Un gruppo di cameriere in vacanza visitano un hotel alle Isole Canarie e scoprono che i monaci dell'ex monastero sono tornati come morti viventi ciechi.
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Ennesima "Jesusfrancata" affetta da tutte le patologie tipiche delle sue pellicole: scene inutilmente lunghe (se si eliminassero tutte le sequenze che riprendono solo gli interpreti mentre camminano il film sarebbe un cortometraggio), totale assenza di ritmo e tensione, recitazione improvvisata, trucchi ed effetti speciali assenti, sceneggiatura zeppa di avvenimenti senza senso, regia da filmino super 8 familiare anni '60. Una piccola parte della trama vorrebbe essere un horror che si ispira al ciclo dei resuscitati ciechi, ma siamo anni luce lontano dalle atmosfere delle pellicole di Amando De Ossorio e quasi immediatamente tutto si rivela per quello che è: solo un pretesto per mostrare scene erotiche spinte, ai limiti dell'hard e per lo più lesbo (unico merito che possa riconoscersi al regista iberico). Decente solo la fotografia. Mezzo punto in più per le cinque nudissime protagoniste femminili tra cui la bellissima Lina Romay, musa di Franco.