alla luce del sole regia di Roberto Faenza Italia 2004
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alla luce del sole (2004)

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locandina del film ALLA LUCE DEL SOLE

Titolo Originale: ALLA LUCE DEL SOLE

RegiaRoberto Faenza

InterpretiLuca Zingaretti, Alessia Goria, Corrado Fortuna, Giovanna Bozzolo

Durata: -
NazionalitàItalia 2004
Generedrammatico
Tratto dal libro "Alla luce del sole" di Roberto Faenza
Al cinema nel Gennaio 2005

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•  Link al sito di ALLA LUCE DEL SOLE

Trama del film Alla luce del sole

Chiamato dal vescovo di Palermo a occuparsi della parrocchia di un quartiere alle porte della città, Brancaccio, dove era nato, in meno di due anni Giuseppe Puglisi era riuscito a costruire un Centro di accoglienza. Qui, coadiuvato da un gruppetto di giovani volontari, lottava giorno dopo giorno per salvare dalla perdizione decine di piccoli innocenti. Presto capì che per incidere in quel tessuto disgregato bisognava fare e dare di più. Fare e dare di più significava scontrarsi contro l'inerzia del potere locale: per avere una rete fognaria, una scuola, un distretto sanitario, tutte cose che a Brancaccio mancavano da sempre. Inevitabilmente il suo percorso lo porta a entrare in conflitto con gli interessi del potere mafioso...

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Voto Visitatori:   7,97 / 10 (100 voti)7,97Grafico
Voto Recensore:   8,00 / 10  8,00
David giovani
VINCITORE DI 1 PREMIO DAVID DI DONATELLO:
David giovani
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Voti e commenti su Alla luce del sole, 100 opinioni inserite

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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Enzo001  @  24/12/2007 13:34:19
   7½ / 10
Film di Roberto Faenza, che a mio giudizio è un bravo regista, merita molto. Tematica forte ed importante, sviluppata bene. Non male gli attori e nel complesso una buona regia. Commovente (anche se per me ci vuole poco...), da vedere. La lotta "impossibile" di un ecclesiastico contro una mafia presentata ancora una volta nella sua veritiera drammaticità.

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Ultima risposta 29/05/2008 15.09.31
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento thohà  @  14/02/2007 15:04:17
   7½ / 10
Dò un voto con il cuore e mi limito a riportare qualche frase. Magari fa intendere meglio l'atmosfera di questo film/quasi documentario.
Con un inizio, per me rivoltante, inguardabile, parlato in dialetto siciliano, a volte un po' incomprensibile, è la storia di un sacerdote in una reltà difficile, pericolosa ed ostile.

Il bambino: "Ci sono due tipi di gente. Quelli che camminano a testa bassa e quelli d'onore, che camminano a testa alta" - "Diciamo che io sono qua a cercare di far camminare tutta la gente a testa alta".

"E quando tuo padre ti dà un ordine è una sentenza di cassazione!".

"La verità non viene dai giornali, ma dalla nostra testa".

"Cosa dice l'ottavo comandamento?" - "Non testimoniare" - "Ma no! 'Non dire falsa testimonianza'... è diverso".

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Ultima risposta 14/02/2007 16.01.49
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  22/03/2006 21:06:27
   8 / 10
Un capolavoro!uno dei pochissimi film italiani su cui si ci può andare fieri!

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Ultima risposta 07/09/2006 00.28.15
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genni  @  17/08/2005 21:30:24
   6 / 10
Un film che merita per il suo spessore argomentativo e per Zingaretti,tuttavia si riserva di una sceneggiatura fin troppo telegenica e semplice.Buono,ma per abbassare la media metto un sei.

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Ultima risposta 25/09/2005 20.13.11
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Xena3000  @  26/02/2005 14:08:03
   8 / 10
Veramente un bel film! L'ho visto oggi con la scuola! Essendo siciliana, conoscevo un po' la storia di Don Puglisi, il fratello del vero parroco, è un assiduo frequentatore della palestra di mio padre! Un film che fa riflettere, su quello che è stata la Sicilia i quegli anni davvero drammatici, non che ora sia tutto calmo mah... Non siamo + a quei livelli! Andate a vederlo!!

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Ultima risposta 01/03/2005 16.29.56
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marie  @  22/02/2005 18:00:47
   9 / 10
Lotta don Pugliesi con quella scarpa che non
vuole ripararsi, va a cercare i bambini uno per
uno e non ha paura di portare all’aperto i banchi
della chiesa, di alzare la voce, di bussare alla
porta del nemico. Un uomo che non si stanca
di insistere, di cercare di unire, costruire, lì dove
sembra non esserci alcuna speranza.
Un film italiano fatto per gli italiani dirà senza
dubbio qualcuno.
Questi film vanno fatti e soprattutto vanno visti,
perché non è vero che la mafia è un problema
“italiano”, la mafia è un problema reale per
gli sfortunati che devono lottarci giorno dopo
giorno! I problemi di traffico di stupefacenti e armi,
sfruttamento minorile, conflitti per appalti pubblici,
scommesse clandestine, delitti, sono VERI E
ATTUALI. Ci sono persone che vivono nel terrore
di finire in mezzo a una sparatoria e posti dove la
mancanza di strutture pubbliche è la norma.


CULTURA CULTURA CULTURA.


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Ultima risposta 24/02/2005 16.16.08
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fede.m88  @  22/02/2005 17:48:12
   7 / 10
Ho visto questo film con la scuola... Già all'inizio, a sentire il nome non mi ispirava per niente, pensavo fosse uno dei soliti film che la scuola fa vedere al cineforum per passare una mattinata; e anche vedendo le prime scene: quei gatti e quei cani.... Speravo che il film non fosse basato + o meno su quella roba lì, infatti non lo era. Come film è stato molto carino, a parte ovviamente il parlare napoletano che io non ci ho capito molto qualche volta.
Mi è piaciuto molto perchè parla ovviamente di questo parroco che vuole togliere i bambini dalla strada, e + che altro dalla mafia!
è stato un buon film....se vi piace il genere....GUARDATELO.......

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Ultima risposta 27/02/2005 22.50.30
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Invia una mail all'autore del commento GattoMatto  @  21/02/2005 11:58:32
   9 / 10
In un momento in cui il cinema italiano sta collezionando un fallimento dietro l'altro Faenza ci regala questo piccolo capolavoro.
Grazie.

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Ultima risposta 22/02/2005 16.50.04
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Vìola  @  18/02/2005 20:17:25
   9 / 10
Un bellissimo film che prende il cuore e fa riflettere.
Grazie a film come questi si può amare il cinema come occasione di riflessione su un mondo che non va e che dovrebbe essere cambiato.
Triste che ci siano 6 spettatori per "Alla luce del sole" e si faccia la fila per vedere "Briget Jones" (almeno è quello che accade nella mia città..)

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Ultima risposta 25/02/2005 10.14.24
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ilmessia  @  12/02/2005 19:22:13
   8 / 10
Si il film è fatto bene però poi dopo nn ci lamentiamo che il cinema italiano viene snobbato da tutto il mondo...
le storie di mafia non vanno piu'!!!!!!!!!!!!!!
Non siamo capaci di fare un film comico decente, una commedia carina...
inutile quindi chiedere un film d'azione o fantascienza siamo dei poveracci sotto l'aspetto effetti speciali, ma poi ditemi quale attore/ice italiano/a potrebbe fare un film del genere...
Avete visto raul bova e maria grazia cucinotta!!!!!!
veramente terribili al limite dell'oscenità
ciao ciao a tutti

21 risposte al commento
Ultima risposta 05/05/2005 14.52.14
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norah  @  07/02/2005 22:51:05
   9 / 10
Andate a vedere questo film,nutrimento per cervelli


53 risposte al commento
Ultima risposta 22/02/2005 10.02.20
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  29/01/2005 18:36:09
   7 / 10
(Per l'impotenza emotiva avrei potuto estrarre anche un 9)
"Come puo' il sorriso dei bambini fare paura?" ci si domanda nel film. Già com'è possibile? Difficile comprendere, dividere tra l'omertà in quanto timore di dire e un'insostenibile, aberrante, educazione sociale - culturale al clima vigente. E del resto è facile perdere il controllo e lasciarsi andare a un semplicistico imput razzista minato dalla rabbia (mi scuso con gli amici siciliani, non sarò un nordico sciovinista ma queste storie - lo dico con disagio e, consentitemelo, onestà - mettono a dura prova il rispetto nei loro confronti, la comprensione, etc.) Faenza ricostruisce dunque i due anni di Don Puglisi al Brancaccio con la capacità che gli riconosco da sempre (dai tempi di quel delicatissimo "Johan che visse nella balena" sul tema dello shioah) ma ancora una volta cede a un didattismo formale piuttosto risaputo. Per quanto pretenda di incentivare un processo inverso, il film risulta alla lunga un pò edificante e fatalista, forzando la mano nel solito martirio della vittima designata, sul sacrificio che non muore invano ma che è quasi una necessità per ribellarsi temporaneamente a un sistema eterno ed eternamente mai debellato nè sconfitto. Sconvolgente, invece, nelle prime inquadrature, con quei gatti randagi serviti come pasto per i canili, e allo stesso tempo quei cani massacrati per qualche scommessa in più... un'immagine terrificante (mi auguro sempre, da animalista, che sia tutta una finzione...) che riporta al massacro di una delle più atroci sequenze di cinema italiano degli ultimi anni, nel "respiro" di Crianese...La metafora della morte animale diventa così l'intro a un'universo dove prevale ("uomini come bestie") un climax di paura, di sopravvivenza, di "carnivora" necessità... Bravo a filmare il Brancaccio nelle sue ferite aperte e mai del tutto logorate - come dire: finchè la trasparenza che suggerisce il titolo non verrà mai rimarcata a pieno - il regista sceglie una strada ammiccante, rinunciando forse a un'analisi più profonda delle radici territoriali del prete: sceglie così i sorrisi dei ragazzini, a volte piacevolmente frivoli, altrove non del tutto soggiogati dall'immobilismo adulto, capaci cioè di pensare "con la propria testa" e vedere attorno a loro ciò che è giusto e ciò che incute solo minaccia e timore... Eppure per certi versi non posso non liberarmi dal ricordo ehm "parrocchiale" di certe operine moraleggianti dei primi anni settanta più rassicuranti che radicali Il che incute una riflessione: se lo scopo di Faenza è quello di portare l'indignazione alle conseguenze previste, la beneaugurante contraddizione di una giovinezza esposta a un bisogno di diritti negati, di un neorealismo confuso negli occhi di un bambino che ruba, o nel trucco audace di una prostituta ancora adolescente, non sempre riescono a plasmare lirismo e verità con la stessa misura

8 risposte al commento
Ultima risposta 12/02/2005 14.07.28
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Invia una mail all'autore del commento vogliovolere  @  27/01/2005 10:20:20
   6 / 10
concordo pienamente con nextam. anche io, come tanti, mi sono commossa sul finale, ma per la storia, certamente non per merito della regia. i fatti li conosciamo tutti, (a prescindere da faenza o chi per esso) e tutti ne portiamo la ferita; qui però si sta parlando di cinema, e non si può cadere nel benismo solo perchè la trama del film narra una crudeltà dei nostri giorni. io l'ho trovato superficiale!
un soggetto come questo è di per sè intenso: voi state commentando la realtà, io commento la regia.

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Ultima risposta 28/01/2005 02.41.20
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nextam  @  24/01/2005 22:09:46
   6 / 10
dopo "prendimi l'anima" ci si aspettava qualcosa in piu' da questo Faenza, che si e' soffermato lungamente su una presunta relazione tra Jung e una sua paziente e non ha sviluppato a fondo, invece, un grande soggetto come il dramma di Don Puglisi, ampiamente documentato, risultando a volte addirittura banale nei dialoghi e nelle sceneggiature, ottenendo come risultato lo stereotipo del film italiano in argomenti di questo genere. Da spiegare la scena iniziale forse superflua rispetto al contesto del film. Buona l'interpretazione di Zingaretti nonostante il copione molto approssimativo e avaro (a parte la scena del pianto, nel bagno dell'oratorio) di vere occasioni per spunti individualistici.

18 risposte al commento
Ultima risposta 10/02/2005 01.39.35
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Invia una mail all'autore del commento fragen  @  24/01/2005 08:27:35
   10 / 10
Il film è meravigliosamente intenso, reale, ed emozionante.

Non ci sono parole per descrivere quanto mi sia piaciuto questo film....

é un film di denuncia che lo dovrebbero proiettare nelle scuole, nelle chiese, nelle piazze...

Ottimo Zingaretti.

Ora come ora mi viene da dire una cosa sola: LA MAFIA FA SCHIFO

1 risposta al commento
Ultima risposta 04/02/2005 00.25.18
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