x-files: voglio crederci (2008)

Non essendo mai stato un fan della serie posso parlare in modo decisamente obiettivo del tanto atteso sequel di X-Files.
La sceneggiatura si allontana da quelli che erano i temi principali affrontati nella serie ed anche da quelli affrontati nella prima trasposizione cinematografica proiettata nelle sale dieci anni fa. Venendo a conoscenza di ciò prima della visione del film è difficile non pensare ad una scelta sbagliata. Questa prima sensazione però e decisamente rovesciata dopo aver seguito con attenzione la prima parte del film. La decisione sul soggetto di questa pellicola è stata presa con la ferma volontà di poter approfondire meglio i rapporti tra i vari protagonisti. Bisognava ripresentare al pubblico due personaggi che avevano abbandonato la sfera dei casi misteriosi da oltre 6 anni. Era inoltre necessario far comprendere la psicologia e lo spirito che anima i due protagonisti anche a chi non aveva avuto l'occasione di seguire le vicende narrate nella serie. Il risultato è stato soddisfacente.
I dialoghi sono il vero punto di forza del film. Non una sola battuta è lasciata al caso e il tutto concorre a mostrarci il lato umano dei vari personaggi. Paure, ansie, incertezze di fronte ad una vita passata che sembrava ormai lasciata alle spalle e che improvvisamente si ripresenta con un nuovo caso. I caratteri apparentemente diversi dei due protagonisti portano a molteplici spunti di riflessione e lo spettatore ha l'opportunità di seguire la vicenda da due punti di vista, il che conferisce al film una notevole profondità psicologica e filosofica.
L'azione è concentrata maggiormente nella seconda parte dove lentamente le tenebre che avvolgevano il caso iniziano a scomparire, fino ad arrivare alla soluzione finale dell'enigma.
Chris Carter sente suo questo prodotto e alla regia non delude minimamente. Le inquadrature, i primi piani dei protagonisti...ogni cosa è preparata con la massima attenzione e nel pieno spirito di quella che è stata la serie televisiva.
La colonna sonora è stata completamente ricomposta, senza eliminare i pezzi chiave come la più che famosa sigla, arrangiata in modo diverso affinchè potesse conferire maggiore dinamicità e forza alla pellicola.
La prova degli attori è più che buona. Gli anni passati non hanno cancellato la loro capacità di immedesimarsi nei panni dei personaggi, interpretati per tanto tempo. Billy Connolly riesce a calarsi nella parte di un prete visionario con molta naturalezza e conferisce spessore al suo personaggio. Amanda Peet dimostra di essere una brava attrice in una parte a lei congeniale. La presenza di Mitch Pileggi desta ricordi nostalgici su quella che è stata una delle più seguite serie tv degli anni '90.