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Nel West Virginia l'FBI sta indagando su una serie di misteriose sparizioni. Un ex prete pedofilo (Bill Connelly) ha delle strane visioni che portano gli agenti federali a ritrovare qualche pezzo di corpo umano dei desaparecidos in questione, sepolti qua e la sotto sconfinati campi di neve.
La natura paranormale dei ritrovamenti lascia pensare ad un vero e proprio x-file; i federali si mettono quindi prontamente in contatto con l'ex agente speciale Dana Scully (Gillian Anderson), chiedendole di convincere anche il suo ex partner Fox Mulder (David Duchovny), che nel frattempo vive nascosto ed isolato dalla società, a tornare in via straordinaria nell'FBI per indagare e risolvere il caso.
Detto, fatto: Scully riesce a convincere l'eremita Mulder, abbacchiato e deluso dalla vita, a tagliarsi la barba alla Mesner ed a tornare al lavoro.
Quello che segue è uno dei thriller più scontati e scadenti della storia del cinema.
A quasi dieci anni di distanza dalla fine di una delle serie più amate degli anni Novanta arriva un nuovo episodio per il grande schermo, che nei mesi precedenti la sua uscita aveva suscitato una febbrile attesa da parte dei vecchi fan e delle nuove generazioni incuriosite; imponenti in tal senso le misure di sicurezza prese da Chris Carter per non far trapelare alcunché della storia fuori dal set.
Tanta e tale attesa è stata però frustrata da film oggettivamente lungo, noioso ed a tratti irritante, dato che metà della pellicola presenta Mulder e Scully persi in dialoghi interminabili ed ossessivamente ripetitivi. È lampante la scarsità di fondi e mezzi, evidenziata dal risultato finale dell'opera, ed a risentirne maggiormente è il ritmo, troppo lento e macchinoso per un thriller.
Siamo molto lontani dal precedente lungometraggio "X-Files - The movie" (1998), diretto da Rob Bowman ("Electra", 2005), con attori del calibro di John Neville e Martin Landau: pellicola, quella, dotata di un budget elevato, ricca di grandi effetti speciali, coinvolgente e nel complesso abbastanza convincente; dal discreto risultato del primo film si è passati ad un disastro quasi totale.
Il vero x-file resta l’identità di chi ha approvato una sceneggiatura, firmata da Frank Spotnitz e Chris Carter, così piatta e lacunosa.
Duchovny e la Anderson appaiono invecchiati, sbiaditi e privi di spessore; probabilmente più per colpa dell'imbarazzante script che del loro lavoro.
Inutile cameo di poco più 5 minuti nelle scene finali per Mitch Pileggi, il direttore Skinner, vecchio collega e amico della coppia.
Il killer seriale stavolta è un russo, una spece di Dott. Frankestein moderno, che agisce per salvare il suo amato compagno malato terminale, in nome di un grande amore omosessuale: ebbene, la psicologia ed il passato di questi personaggi non vengono neanche sfiorati; l'intreccio risulta in più punti sgangherato, ridicolo e privo di qualsiasi spiegazione logica. Neanche le scene horror delle mutilazioni e dell’operazione chirurgica a mo’ di collage umano riesce a spaventare o a suscitare emozioni, inserite come sono in un contesto inverosimile e poco credibile.
L'evocativo "I want to believe" del titolo, che nella serie si riferiva al voler credere alla cospirazione governativa intenta a nascondere l'operato sulla Terra degli alieni, qui è totalmente rivolto al dogma dell'esistenza di un dio buono e giusto e dispensatore di divina e manzoniana provvidenza; di alieno c'è solo il disco volante nel mitico poster di Mulder, inquadrato a inizio film.
Altro tema di questo delirio carteriano è l'amore materno, quell'amore a cui Scully ha dovuto rinunciare dopo la decisione di dare in affidamento il figlio, suo e di Mulder, per paura di coinvolgero nella battaglia col governo ombra. Amore madre-figlio uguale amore Dio-uomo? Cosa volesse davvero dire Chris Carter con questo film rappresenta un secondo interessante x-file.
L'unica scena degna di nota si ha quando dentro il quartier generale FBI di Langley viene inquadrata la foto di Bush appesa al muro e, in sottofondo, parte il celebre motivo fischiettato di Mark Snow, quello della sigla della serie.
Bush viene da Marte? E' possibile.
Buona la fotografia di Bill Roe ("Electra", 2005), efficace nell’immortalare con stile i freddi e grandi spazi innevati del West Virginia.
Il resto è stucchevole e deludente.
La serie televisiva terminava con Mulder che rivela a Scully la data dell'imminente invasione aliena sulla Terra; francamente, visto questo nuovo capitolo, sarebbe stato meglio non andare oltre.
"X-Files - I Want to Believe". Indifendibile.
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Recensione a cura di Terrygilliam - aggiornata al 22/10/2008
Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it
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