soni (2018)

L'India e le donne. Per un paese in rapida espansione economica, in un contesto democratico incerto ma abbastanza consolidato, un film come Soni ne evidenzia le contraddizioni. Le donne ancora non riescono appieno ad emergere inun ambiente fortemente maschilista e legato alla tradizione. Soni è una poliziotta di una task force che si occupadi reati contro le donne. Lei stessa si mette in gioco fungendo da esca contro possibili violenze e stupri.
Il film di Ayr è all'opposto delle coordinate bollywoodiane. Il personaggio di Soni e del suo superiore, donne in un contesto tipicamente maschile come quello della polizia esprimono due modi e concetti diversi su come reagire di fronte a soprusi ed inefficenze della giustizia. Approccio più ragionato (o più politico) quello del suo superiore, istintivo e molto spesso violento quello di Soni, la quale nella sfera privata deve affrontare la separazione del marito. Il film manca in qualche frangente di un po' di ritmo, ma è una fotografia chiara su un aspetto contraddittorio di un paese grande come l'India.

Siamo sicuramente davanti a un buon film indiano. Il problema diventa un epilogo femminista un tantino ingenuo - tipo "Sisters are doin' for themselves", e rischia di fare un compitino ben realizzato di un'opera coraggiosa sulla falsa emancipazione femminile in un mondo dominato ancora dall'arroganza maschile, ma non solo in India. Brava comunque la protagonista è ottimo esempio di denuncia sociale