men (2022) regia di Alex Garland Gran Bretagna 2022
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men (2022)

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locandina del film MEN (2022)

Titolo Originale: MEN

RegiaAlex Garland

InterpretiJessie Buckley, Rory Kinnear, Paapa Essiedu, Gayle Rankin, Sarah Twomey, Zak Rothera-Oxley, Sonoya Mizuno

Durata: h 1.55
NazionalitàGran Bretagna 2022
Generehorror
Al cinema nell'Agosto 2022

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Trama del film Men (2022)

Men, film diretto da Alex Garland, racconta la storia di Harper (Jessie Buckey), una giovane donna che ha da perso da poco il marito (Paapa Essiedu), dopo che quest'ultimo si è buttato da un palazzo. Alla ricerca di un po' di serenità dopo il lutto, Harper decide di concedersi una piccola vacanza solitaria in campagna. Ben presto, però, il suicidio del marito inizia a perseguitarla e la donna comincia a essere ossessionata da una serie di personaggi maschili grotteschi, che sembrano avere tutti il volto del gestore del bed and breakfast (Rory Kinnear) dove alloggia. Mentre queste sue visioni si fanno sempre più inquietanti e minacciose, Harper inizia lentamente a scivolare verso la follia...

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Voto Visitatori:   6,18 / 10 (22 voti)6,18Grafico
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Voti e commenti su Men (2022), 22 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

stratoZ  @  16/01/2025 13:13:55
   6½ / 10
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

Garland filma una pellicola dal sapore lisergico, un thriller psicologico cupo ed oppressivo che si concentra sul senso di colpa, specialmente, e sull'elaborazione del lutto, raccontando la storia di Harper, donna che ha vissuto una relazione molto tossica col marito, che si è suicidato in seguito alla volontà della donna di divorziare, andando successivamente in questa tenuta nel bel mezzo della campagna inglese per distrarsi un po' dai drammatici eventi, è un film con una narrazione piena di intermezzi, che cerca di seguire una linea temporale coerente ma viene spesso interrotta da frammenti del passato che tormenta la protagonista, il montaggio a modo suo si fa tramite della mente della stessa che non riesce a stare concentrata nel presente e inevitabilmente finirà col rimuginare sugli eventi.

Col procedere del film la mente della protagonista subirà una terribile discesa nei meandri del senso di colpa e della paranoia, arrivando alla psicosi, l'autore mischia abilmente realtà e allucinazione, senza mai dare una risposta definitiva agli eventi, allo stesso tempo contestualizza il mondo misogino con cui viene a contatto la protagonista, fatto di maniaci che girano nudi nel giardino della villa dove alloggia, poliziotti noncuranti che tendono a sottovalutare la questione, ma forse stupisce ancora di più la figura del prete che tende a giustificare gli atti estremi del marito dando la colpa alla donna, il tutto diventa una grande metafora della misoginia al giorno d'oggi verso la quale le varie istituzioni - forze dell'ordine, organizzazioni religiose - sembrano noncuranti o addirittura accondiscendenti, creando una situazione in cui la tensione si impenna, con la costante minaccia da parte dell'uomo e la consapevolezza di essere da sola contro il resto del mondo, le sequenze finali prendono una valenza estremamente simbolica, sfociando anche nel body horror, rappresentando una spirale di violenza che si rigenera, come venisse passata da generazione in generazione, efficace anche l'uso della fotografia, diametralmente opposto tra i momenti prettamente narrativi, dallo stampo più realistico, dominati dal verde boschivo della zona, alle forti tinte rosse dei momenti allucinatori, Garland è un buon mestierante e regala sequenze degne di nota - la scena della mano che viene tagliata esattamente a metà-.

Nel complesso, nonostante un'eccessiva divisione di caratteri monodimensionali - non esiste una figura maschile positiva - è un discreto film che mostra la violenza - che può essere sia fisica che psicologica - e la misoginia sotto un punto di vista cupo e allucinato.

alex94  @  17/11/2024 02:36:36
   6½ / 10
Si può discutere tanto sul significato ma bisogna anche ammettere che si tratta di una pellicola realizzata veramente bene almeno per quanto riguarda l'aspetto tecnico.
Sia l'ambientazione che la colonna sonora riescono a creare la giusta atmosfera,sinistra ed opprimente e Garland ci regala almeno una scena da antologia ( la sequenza del tunnel).
Cast convincente,dominato dal trasformista Kinnear.
Per quanto riguarda la sceneggiatura parte a mio avviso in modo interessante,per poi andare ad approdare verso lidi banalotti ed intrisi di un certo servilismo nei confronti di certe ideologie....
Nel complesso non la ritengo una pellicola da buttare,per quanto concepita per essere molto divisiva,da apprezzare per l'aspetto visivo,un po' meno per quello che vuole trasmettere.

Tobias  @  07/11/2024 18:47:33
   6 / 10
Il film aveva uno straordinario potenziale e molti elementi interessanti, ma alla fine non mi ha convinto. Parte del problema, forse, è stata la performance dell'attore coprotagonista, che ho trovato piatta e difficile da apprezzare. Anche alcune scelte narrative mi sono sembrate poco brillanti e forzate. Il finale è certamente intenso, ma viene rovinato dall'eccesso di effetti in computer grafica. Una nota positiva, però, va alla scena del tunnel, davvero agghiacciante.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  11/07/2024 22:29:06
   7 / 10
L'elaborazione del lutto, in questo caso un apparente suicidio, è al centro di questo nuovo lavoro del regista di "Ex Machina".

La protagonista oltre a non poter evitare di sognare sempre lo stesso incidente, deve affrontare continuamente personaggi che gli ricordano le sue colpe.

Tarda un po' ad ingranare ma regala un finale per cui vale la pena aspettare. A tratti inquietante ma anche riflessivo.

Un buon horror-psicologico a mio avviso.

mark0  @  25/01/2024 08:09:42
   6½ / 10
L'idea era originale e l'ambientazione perfetta, però lo sviluppo è lento e noioso. Si rialza nel finale, ma non è sufficiente.
Unica scena degna di merito, quella del tunnel, l'unica che mi ha trasmesso un po' di angoscia.
Per il resto, abbastanza deluso.

Boromir  @  15/01/2024 22:58:23
   7 / 10
Siamo senza dubbio al cospetto di un prodotto a tratti più enunciato del dovuto, che può respingere chi tende a recriminare il didascalismo di certo cinema occidentale attuale; sicuramente Annihilation (sotto molti aspetti, in primis sul finale, complementare a questo film) era molto più equilibrato nel soppesare chiarezza espositiva e momenti allegorici, ma sarebbe comunque poco lungimirante negare lo spessore contenutistico dell'operazione o alcune impressionanti schegge di maestria registica che strappano reale ammirazione. Il quarto lungometraggio del regista-sceneggiatore Alex Garland mette al centro del racconto relazioni disfunzionali finite in tragedia e necessità di rielaborare (veri o presunti) sensi di colpa per tornare a riabbracciare la vita, e si serve dei cliché del folk horror per trasfigurare le mille sfumature del maschilismo in incubi psicologici che serpeggiano e contaminano la bellezza agreste della campagna inglese: molto interessante l'utilizzo delle cromie assegnate per ammantare di pericolo gli ambienti, acide e brillanti, che richiamano alla pigmentazzione di certi animali la cui livrèe esplica in realtà la loro velenosità. Registicamente compostissimo e mai davvero viscerale a dispetto delle incursioni gore nel secondo atto, il film ha il suo pregio maggiore nella riflessione filosofica sulle più impulsive contradditorietà dei rapporti tra sessi. Memorabile la scena del tunnel, con le echeggiati vocalizzazioni di un'ottima Jessie Buckley che confluiscono nella colonna sonora.

Noodles71  @  15/07/2023 18:42:06
   6 / 10
Film tecnicamente ben confezionato con ottima fotografia, colonna sonora che ricrea perfettamente lo stato alterato della protagonista, suono che raggiunge il massimo livello nella scena del tunnel con l'eco ridondante e i due attori protagonisti Jessie Buckley e Rory Kinnear bravissimi. Alex Garland però realizza una pellicola senza una sceneggiatura logica infarcendola soprattutto nella seconda parte di scene simboliche ed allegoriche mescolando la realtà con la finzione creata dallo stato psico traumatico in cui si trova Harper in seguito al suicidio del marito. In cerca di pace interiore nella pacifica e verdeggiante campagna inglese vedrà aumentare i propri sensi di colpa e gradualmente vedere uomini inquietanti e con facce uguali segno di una profonda delusione nei confronti del genere maschile. La parte finale vira nel body horror più truculento con i parti plurimi che sinceramente dopo un pò stancano. Spetta all'immaginazione dello spettatore dare una conclusione logica alla vicenda, è successo qualcosa o è solo nella testa d Harper?

Thorondir  @  24/06/2023 12:23:07
   5½ / 10
Garland ha detto in un'intervista che ci sono alcune parti del suo film un po' confuse (e se lo dice un regista la cosa non può che essere preoccupante, tanto più quando il regista è anche sceneggiatore dell'opera). Perché risulta lampante che questo film è tutta una metafora antimaschilista. Il problema è che il messaggio è di una semplicità e superficialità disarmante ("gli uomini sono tutti uguali", e natualmente tutti cattivi, è roba da 16enne appena lasciata dal fidanzatino) e lo è anche la scena finale, chiaro simbolismo sulla necessità di dover fronteggiare i traumi e il loro ripetersi (con annesso senso di colpa). Anche in virtù di ciò Garland sente quindi di dover stemperare quello che solo ad una lettura banale può sembrare un film criptico o "complesso" (è una singola metafora e peraltro facilmente decodificabile) e quindi, per renderlo un lungometraggio più fruibile a tutti, si butta in spiegoni e chiarimenti che non solo non erano necessari ma che finiscono anche per risultare di un didascalismo artefatto. E infatti Garland sa bene che "filosoficamente" la sua metafora scricchiola e quindi estetizza le immagini, peraltro rifugiandosi nella sempre appagante (ma ormai abusata) fotografia tutta giocata sulla palette del rosso. A me sinceramente è parso un altro buco nell'acqua dopo il già non entusiasmante "Annientamento".

zerimor  @  16/06/2023 15:25:00
   7 / 10
Una pellicola in grado di spiazzare. Parte in un modo e finisce in un altro. Prima parte d'atmosfera con una bella ambientazione rurale situata chissà dove. La trama è assai criptica perché non si capisce bene dove voglia andare a parare, sebbene l'incipit sia abbastanza chiaro.
Poi nella seconda parte il film assume i connotati di un body horror alquanto disturbante, quindi fate vobis. Per chi è avvezzo al genere niente di così destabilizzante.
In conclusione, a me il film alla fine della fiera è piaciuto, nonostante la sceneggiatura non abbia poi chissà quale profondità o peculiarità una volta capito l'andazzo e il finale, purtuttavia sorprendendo in alcune scene tra simbolismi e bizzarrie varie.
Ritmo molto lento.

Macs  @  09/06/2023 13:49:29
   7 / 10
Piaciuto parecchio, ha tanti pregi: ambientazione, fotografia (un verde spettacolare), recitazione, e contenuti simbolici straripanti. Si sprecano i riferimenti aulici, a partire dalla Genesi, per una sceneggiatura costruita con maestria - dove tutto va a suo posto, non ci sono forzature, e l'effetto estetico sullo spettatore è parecchio straniante. Brividi ne provoca, i personaggi sono ben scritti, e il senso di impotenza claustrofobica che deriva dalla visione - e dall'ascolto - è merce rara di questi tempi. Un film che è decisamente il "mio" genere, non a caso ricorda per certi aspetti "Mother!", anche se questo di Garland è complessivamente meno ricco di spunti e quindi più semplice da digerire e interpretare. Finale ottimo con elementi di body-horror decisamente apprezzati.

maxi82  @  24/04/2023 05:33:49
   5 / 10
E tutta una metafora,ma aimé non del tutto riuscito, l'innovazione che un regista vuole dare in un film e una cosa positiva ,ma trasformare il senso di colpa in questo modo non mi ha entusiasmato

AMERICANFREE  @  16/04/2023 18:38:00
   6 / 10
Discreto questo men. La location è molto inquietante, alcune scene davvero ben fatte. Non male il finale.

Febrisio  @  14/04/2023 09:14:52
   7½ / 10
Una cosa certa Men ce lo dice, non fatevi consigliare da Harper per una vacanza.

Film lento, a diaframma aperto. Alex Garland gioca con la mente della progonista e con quella dello spettatore, tenendolo in ansia, malgrado spesso non accadrà quanto ci si aspetti.

Un prodotto atipico girato da un punto di vista interessante, da una mente perseguitata dai sensi di colpa. A chi piace il film compiuto di messaggio potrebbe storcere il naso, mentre a chi si fa intrigare dai simbolismi potrà divertirsi a dare delle spiegazioni. Un film uscito inaspettatamente nelle nostre sale cinematografiche (anche gli spettatori son usciti dalle sale)



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BlueBlaster  @  27/01/2023 09:57:50
   5 / 10
Il film aveva anche dei punti di forza non indifferenti dettati da una certa originalità, una regia precisa e degli aspetti tecnici di livello oltre che delle validissime interpretazioni.
La prima fase crea un certo interesse ed una certa tensione...questa villa nelle campagne inglesi con quei boschi attorno riesce a creare atmosfera per un qualcosa di davvero buono.

Qui casca l'asino...la visionarietà della seconda parte del film (che sfocia in assurdo, quanto ben realizzato, body horror) piena di simbolismi e tematiche "importanti" può piacere moltissimo a chi cerca un horror d'autore ma risultare insopportabile ad altri ed io mi trovo tra questi altri.
Il finale, che come detto comprende del body horror pure difficile da guardare, è anche da interpretare.

Non do di meno per l'ottima prima parte ma non mi è piaciuto.

Jumpy  @  16/01/2023 13:17:50
   6½ / 10
Tecnicamente curatissimo e dalla fotografia molto bella, straordinari i protagonisti, Kinnear in particolare, per il suo ruolo, difficlissimo. Dai primi minuti si intuisce che Harper sta fuggendo da qualcosa, che via via si ricostruisce attraverso flashback, in certi passaggi ambigui

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L'ambiguità è presente in altri aspetti del film

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E' un film che si può quindi interpretare a più livelli:
- rappresenta la realtà oggettiva;
- è il punto di vista della protagonista,;
- è tutta un'allegoria...

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La mia idea

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Perché non un voto particolarmente alto: nel complesso non mi è sembrato particolarmente riuscito, in certi passaggi da' l'idea di già visto

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il continuo proporre immagini dalla forte caricai simbolica/allegorica, dal tunnel, alla chiesa

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lascia, alla fine, lo spettatore confuso e disorientato

Mauro@Lanari  @  13/01/2023 04:09:56
   7 / 10
Leggo che l'atavica problematicità del rapporto intersessuale è stata presa per mascolinità tossica sotto forma d'allegoria folk-horror. Ma, nonostante alcune allusioni a "Shining" (1980), il discorso punt'ad altro. Il simbolismo è fin troppo chiaro, Garland si comporta come Nolan cogli spiegoni per assicurarsi la comprensione del pubblico. La conflittualità fra i sessi nasce in quel biblico giardino coll'albero del frutto proibito, dove la protagonista vedova (Eva/isha) si rifugia in una realtà endopsichica affrontando i ruoli, le maschere, gl'archetipi del marito suicida (Adamo/ish). L'ottimistico finale è meno convincente d'"Annientamento" (2018): quando mai il riconciliarsi con sé stessi nel nome dell'amore ha funzionato?

topsecret  @  28/09/2022 14:17:08
   5 / 10
Fancuore i simbolismi, le metafore e tutte le astrusità psicologiche che presenta ma, personalmente, questo tipo di film mi appallano altamente: mi annoiano i lunghi dialoghi sconnessi, mi infastidiscono le pretese pseudo horror e mi stanno sulle palle le lunghe attese, puntualmente deluse, di una sceneggiatura che non offre nulla di tangibile e pratico, ma solo allucinazioni, congetture psicologiche e sensi di colpa a profusione che non portano a nulla...o quasi.
Non è questo il genere di film che preferisco, ma devo ammettere che i 4 attori se la cavano bene.

lucasssss  @  09/09/2022 08:33:28
   6½ / 10
Molto bello, ti tiene con il fiato sospeso per tutto il film

Peccato per il finale, o meglio per gli ultimi 15 minuti.......

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1 risposta al commento
Ultima risposta 09/09/2022 16.03.05
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Niko.g  @  08/09/2022 15:51:57
   6 / 10
Nessuno, ad oggi, è del tutto sicuro di cosa rappresenti esattamente "Men". E così sarà nei giorni, nelle settimane e negli anni a venire, fermo restando che "più forte dell'odio è l'amore e più forte dell'amore è Mike Tyson, per esempio" (come giustamente il film evidenzia).
Ma come nei film di Lynch devi essere pronto a fare i conti con il simbolo.
La potente prova attoriale di Jessie Buckley e la fotografia di Rob Hardy (che sfrutta al meglio le meraviglie naturali dell'Inghilterra rurale) sono le cose migliori di questo drammone gotico, che nell'ultimo atto prende una piega decisamente orrorifica, difficilmente eliminabile dalla memoria.
La questione tuttavia resta sempre e soltanto una: sei pronto a lasciarti trascinare dal simbolo?
Sai cosa ti aspetta, vero?

Signor Wolf  @  31/08/2022 21:36:57
   2 / 10
Che immane schifezza, un assieme di cose buttate a caso ed ognuno ci veda quel che vuole. Dovrebbero smettera di fare queste porcherie e spacciare per film

The bitter end  @  23/07/2022 11:41:08
   7½ / 10
Film allegorico pieno di simbolismi che difficilmente lascia indifferente lo spettatore, nel senso che o lo si ama o si odia. In particolar modo gli ultimi 30-40 minuti li ho trovati onirici, grotteschi, perfino disturbanti per certi versi (con scene che a me hanno ricordato Gozu di Miike, uno dei capisaldi del genere).

Siamo dalle parti di Madre! di Arofonsky insomma, per fare un'analogia filmica più popolare, anche se qui l'intento del regista è decisamente più comprensibile ed è un lungometraggio ben più facile da seguire ed apprezzare senza scervellarsi in interpretazioni complesse o cercare significati reconditi pur rimanendo un film impegnativo e che merita di essere guardato con attenzione.


Un'interpretazione valida credo sia semplicemente la seguente:

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Consigliato!

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  15/07/2022 15:43:08
   7 / 10
Garland è un'autore piuttosto coerente nei suoi lavori, nel descrivere un personaggio e soprattutto la sua evoluzione fino a diventare altro rispetto all'inizio. Harper è una donna traumatizzata dal suicidio del marito che non ha accettato l'intenzione del divorzio, per cui anche qui come in Annientamento, un rapporto coniugale compromesso che diventa un rimorso ed un senso di colpa da elaborare. Il paesaggio della campagna inglese che invece di essere un luogo tranquillo per ricaricarsi e superare il trauma, diventa un amplifictore delle proprie colpe come nella bella sequenza del tunnel. Una costruzione della tensione elaborata ma valida ed inquietante grazie ad un Rory Kinnear che interpreta quasi tutte le controparti maschili (proprietario del cottage, un prete, un poliziotto ecc. Un intero mondo a cui Harper si sente minacciata al pari del luogo in cui si è temporaneamente trasferita. Bella la parte finale con quegli effetti speciali artigianali che ricordano La Cosa o Society. Bravissimi gli attori e valida la regia.

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