Vole è accusato di aver assassinato una ricca vedova. Il testamento dell'uccisa, steso pochi giorni prima della sua morte, costituisce erede di una notevole sostanza il presunto assassino. La situazione di Vole è resa ancora più delicata dall'atteggiamento ambiguo della moglie Christine, una tedesca, ch'egli, inglese, ha incontrato ad Amburgo ed ha sposato durante l'ultima guerra. Il caso di Vole interessa vivamente un celebre avvocato, sir Wilfred Roberts, il quale, convinto dell'innocenza dell'imputato, malgrado la sua età non più giovane e le sue precarle condizioni di salute, ne assume la difesa.
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Si dice che la stessa Christie abbia detto che questo film sia la migliore trasposizione cinematografica di un suo romanzo, ed effettivamente è difficile credere che abbiano fatto di meglio. Tutte le interpretazioni sono perfette, Il padre di Romina Power è molto credibile nelle sue espressioni, Marlene Dietrich brava nella parte della solita "femme fatale" e Laughgton ancora una volta giganteggia questa volta nei panni di un avvocato, che nonostante i recentissimi malanni di cuore, si intenerisce per aiutare un pover uomo fidandosi delle sue sensazioni. Qualche siparietto tra l'avvocato e la sua moglie nella realtà si mischiano in un processo appassionante e dai dialoghi immensi come il finale. Unica piccola osservazione irrilevante, forse il finale è un po troppo sbrigativo perchè accade tutto un po velocemente ma non è un difetto. Forse il film di Wilder che per adesso più ho preferito, alla fine si può dire che l'unica vittima del film è proprio Laughton. Capolavoro