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Cortometraggio incompiuto della Deren, in collaborazione con Duchamp, lavoro che visto oggi nella versione di dodici minuti sembra totalmente sperimentale e senza un filo narrativo, di filo vi è solo quello che sta tessendo questa, credo, giovane strega, che progressivamente prenderà possesso della scena, espandendosi sempre di più, la Deren non rinuncia ai simbolismi - il cuore che batte (?), la spirale che si ripete più volte, il filo che subentra nelle vene e arterie - e crea un'atmosfera estremamente suggestiva, mostrando la sua passione per l'occulto e l'esoterismo, creando un mood molto particolare, che in parte mi ha ricordato "Devil's Doll" di Browning, per restare più o meno nello stesso periodo, ma avrà una discreta influenza anche in opere come "Suspiria" e "La maschera del demonio", e of course sulla filmografia di Anger. Un peccato non avere la versione definitiva.
Lavoro incompiuto della Deren, girato nel museo Guggenheim in occasione dell'esposizione Art of this Century, nell'area della sezione surrealista del 1942 realizzata da Marcel Duchamp. Le immagini del girato sono state successivamente recuperate e montate dall' Anthology Film Archives dopo la morte della regista, dunque non sapremo mai cosa effettivamente la Deren avesse intenzione di realizzare. Da quello che si può intuire è che Il perno centrale del racconto ruota sicuramente intorno alla stregoneria e certe sue relative forme di credenza (il titolo già lo dice: LA CULLA DELLA STREGA), il cerchio tatuato come marchio della strega, l'immagine allo specchio... Marcel Duchamp è l'uomo che s'intravede "giocherellare" in giardino con delle corde tra le mani, corde che s'intrecciano tra di loro, intessute come una tela che fora di prepotenza l'obiettivo, diventando immagine principale di tutto il cortometraggio. Chissà quale sarebbe stato il risultato se il film fosse stato completato, ma per ciò che mi riguarda, osservando quei pochi ma incisivi frammenti e scarti di montaggio, non escluderei assolutamente un'opera potenzialmente superiore anche a MESHES OF THE AFTERNOON. Ah! ottima la scelta della ragazza che interpreta la strega, se tutte le streghe fossero così !
Un corto fine ed elegante nelle inquadrature a cui si unisce un surrealismo piuttosto squadrato,fatto di forme e cerchi che ricordano molto le prime sperimentalizzazioni degli anni '20.un po' troppo criptico per i miei gusti,ma comunque ne vale una visione,almeno per il fascino maledetto che riesce a emanare.magari se non fosse stato incompiuto avrebbe fatto più effetto.
Incompiuto capolavoro della Deren, eccezionale, come del resto tutti i suoi lavori, se analizzato sotto il punto di vista registico.
Il corto relativamente a ciò difatti esprime il meglio di sè (tramite inquadrature finissime, un'eccellente fotografia e via dicendo), visto che per forza di cose non si può comprendere molto della trama (trattante una ragazza che ha il viso tatuato di segni tipici di stregoneria).
Quoto l'altro commento sulle indiscutibili potenzialità che il corto poteva avere se fosse stato terminato.
Il voto esprime solo un'impressione personale su un corto incompiuto. In realtà più che un lavoro incompiuto è solo un abbozzo, ma dalla potenzialità enorme visto che è inserito nel periodo più creativo della Deren. C'è in comune a Meshes quel senso di circolarità della storia, "l'inizio è la fine", tatuato sulla fronte della ragazza/strega.