissimo nel suo insieme, raccoglie momenti in cui ci regala anche brevi perle di saggezza divulgate da "dito storto" a ricordare gli insegnamenti di un certo Arthur Schopenhaurer. Ditemi se è poco.

3 risposte al commento
Ultima risposta 25/10/2013 12.23.53
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Ottins  @  12/06/2011 19:21:41
   3 / 10
Sono veramente rimasto stupito nel vedere una media così alta assegnata a questo film. Pessimi attori tranne i sempre bravi Decleir e Dottermans, tematiche scontate, regia discreta...
Forse, inconsciamente, ho visto in questo film una saga familiare da paragonare a Heimat di Reitz o ai libri di Allende e Marquez. Impossibile sostenere il confronto con questi capolavori.

paride_86  @  17/05/2010 01:10:53
   8 / 10
"L'albero di Antonia" è sicuramente un ottimo film che mescola ruralità e visionarietà, invenzioni e trasgressioni naturalizzate e metabolizzate da attori bravi e coinvolgenti.
La galleria di personaggi è ricca e variegata: spiccano su tutti le donne, che però - forse per colps del femminismo della regista - più che rendersi indipendenti dagli uomini, sembrano odiarli.
Vinse un meritato premio Oscar.

gandyovo  @  29/12/2009 17:59:59
   7½ / 10
bel film che merita la visione

AMERICANFREE  @  01/09/2008 09:17:21
   7 / 10
buon film in base ai voti mi aspettavo di piu' cmq in alcune parti riuscito in altri un po' meno! si assiste a scene drammatiche ad altre comiche....secondo me l'oscar e' un po' eccessivo!

Raggio  @  12/05/2008 12:42:57
   9½ / 10
Dal momento che ne vidi il trailer, anni fa, ne rimasi immediatamente colpito e sentii forte il bisogno di vederlo. Non mi riuscì di andare al cinema, credo non sia stato proiettato nella mia città, e lo recuperai solamente anni dopo nella programmazione di “Stream”(oggi Sky), rimanendo piacevolmente coinvolto da questa poesia narrata con splendida efficacia attraverso immagini essenziali ed interpretazioni perfette. Un Oscar meritato. Peccato non sia ancora stato stampato in dvd. Attendo fiducioso!

davil  @  03/03/2007 18:09:38
   10 / 10
piccolo grande gioiellino del cinema europeo: bellissimo

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR agentediviaggi  @  22/01/2007 15:21:06
   9 / 10
Gemma assoluta del cinema europeo. Mi piacque da impazzire anche se è un film che racconta le donne da un punto di vista femminile.
Affresco su un Olanda contadina molto diversa da come la conosciamo, provinciale e bigotta dove 4 generazioni di donne cercano di costruire un mondo giusto e sano nonostante i molti problemi. Belle tutte le figure di contorno (soprattutto quella del filosofo schopenaueriano) e splendide tutte e 4 le donne rappresentate.
Vedendo questo film vien da pensare che il sesso femminile sia veramente di un'altra levatura, dal punto di vista umano e intellettuale.

Gruppo REDAZIONE amterme63  @  25/04/2006 17:55:52
   9½ / 10
Non è un capolavoro perché (ahimé) non è rimasto quasi niente in memoria della trama di questo film, se non che quando uscii dal cinema molti anni fa, ne ero rimasto folgorato. Si racconta la storia di una persona comunissima, Antonia, ma che ha vissuto in maniera vera, genuina e coraggiosa. Mi ricordo che pensai che la sua vita era una specie di modello, che mi aveva insegnato tante cose e mi aveva mostrato il modo giusto di sentire la vita. Ad esempio il modo in cui affronta la sua morte è esemplare. Mi dissi che anch’io avrei voluto morire in quella maniera.
Se vi imbattete in questo film, non esitate e guardatelo e poi ditemi se avevo ragione. Temo purtroppo che questo commento rimarrà l’unico per questo film. Peccato.

3 risposte al commento
Ultima risposta 22/01/2007 19.35.32
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