una fragile armonia (2012)

"Una fragile armonia" (titolo bellissimo) descrive le dinamiche che si sviluppano all'interno di un quartetto d'archi classico, una formazione spesso crudele che può scatenare i peggiori istinti dell'essere umano, richiedendo affiatamento ma allo stesso tempo individualismi estremi.
A tenere il film su un piano sufficientemente apprezzabile sono le interpretazioni dei quattro protagonisti: Mark Ivanir (primo violino), Philip Seymour Hoffman (secondo violino), Catherine Keener (viola), Christopher Walken (violoncello), perché nonostante il tentativo di rendere realistiche queste dinamiche psicologiche, si percepisce una sostanziale artificiosità nei dialoghi e un modo spiccio di concludere certe situazioni.
Probabilmente il film avrebbe beneficiato di un tempo narrativo maggiore e di una mano più esperta alla regia.

Dramma che coinvolge un quartetto d'archi che a causa di un evento sconvolgente scoperchia vecchi e mai sopiti rancori uniti a nuovi problemi ..
Un pò statico e tanto teatrale , nei dialoghi come nelle scenografia molto barocca e quasi finta .. Ma è difficile sbagliare un film con Hoffman , Keener e Walken mostri della recitazione ..

L'incolpevole Beethoven è stato suo malgrado impastato nell'ennesimo polpettone fatto di "amori impossibili", tradimenti, invidie, rivalità, malattie terminali ecc. Dall'idea iniziale poteva scaturire qualcosa di più significativo e diverso dal solito. Ahimè!

neanche leggo le precedenti impressioni... non voglio lasciarmi condizionare nel giudizio di un film bello appena finito di vedere... chi ama la musica, la composizione, il quartetto, la direzione, Beethoven e l'op. 131 (7 movimenti senza pause: una rivoluzione all'epoca!) non può non apprezzarlo! e nelle vicende musicali del quartetto ci sono quelle umane dei componenti... amore, sentimenti, morte, malattia (non dico oltre per non spoilizzare)... forse c'è troppa carne al fuoco per quanto le storie personali, le trame familiari e d'amicizia, dei protagonisti... ma il film è toccante, ti prende (105 minuti è un buon equilibrio), fa partecipare, non è mai banale, tocca le corde del cuore e dell'anima... le interpretazioni degli attori sono da veri professionisti, regia israeliana molto sensibile... di lì a poco moriranno Badalamenti (commento sonoro) e Seymour (Robert, il 2° violino)... Per concludere, rimarco la "genialata" di far iniziare il film con la stessa scena con cui termina, anche se al principio non si capisce... ma rivista e riascoltata - la stessa sequenza - ora assume tutto un altro spessore, perchè dopo la trama dei fatti lo spettatore e l'ascoltatore hanno l'animo diverso... ciò è il paradigma della "ripresa" nella sonata classica, in cui anche se arriva (es.: Mozart e Hadyn) a ripetere le stesse frasi musicali, all'orecchio ora i motivi appaiono "diversi," perchè diverso è lui, diversi noi!

...drammaticamente ben confezionato

Ottimo film, ottime interpretazioni, per non parlare delle musiche...da vedere

All'interno di un quartetto d'archi una tegola comincia a cedere e ne seguira' un effetto domino che coinvolgera' tutto il gruppo. Gara di bravura tra i quattro protagonisti alle prese com musica, amori e addii...
Un ritorno al cinema classico.

Questo interessante lavoro di Zilberman si avvale del contributo prezioso oltre che di grandi attori anche della forza prorompente del linguaggio musicale inteso come moto sublime e struggente dell'animo umano che per quanto trepidante e romantico può portare un grande vissuto di sofferenza e dolore. E' proprio attraverso la sublimazione del dolore che si riflettono e si intrecciano le emozioni e le inquietudini all'unisono con i movimenti stessi dell'opera 131 scanditi come se seguissero il filo di un lunghissimo soliloquio dell'animo. Tutto è equilibrio nella vita ma è equilibrio disarmonico, imperfetto....come l'armonia più raffinata e gioiosa pronta a flettersi in un contrappunto di afflizione e sconforto....e questo si riproduce nell'immenso magma della natura dell'uomo che deve rendere coese anime diverse....ciascuna col proprio ego al servizio di se stessa...ed UNA FRAGILE ARMONIA, dettata dalla sovrapposizione degli umori più che dei suoni, finisce per perdersi e ritrovarsi poi attraverso la melodia del lessico musicale che in fondo è il pentagramma della vita con i suoi toni acuti e gravi, i crescendo e gli sfumati...Quest'opera è un'evidente dichiarazione d'amore verso la musica, la stessa musica che dapprima ci nutre e ci protegge per poi rimetterci nel crudele labirinto della vita....Ma si volta pagina, ancora una volta, come in uno spartito....per poi ricominciare....

Pur non essendo il mio genere di film, devo ammettere che Una Fragile Armonia è una pellicola che merita una visione: delicato, intenso, diretto con garbo ed eleganza, ottimamente interpretato.
Molto interessante notare come in raccontato equilibrio (fragile) perdurato per vent'anni all'interno di un quartetto venga alterato dalla malattia del "collante", un pacato ma emozionante Walken.
Insomma, lasciatevi trasportare dalle note fluide dei grandi compositori che, ahimè, accompagneranno i toccanti drammi di coppia e di amicizia che riempiono un film malinconico ma, in fondo, pieno di speranza.

Un film delicato e appassionato. Una storia gradevole e contemporaneamente intensa.
Ottimo il cast.
A vedere dopo l'improvvisa scomparsa il grande Philip Seymour Hoffman mi sono quasi commossa.

Film delicato e passionale al tempo stesso, interpretato molto bene sicuramente merita di essere visto.

D'accordo con gli altri utenti, un piccolo grande gioiellino con un casr strepitoso, peccato così pochi voti

Un piccolo gruppo di grandi attori diretti con garbo e misura danno vita ad un film delizioso, di impianto quasi teatrale, che cresce emotivamente.

Davvero una bella sorpresa, da vedere.

buon film che si regge su un buon cast guidato da Seymour Hoffman e Walken.

Il quartetto di musicisti entra in crisi quando un componente si ammala di Parkinson e si rende necessaria la sua sostituzione. All'interno del quartetto vi è poi una coppia. Quindi abbiamo un matrimonio (classico) all'interno di un "matrimonio allargato" perché fare parte per molti anni di un quartetto significa fare rinunce importanti, mettere da parte le proprie ambizioni personali per il gruppo.
Così quando il gruppo scricchiola a causa della malattia tutte le insoddisfazioni latenti all'interno dei due matrimoni emergono mettendo in discussione tutto quanto.

Il film l'ho trovato delizioso e toccante nel finale.

Consigliato.

Un quartetto d'archi è un gruppo fatto di equilibri in cui ogni componente ha un suo ruolo preciso e sono strettamente interconnessi tra di loro. Il rispetto di tali ruoli è fondamentale per la tenuta del gruppo che si scopre meno solido di quanto si poteva credere nel momento in cui il collante e il cuore pulsante del gruppo (Peter) si ammala di Parkinson.
Senza collante il gruppo si sfalda, le individualità, le gelosie e le frustrazioni emergono ed ognuno sembra andare in direzioni diverse. Il film narra di un cambiamento all'interno del quartetto, la sostituzione futura di un componente che ristabilisca gli equilibri. Cambiare perchè in fondo nulla cambi. Un film basato sugli attori ed il calibro degli intepreti riesce a dare anima e cuore al film.