tre fratelli regia di Francesco Rosi Italia 1981
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tre fratelli (1981)

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locandina del film TRE FRATELLI

Titolo Originale: TRE FRATELLI

RegiaFrancesco Rosi

InterpretiCharles Vanel, Michele Placido, Vittorio Mezzogiorno, Philippe Noiret

Durata: h 1.50
NazionalitàItalia 1981
Generedrammatico
Al cinema nel Gennaio 1981

•  Altri film di Francesco Rosi

Trama del film Tre fratelli

Tre fratelli si ritrovano al paese in occasione della morte della madre. Uno è un giudice che combatte il terrorismo, il secondo è assistente in un carcere minorile, il terzo fa l'operaio. La notte della veglia funebre è occasione di confronto, discussione, scontro fra i tre, le cui esistenze sembrano averli portati a distanze insuperabili l'uno dall'altro. Ripartiranno, dopo il funerale, mentre il vecchio padre resterà solo con i suoi ricordi.

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Voto Visitatori:   7,69 / 10 (13 voti)7,69Grafico
Miglior regiaMiglior fotografiaMiglior sceneggiaturaMiglior attore non protagonista (Charles Vanel)
VINCITORE DI 4 PREMI DAVID DI DONATELLO:
Miglior regia, Miglior fotografia, Miglior sceneggiatura, Miglior attore non protagonista (Charles Vanel)
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Voti e commenti su Tre fratelli, 13 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

Goldust  @  19/08/2020 09:10:12
   6½ / 10
Sullo sfondo di un meridione rurale sempre uguale a se stesso e nel pieno di un momento delicato di storia politica e sociale italiana ( gli anni delle brigate rosse e delle tensioni con lo stato ) si snoda questa storia di disagi personali e di confronti famigliari, dove tre fratelli lontanissimi per modi di pensare e di vivere la vita si ritrovano in occasione del funerale della madre. I toni sono pesanti e da Rosi non ci si poteva aspettare niente di diverso, piuttosto il film sembra rimanere insoluto tanto che la soluzione adottata per tirare le fila dei discorsi tra fratelli ( ognuno dei tre vive un sogno esemplificativo riferito alla propria situazione ) non riesce a sfociare in un compiuto bilancio esistenziale. Nel cast ottimamente in parte spicca Charles Vanel nella parte del dolente patriarca.

DarkRareMirko  @  09/10/2018 21:59:15
   9 / 10
Notevolissima prova per Rosi, secondo me tra i suoi migliori film in assoluto, con un dramma intimo a tesi, che non risparmia giudizi acidi su temi, stati, persone (Italia violenta, Italia di soprusi).

Attori uno più bravo dell'altro (poi Placido l'ho sempre adorato) in un'opera secca, priva di sbrodolate e difetti.

Dick  @  24/08/2014 15:00:10
   8 / 10
Bel film di Rosi su uno spaccato della società tra presente e passato con dei grandi interpreti.

Gruppo REDAZIONE amterme63  @  27/04/2014 16:58:04
   8 / 10
Con "Tre fratelli" Rosi continua l'operazione "memoria" iniziata con "Cristo si è fermato ad Eboli". Siamo però ad uno stadio successivo. Il mondo del passato non è più fatto rivivere, ma funge semplicemente da sfondo; è una presenza ormai fatta di oggetti senza più funzione effettiva, oggetti-memoria appunto, usati come contesto-sfondo su cui confrontare a contrasto i dilemmi, le contraddizioni, i problemi dilaceranti del presente.
Con il suo solito ritmo molto lento e meditativo, la mdp di Rosi indugia sui paesaggi, sugli ambienti, sugli oggetti, sulle persone-relitto di un mondo che già nel 1980 si percepiva come scomparso. Sono inquadrature cariche di pathos estetico, delle vere e proprie "carezze" nostalgiche. "Tre fratelli" testimonia l'inizio dell'atteggiamento attuale verso il passato contadino, cioè come di un mondo perduto da guardare con nostalgia sentimentale, da usare come abbellimento, sfondo di un ambiente e di una vita presenti sentiti come estranei, brutti, alienanti.
Ed è proprio il mondo complesso, contraddittorio, difficile degli inizi anni '80, quello che emerge dalle storie esemplari dei tre figli del vecchio Giarratana. C'è da dire che "Tre fratelli" è un film anche fin troppo didascalico. I tre personaggi in questione sembrano proprio creati ad arte per esporre tre linee di comportamente e pensiero, ritenute come prevalenti ed esemplari in quegli anni. Troppo esemplari, tanto che si ha a volte la sensazione di forzatura e artificio, e non di naturalezza. Soprattutto i dialoghi sembrano fatti apposta per esporre dei dilemmi trattati da opposti punti di vista. Sembra a volte di vedere un film americano classico degli anni '50, da quanto le scene, i personaggi e i dialoghi contengono esposizioni chiare e dirette di questioni etiche e sociali cruciali.
Addirittura l'espediente dei sogni sembra fatto proprio apposta per illustrare nei loro risvolti inconsci e psicologici le teorie esposte dai personaggi-modello.
Ne esce fuori un film da vedere soprattutto come testimonianza di come veniva politicamente visto il presente da parte degli uomini di cultura nei primi anni '80. Quegli anni erano soprattutto segnati dal fenomeno del terrorismo. Purtroppo chi non ha vissuto allora non può sapere dell'angoscia che serpeggiava in tutte le coscienze di fronte allo stillicidio quasi quotidiano di attentati e morti. "Tre fratelli" ce ne dà una viva testimonianza. Allo stesso tempo il film però ci fa capire come la reazione civile ed etica vivissima all'epoca si sia ormai irrimediabilmente dissolta. Infatti i tre fratelli rappresentano tutti atteggiamenti e mentalità oggi scomparse: Nicola era il contestatore di estrema sinistra, deciso, impegnato, duro, pronto a scioperare ad oltranza pur di ottenere quello che voleva; Lino era il servitore dello Stato, illuminato, coscienzioso, a suo modo aperto e raziocinante; Rocco era il cattolico utopista, sognatore, impegnato fino al sacrificio della propria vita privata.
Sono caratteri e atteggiamenti che oggi si fatica a trovare nella gente comune, esistono solo come individui isolati, oggi più di allora. Possiamo dire con il senno di poi che i sogni e le aspirazioni dei tre fratelli si sono dissolti in niente e anzi si sono ironicamente rovesciati nel loro contrario. Rispetto alle aspirazioni di Nicola mai come oggi i deboli sono passivi e subiscono ogni angheria senza reagire, la missione di Lino si può dire fallita: arginato il pericolo del terrorismo, le istituzioni democratiche sono forse ancora più in pericolo in quanto la svolta autoritaria proviene dalle istituzioni stesse; l'utopia di Rocco di un mondo liberato dai topi, dai rifiuti, dalle armi, le delinquenze e le droghe, è sotto gli occhi di tutti a che punto sia. L'ultima immagine del film, con il rogo delle immondizie sullo sfondo figurato di Napoli, oggi appare tristemente assumere un beffardo significato premonitore. In negativo purtroppo.
"Tre fratelli" è comunque un film molto bello che a me è piaciuto molto.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Angel Heart  @  26/01/2011 20:25:49
   7½ / 10
Triste storia di tre fratelli che, ritornati nel piccolo paese natale per il funerale della madre, avranno modo di riflettere sulle loro vite e di immaginare un'ipotetica possibilità di svolta. Emozionante, coinvolgente, e pieno di significati, non approfondisce particolarmente il legame tra i fratelli (estranei tra loro, separati dalla vita ed ognuno con i proprio problemi) ma lascia però molto spazio alla riflessione di questi con sincerità e malinconia.
Forse avrebbe funzionato meglio se avesse scavato più a fondo sulle cause per le quali i tre combattono (lotta politica, proletaria e giudiziaria), e se fosse terminato in un finale un pò più concreto. Ma tutto sommato, va bene anche così.
Ottime le prove degli attori, tra cui si distingue in modo particolare quella del giovane Michele Placido (incredibile la somiglianza con Don Johnson in "Miami Vice"). Indimenticabile, commovente e di gran drammaticità invece la scena in cui i tre, all'alba, piangono ognuno per canto loro. Puro cinema. Aggiungo mezzo punto per questo stupendo momento che Rosi ha saputo catturare alla perfezione.

Un film che invito a vedere a chiunque, sia per la bellezza dell'opera in sè, sia per ricordare a tutti che una volta anche noi sapevamo fare cinema. Adesso di registi veri ne abbiamo pochi o niente, mentre gli attori migliori li peschiamo direttamente dal grande fratello, da veline o dallo stadio.

3 risposte al commento
Ultima risposta 27/01/2011 06.44.57
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Invia una mail all'autore del commento Elly=)  @  28/11/2010 15:58:30
   6½ / 10
In questo film, liberamente tratto dal racconto "Il terzo figlio" di Andreij Platonov, Francesco Rosi affronta diverse tematiche sociali, come lo sfruttamento della classe operaia, gli effetti della povertà sui giovani e la violenza del terrorismo. La forza de film emerge nei momenti di maggiore distensione, quando viene approfondita la psicologia dei tre protagonisti, che non si sentono più legati alle loro origini. I vaghi tentativi di rivivere situazioni del passato non fanno altro che sottolineare, dolorosamente, i cambiamenti che hanno subito. Mescolando abilmente dramma e fantasia, Rosi ci mostra il futuro dei tre fratelli, adattandosi stilisticamente alle personalità dei protagonisti. Il finale ricorda l'importanza di godere pienamente di ogni attimo di vita.

JOKER1926  @  01/11/2010 18:23:55
   7 / 10
"Tre fratelli" è un lavoro robusto e significativo che porta dopotutto una firma importante, alla regia infatti un solito Francesco Rosi che porta generalmente i film a calcare i lidi del dibattito imperniato nel sociale e nella politica.
La pellicola del 1981 tratta attraverso la mente e le icone di varie personaggi l'Italia passata e quella del presente e del futuro; tre fratelli di carattere e professione lontane si vedono dopo tempo e riaccendono tramite un esplosione verbale i propri concetti e le vedute circa la loro vita, il tutto collimante pienamente con i problemi del tempo e con un minaccioso terrorismo.

"Tre fratelli" è forse una delle maggiori opere italiane a livello tecnico, qui lo spettatore divaga le proprie sensazioni dinanzi ad una fotografia che, definirla perfetta, suona come ridimensionamento. Praticamente quella progettata da Rosi è una fotografia incredibile, magnetica che riesce a scandire al meglio i vari scenari, ogni fotogramma è poesia, un'opera artistica incommensurabile.
Gli attori in gamba riescono facilmente a trasmettere emozioni al pubblico; la regia è in linea di massima sofisticata e ingegnosa proponendo scene suggestive che, grazie alle musiche, vanno a compattare un qualcosa di perspicace e di spessore, in pratica nulla di superfluo, "Tre fratelli" è visione politica; analisi pacata ed elegante, sottile e pragmatica che vive in metafore e ricordi; acclamata negli anni addietro e rievocata anche nelle opere nuove, vedere l'omaggio di Tornatore.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR foxycleo  @  03/06/2010 10:43:41
   7½ / 10
Tre fratelli che rappresentano tre modi di vivere differenti e tre sfere culturali diverse si riuniscono nel paese natio per il funerale della madre. Rosi non approffondisce troppo i legami famigliari per lasciare ampio spazio alla fotografia di un'Italia allo sbando vista da prospettive diverse.
Un film intimista con personaggi caraterizzati in maniera più forte di altri. Poco sfruttato Vanel che aveva già collaborato con Rosi in "Cadaveri eccellenti".

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  @  28/04/2010 14:11:30
   7 / 10
Tre fratelli originari del sud Italia tornano al paese natio per partecipare al funerale della madre. Eletti a simboli di varie classi sociali e di generazioni differenti si troveranno a dibattere dei problemi di un Italia allo sbando, in preda agli incubi generati dal terrorismo e ad una situazione lavorativa sempre più tormentata.
Rosi prende come spunto un ritrovo famigliare per un confronto,per pronunciarsi su un paese in difficoltà cercando vie risolutive e parlando per bocca dei fratelli legati strettamente al loro quotidiano. Sullo sfondo il vecchio padre e la figlia di uno di questi, gli unici concentrati sul lutto che li ha appena colpiti, in quanto distaccati per ovvie ragioni anagrafiche dall'allarmante attualità.
La pellicola patisce un considerevole immobilismo, appare faticosa in più punti ma l'idea dell'ambientazione (un'isolata masseria) è notevole, in quanto ambiente fuori dal mondo, lontano da ogni suggestione e quindi perfetta per valutazioni esenti da influenze esterne. Ed è proprio nel palesare dubbi e timori ormai radicati con forza che Rosi riesce a tirar fuori il meglio, pur assumendo toni a tratti troppo appassionati rende bene lo smarrimento e la paura. Appare invece meno concentrato sul racconto prettamente famigliare, orientato secondo coordinate molto formali lascia che il tutto proceda senza particolari scossoni. Non tutti i personaggi producono un impatto prepotente sulla pellicola, il misurato Noiret e l'arrabbiato Placido colpiscono a fondo, molto meno il sognatore Mezzogiorno in un ruolo poco concreto. Sprecato il padre, memoria storica sfruttata a dovere solo a tratti ed in un ambito sempre privato.
In definitiva Rosi offre il suo impegno civile riponendo le speranze di un cambiamento nella saggezza nei vecchi e nella determinazione dei giovani, che possano davvero comprendere le grandi contraddizioni del terrorismo.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  12/09/2008 22:22:37
   8 / 10
Rispetto alle sue pellicole più famose, Rosi sceglie una via più intimista per affrontare le tematiche sociali del periodo: dal terrorismo agli scontri sociali, dalla crisi della famiglia allo smarrimento di una generazione. Tre fratelli che si portano dietro il peso, forse troppo più grande di loro, di un paese in difficoltà. La saldatura fra i valori della cultura contadina (il nonno) ed il nostro futuro (la bambina) potrebbe essere la soluzione.

freddy71  @  29/12/2007 20:04:49
   9 / 10
molto bello.....soprattutto il finale......fa riflettere.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR agentediviaggi  @  22/01/2007 10:02:35
   8 / 10
Tra i film di Rosi è quello che mi ricordo meglio. E' un film semplice e bello su 3 3 fratelli che tornano al paese del Sud dove sono nati per la morte della madre. 3 mondi diversi tra loro si scontrano sui temi caldi; c'è l'impulsivo, c'è il giudice integerrimo, c'è l'assistente sociale. Quest'ultimo (un Mezzogiorno in doppio ruolo) sogna di dirigere un'orchestra e di mettere tutti in sintonia. Intimista e profondo.

Gruppo REDAZIONE maremare  @  28/09/2006 00:47:24
   8 / 10
Un Rosi intimista.
Un film da vedere.

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