Sei un blogger e vuoi inserire un riferimento a questo film nel tuo blog? Ti basta fare un copia/incolla del codice che trovi nel campo Codice per inserire il box che vedi qui sotto ;-)
Operazione affascinante della Deren, che tramite degli effetti di trasparenza della pellicola e l'uso del negativo ricrea questa danza corale col cosmo in sottofondo, ottiene un effetto molto suggestivo, anche grazie alla colonna sonora di Teiji Ito che accompagna tutto il balletto, son quindici minuti poetici con queste figure dei ballerini che danzano elegantemente come nel vuoto entrando ed uscendo continuamente dalla schermata, creando un effetto di silhouette in cui non si vedono chiaramente i volti ma sono come luminescenti nel buio dello sfondo illuminato soltanto da qualche stella lontana, molto carino e gradevole, anche qui come in "Meditation on violence" siamo più vicini alla videoarte che al cinema.
Fra le cose più riuscite, nel pieno delle motivazioni di arte di Maya Deren, si ricollega splendidamente "The very eye of night". Il cortometraggio è fondato nel puro sperimentalismo e in un montaggio particolare che si manifesta nella duplicazione scenica, da una parte gli aggeggi musicali che sembrano dare il via e dall'altra l'apparato infinito di un sistema cosmico e tutte le figure che lo albergano.
Il lavoro cinematografico del 1958 è l'ultimo della regia femminile di Deren, forse simbolicamente riprende l'essenzialità della stessa definitivamente. "The very eye of night" è un viaggio nella psiche, nella celebrazione di un qualcosa di personale che sfocia, però, in una bordata di arte sfavillante. La musica è originale e svolge la funzione chiave nel corto. Si respirano strane sensazioni, in poche parole questo di Deren è un film che non accetta (come al solito) trame e intrecci, è solo arte che richiama altra arte, un gioco di corrispondenze e sovrapposizioni. La fotografia, l'ambientazione scura del cosmo e la musica determinano la bellezza del disegno.
Buon lavoro onirico della Deren, incentrato sulla danza. Forse metafora dell'armonia cosmica. Particolari anche le musiche dell'allora marito della Deren.
Bellissima e poetica opera dellla Deren, anche questa volta incentrata sul ballo e su movimenti ritmici; perfetta la coesione tra le immagini dei ballerini e lo sfondo nero offerto dal cielo pieno di stelle.
Anche se dura 15 minuti non scade mai a noia, da non perdere.
Uno spettacolo di danza nell'immensità del cosmo in cui i ballerini sono visualizzati in negativo accentuando l'impronta onirica del corto. Probabilmente un viaggio interiore dell'umanità. E' stato l'ultimo lavoro della Deren prima della sua prematura morte, suggestivo nache se sono tutt'altro che un appassionato della danza.