ragazze (1997)

E' quasi imbarazzante vedere come un regista come Mike Leigh, autore di capolavori o quasi-capolavori come "Naked", "Segreti e bugie" e "Il segreto di Vera Drake", sia giunto a girare un film come "Ragazze". Vorrei sperare che Leigh si sia voluto concedere una pausa di riposo, allestendo senza troppi sforzi un'onesta operina di transizione (come è capitato a molti altri registi, ad esempio Louis Malle con "La mia cena con André"). Ma purtroppo tutto, o quasi tutto, in questo film suona falso per avvalorare una tesi simile: la musica di sottofondo è dolciastra come quella di un film della Streisand, i flashback mettono in continua e spudorata evidenza la incolmabile distanza tra passato e presente ed i fallimenti esistenziali delle due protagoniste, oltreché dei vecchi compagni i quali (e questo è veramente vergognoso) ricompaiono inopinatamente dalle nebbie del passato senza altra giustificazione narrativa se non quella di inspiegabili coincidenze, e infine il pianto delle due amiche alla stazione ferroviaria ricalca fastidiosamente gli stereotipi dei peggiori melò hollywoodiani. No, se non fosse per la sempre brava Kathrin Cartlidge e per i dignitosissimi dialoghi (con battute tipo: "non sono abbastanza forte per essere vulnerabile come te"), crederei che non dell'autore di "Naked" si parli, bensì di un suo mediocre omonimo.