questa terra e' la mia terra regia di Hal Ashby USA 1976
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questa terra e' la mia terra (1976)

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locandina del film QUESTA TERRA E' LA MIA TERRA

Titolo Originale: BOUND FOR GLORY

RegiaHal Ashby

InterpretiDavid Carradine, Ronny Cox, Melinda Dillon

Durata: h 2.27
NazionalitàUSA 1976
Generedrammatico
Al cinema nel Luglio 1976

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Trama del film Questa terra e' la mia terra

Quattro anni, dal 1936 al 1939, della vita di Woodie Guthrie (1912-67), figura leggendaria del folclore musicale americano, poeta e cantore dei poveri, in bilico tra rabbia e speranza. Da costa a costa, dal Nord al Sud, Guthrie cantò la miseria e lo sfruttamento, la disoccupazione e la fame, l'ingiustizia e la depressione.

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Voto Visitatori:   7,19 / 10 (8 voti)7,19Grafico
Miglior fotografiaMiglior colonna sonora
VINCITORE DI 2 PREMI OSCAR:
Miglior fotografia, Miglior colonna sonora
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Voti e commenti su Questa terra e' la mia terra, 8 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

stratoZ  @  23/05/2025 14:13:25
   6½ / 10
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

Uno dei biopic musicali che personalmente ho apprezzato di più, anche se non eccezionale, ma sicuramente differisce in diversi fattori da questi prodotti ormai realizzati con lo stampino, "Bound for glory" racconta la vita di Woody Guthrie concentrandosi sia sulla figura del cantante stesso, che sull'America del periodo, quella della Grande Depressione, della crisi economica, prendendo le sembianze di un road movie fin dall'incipit in cui il cantante abbandona il Texas, senza neanche portarsi dietro moglie e figli e parte per la California, ben presto scontrandosi con le difficoltà di un paese in ginocchio, mostrando le quotidiane problematiche del popolo e dei lavoratori, trovando anch'esso un lavoro umile che presto lo porterà nelle lotte sindacali, tramite anche la sua chitarra, andando in giro a raccontare le gesta dei più deboli, degli oppressi, dei ceti umili, è un film colmo di disillusione e anche toccante in certi punti, che si porta qualche difettuccio stilistico, probabilmente per qualche momento didascalico di troppo che lo cuce per un grande pubblico - non casualmente è stato candidato a diversi Oscar, e due li ha pure vinti - ma riesce comunque a mantenere la componente empatica, portando fedelmente il ritratto di un periodo storico nero per l'America, scavando a fondo nelle problematiche della popolazione e presentando anche una seconda parte in cui, una volta ottenuto un minimo di successo, Guthrie si dovrà scontrare con le radio e i produttori che proveranno a persuardelo nello smettere di trattare tematiche scomode o scottanti, la classica dicotomia tra arte e interessi, tra verità e censura, uno snaturamento fuori dalle corde del cantautore che a posteriori verrà valutato come un gigante della musica folk americana e non solo.

Carradine sforna una delle sue migliori interpretazioni, con un personaggio spesso in bilico tra i dilemmi, tra sogno e famiglia, successo e integrità, un personaggio che sceglie spesso la strada più difficile pur di narrare la verità, valido anche visivamente con questa color fatta di colori caldi tra le casette di legno dell'America di provincia e il suo territorio deserto, ma anche con un buon ritmo che fa scorrere bene le due ore e mezza di durata.

Gruppo REDAZIONE amterme63  @  22/06/2014 14:19:21
   7½ / 10
Bel film, che non è soltanto uno splendido omaggio biografico filmato al grande cantate americano Woody Guthrie, ma anche un documento che illumina sullo status (ragioni, stati d'animo, traversie) di nullatenente disperato alla ricerca di sopravvivenza-fortuna in una "terra promessa".
Ashby anche in "Questa terra è la mia terra" utilizza la forma collaudata (e da lui preferita) del road movie, abbinata a un percorso formativo che porta il protagonista verso la consapevolezza di sé e al contrasto-sfida con il mondo esterno.
Il film è suddiviso in due parti un po' in contrasto fra di loro. La prima è essenzialmente statica e ci mostra Woody Guthrie in una forma parareligiosa quasi da santone, un saggio dispensatore di illuminazioni. Dà consigli a tutti ma non riesce a dare un indirizzo deciso alla propria vita, sentita come finita in un vicolo cieco. Questa parte è piuttosto fiacca e noiosa. Per fortuna che è girata con belle scenografie e con una luce rossastra (misto fra inverno e tramonto) che rende l'ambientazione molto affascinante.
Nella seconda parte la musica cambia. Con una decisione repentina (ma intimamente necessaria), Woody si lancia all'avventura nel mondo, alla ricerca di riscatto, fortuna o qualcos'altro che forse non sa nemmeno lui cosa sia. Sempre però con una coscienza e con uno spirito etico molto spiccato, il quale lo porterà a essere rigido e deciso nei propri comportamenti e nelle proprie scelte.
E' l'occasione per far vivere e far capire allo spettatore quella che è tutto sommato la condizione che attualmente vivono i migranti che cercano di venire in Occidente: fuggitivi da situazioni disperate, trovano solo cinismo, sfruttamento, indifferenza, cattiveria. E' illuminante anche il loro atteggiamento passivo, remissivo e l'impermiabilità a istanze di organizzazione e ribellione (il rifiuto del sindacato).
Ashby qui si inserisce a pieno titolo nella tradizione "didattica" del cinema americano, riuscendo con grande semplicità ed efficacia (con dialoghi e situazioni illuminanti) a spiegare e a rappresentare con grande chiarezza le questioni dibatture, i vari atteggiamenti e punti di vista. Certo c'è sempre però un po' di edulcorazione e soprattutto c'è sempre un protagonista-eroe, un essere "speciale" che in ogni caso riesce ad emergere e a fare fortuna, senza però dimenticare da dove è venuto.
Oltre al tema sociale-politico, c'è anche un tema etico che si riallaccia al finale di "L'ultima corvé"; cioè l'inconciliabilità dei propri principi con la società. Woody Guthrie tocca con mano l'impossibilità di essere se stessi senza compromessi (le vie sono sbarrate) e soprattutto come la libertà sia inconciliabile con le istituzioni della famiglia (illuminante la scena del litigio con la moglie, la quale giustamente si sente abbandonata).
Molto bella la fotografia. Tutto sommato un film bello e coinvolgente.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  14/05/2014 13:32:22
   7½ / 10
Bellissimo sguardo della Grande Depressione americana attraverso lo sguardo di colui che ne diventerà il menestrello. Ricostruzione scenografica eccellente nel trasmettere il crudo realismo fra sfruttatori e sfruttati con l'occhio e la musica di Guthrie a registrarne gli umori e le sensazioni nel processo di maturazione personale dell'artista. David Carradine ha una filmografia molto nutrita di titoli, ma se questa non è una delle sue migliori intepretazioni, poco ci manca.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Gatsu  @  31/12/2012 01:30:47
   7 / 10
Film di Ashby che riprende il titolo da una famosa canzone di Woody Guthrie ( This Land Is Your Land ), il protagonista di questa pellicola ( Carradine ). Prendendo spunto da un'autobiografia dello stesso Guthrie, il regista ci consegna un film interessante e semplice con un'interpretazione perfetta e molto acuta da parte di David Carradine ( che risulterà poi essere una delle sue migliori ), . Troppo lungo però e a tratti barboso e superficiale ma nel complesso un ottimo prodotto. Splendida colonna sonora ( Folk, country ).

benzo24  @  17/10/2010 18:22:15
   7½ / 10
ottimo film di ashby, che racconta la figura leggendaria di guthrie

dobel  @  17/10/2010 16:38:19
   6 / 10
Woody Guthrie è il più grande cantore della depressione e dell'emarginazione, una voce dalla quale è nata quella di gente come Pete Seeger, Bob Dylan, Bruce Springsteen... un personaggio epocale che ha saputo incarnare e sublimare le sofferenze, le speranza, le esigenze di una generazione di uomini che credevano in un sogno americano presto trasformato in incubo.
Questo film ritrare Guthrie nel momento in cui arriva al successo dopo aver sperimentato le privazioni della depressione: si tratta di un film tutto sommato onesto, ma stanco e superficiale. Sembra che ad Ashby non interessi gran ché la portata delle tematiche messe in campo e toccate. La nascita dei sindacati, del diritto di sciopero, dei diritti dei lavoratori... molta gente è morta per quei diritti (oggi così tanto messi in discussione!!!). E' un film che, pur avendo tra le mani un materiale stupendo, non decolla mai. La fotografia è buona, le interpretazioni e le musiche pure, ma manca l'approfondimento delle situazioni, dello sfondo sociale, dei rapporti. Un'occasione mancata: un film che sta a metà strada tra 'Furore' di John Ford (del quale non ha nemmeno una briciola del soffio epico e universale), e 'L'imperatore del nord' di Aldirch (del quale non ha la coesione drammaturgica e l'approfondimento dei personaggi); peccato!

3 risposte al commento
Ultima risposta 08/11/2010 17.08.18
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halflife  @  20/07/2010 17:13:26
   8 / 10
peccato che non fannopiu film come questi (quasi) ero rimasto al carradine di pulp fiction ma in questo film veramente mi e' piaciuto canta s*****tta etc etc
ottimo film

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  26/04/2009 23:37:23
   7½ / 10
Vedere un figlio di buona donna come Carradine impersonare il più pacifista dei folksingers americani è un pò come se Henry Fonda venisse reclutato per la parte di Hannibal Lecter... e invece, a sorpresa, è una delle sue migliori interpretazioni (mi sembra che abbia pure vinto un oscar) e il film di Ashby è a modo suo toccante, sincero, appassionato

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