a serious man regia di Ethan Coen, Joel Coen USA 2009
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a serious man (2009)

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locandina del film A SERIOUS MAN

Titolo Originale: A SERIOUS MAN

RegiaEthan Coen, Joel Coen

InterpretiSimon Helberg, Michael Stuhlbarg, Richard Kind, Adam Arkin, George Wyner, Katherine Borowitz, Fyvush Finkel, Steve Park, Raye Birk, Amy Landecker, Stephen Park, Sari Lennick, Allen Lewis Rickman, Fred Melamed, Alan Mandell, Tim Russell, Jim Brockhohn

Durata: h 1.45
NazionalitàUSA 2009
Generenoir
Al cinema nel Dicembre 2009

•  Altri film di Ethan Coen
•  Altri film di Joel Coen

Trama del film A serious man

Il film è ambientato nel Minnesota, St. Louis Park, nel 1967. Il protagonista è Larry Gopnik, che vive nella periferia in un quartiere di Minneapolis e lavora come professore di fisica in un college ebreo. La storia racconta la lotta esistenziale e spirituale che Gopnik vivrà nell'affrontare il divorzio con sua moglie Judith e nel far fronte a numerosi problemi nel suo rapporto con i figli e il fratello.

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Voto Visitatori:   6,87 / 10 (191 voti)6,87Grafico
Voto Recensore:   8,00 / 10  8,00
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Voti e commenti su A serious man, 191 opinioni inserite

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HATEBREEDER  @  13/01/2010 14:05:44
   9 / 10
Ennesimo bellissimo film dei coen; qualcuno però potrebbe non accorgersi che si tratta di una commedia

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR quadruplo  @  11/01/2010 15:33:50
   7½ / 10
Forse è proprio la frase iniziale "Prendi con semplicità tutto ciò che ti accade" la chiave del film. Tanto, in perfetto "ottimismo" stile Coen, il domani non sai mai cosa ti potrà capitare...
Geniali come sempre.

ughetto  @  09/01/2010 16:25:23
   7½ / 10
Giobbe 1: "C'era nella regione di Uz un uomo chiamato Giobbe. Quest'uomo era integro e retto, timorato di dio e alieno al male." Sempre nel prologo avviene un dialogo fra Dio e satana, nel quale il secondo sfida il primo, che si vanta del suo servo Giobbe, così: "stendi la tua mano e distruggi tutti i suoi beni, e vedrai come ti maledirà in faccia. Il Signore disse a satana: -Ecco, tutto ciò che è suo è in tuo potere...-". Il Signore mette alla prova la fedeltà dell'uomo a dio nella sventura; il pensiero ebraico è connotato da una forte identità fra dio e la legge. Riuscirà Giobbe a non maledire dio, infrangendo la legge, mentre la sua vita viene letteralmente disintegrata dal male?
Questa è l'interpretazione che io ho dato al film della quale trovo conferma nella assoluta centralità della morale nel pensiero storico degli autori. Ma più che il contenuto è ragione d'interesse lo stile, ormai perfetto in ogni sua manifestazione, con il quale viene dipinto questo dramma morale; e dai ricordi nitidi dei fotogrammi continuano ad affiorare particolari, astuzie e simmetrie delle quali sarebbe noioso dare conto, ma che rendono la visione una vera delizia. Coraggioso potente e liberatorio il finale.

Gruppo STAFF, Moderatore Lot  @  07/01/2010 16:17:19
   8 / 10
Domattina alle sei verrò giustiziato per un crimine che non ho commesso.
Dovevo essere giustiziato alle cinque ma ho un avvocato in gamba.

4 risposte al commento
Ultima risposta 22/07/2010 14.25.02
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polarsun  @  07/01/2010 16:01:43
   8 / 10
interessante prodotto raffigurante una realtà, in vero davvero distante dalla nostra; tanto per cominciare che è ambientato nel 1967 e la cultura socio-religiosa ebraica ha un ruolo centrale

mi viene d'impulso giudicarlo soltanto per ciò che trasmette a pelle. fa sentire bene la psicologia dei personaggi, trasmette emozioni ed è anche pieno di ironia. non si direbbe per un film che per la trama che ha potrebbe anche essere noiosissimo

nella mia esigua e ignorantissima cultura cinematografica riesco comunque a notare due somiglianze:

con Mon oncle (1958, il capolavoro di Tati) riguardo la vita domestica e i casini interminabili che combina il padre del ragazzo

con lo stile recitativo di Woody Allen, le battutine, la conversazione "normale", a tratti nevrotica, ma ricca di idee e spunti! anche le scene con il nuovo marito della moglie sono da non perdere!

tutto sommato le parti del film con il ragazzino sono un po' più monotone e in linea con la svogliatezza del ragazzo a fare qualsiasi cosa abbia un senso

insomma un film bizzarro e molto originale davvero

nextam  @  03/01/2010 09:04:23
   8 / 10
sempre geniali i fratelli Coen: un film esilarante quanto drammaticamente vero (come tutti i loro film, del resto). non era facile avere un'idea del genere. alcune battute sono davvero da "incorniciare" e qualche altro commentatore, vedo, gia' le ha fatte proprie...
per chi ama il genere: da non perdere.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR williamdollace  @  31/12/2009 15:02:53
   10 / 10
“la prego. accetti il mistero”

15 risposte al commento
Ultima risposta 14/11/2012 02.21.37
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May19  @  30/12/2009 23:06:54
   8 / 10
A serious man, un uomo che si ritrova davanti ad una serie di disgrazie che lo colpiscono tanto da confondere gli ideali anche religiosi che fino a quel momento gli erano sembrati chiari. Un uomo che si ritrova davanti alle situazioni più insensate quasi che il film volesse farci rendere conto di quanto il mondo sia pieno di controsensi,contraddizioni e insensatezze.

A me piacciono i Coen, con i loro film si sa che non si cadrà mai sul banale e sul "già visto". Ormai si è capito che non ha senso "rimanerci male"se un loro film ha un finale tronco oppure racconta una storia che apparentemente non ha significato. Sono queste caratteristiche che rendono i loro film speciali.

NandoMericoni  @  30/12/2009 15:43:35
   7 / 10
SICURAMENTE un buon film, migliore del precendente (burn after reading) che mi aveva lasciato alquanto perplesso, come qualcuno ha già detto si potevano approfondire maglio alcuni aspetti (tipo i vicini) ma nel complesso l'ho trovato sicuramente uno dei migliori film visti di recente.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  26/12/2009 00:25:54
   7½ / 10
Anno dopo anno i Coen riescono a sfornare film di qualita' e non riesco a capire come facciano ad inventare sempre nuove storie sorrette da sceneggiature cosi particolari...forse proprio perche sono "i fratelli Coen" e se uno passa un moento di crisi creativa ci pensa l'altro!
Che ben vengano questo tipo di film nel panorama cinematografico!
Ma questo "a serious man" ha anche qualche difetto...il principale,a mio avviso,è la mancanza di ritmo!
Tutto quello che fanno i protagonisti ci viene oscurato,ovviamente è tutto voluto da quelle due menti malate,dal gioco d'azzardo all'incidente automobilistico fino al gran finale!
Un po' troppo criptico per i miei gusti ma rivederlo una seconda volta , forse , aumentera' il mio giudizio...

Gruppo COLLABORATORI gerardo  @  25/12/2009 01:26:11
   7½ / 10
"Allora accetti il mistero!"

Lo sgretolamento progressivo e quotidiano di un uomo mite, "serio", della middle class ebrea nella provincia americana degli anni '60, presentato dalla tagliente narrazione dei Coen. Nella piccola comunità ebraica i rabbini sono chiamati a fornire una parola di conforto a quanti stanno smarrendo il controllo della propria esistenza, ma evidentemente con scarsi risultati. Eppure lo stoico (anti)eroe protagonista sembra non perdere la propria ferrea e sincera spiritualità nemmeno di fronte alla disperazione più cupa. Il senso di fatalistica (religiosa?) accettazione delle proprie sventure ricorda quello altrettanto venato di amara ironia, ma più ideologico, degli eroi perdenti di Kaurismaki. I dialoghi, come sempre nei Coen, sono brillanti e con tocchi di sublime surreale.
Ottima regia e fotografia, anche se il film è disseminato di inspiegabili e grossolani errori di edizione. Insieme al protagonista non ci resta che accettare il mistero.

uzzyubis  @  24/12/2009 16:36:57
   7 / 10
A serious man è senza dubbio un buon film attento ai dettagli, alla fotografia, alla storicizzazione della vicenda ma non mi pare un filmone. Mi aspettavo qualcosa di piu'.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento LukeMC67  @  23/12/2009 23:26:49
   9 / 10
Cosa c'è di più comico delle tragedie altrui? E a quali abissi di comicità si può arrivare se il peggio diventa più sostenibile del male? A questi paradossi rispondono con fredda lucidità i Fratelli Coen in uno dei film più spiazzanti, cattivi, catastrofisti, grotteschi, nichilisti degli ultimi decenni. La ferocia con la quale la cultura ebraica "gentile" viene irrisa, i "maltrattamenti" che subiscono tutti i personaggi (nel migliore dei casi coperti di ridicolo, nel peggiore colpiti da morti impreviste quanto assurde), i continui non-sense sottoposti allo spettatore come autentiche sedute di piacevole tortura, il finale ghigliottinesco che stronca personaggi, storia e respiro del pubblico, rendono questo film semplicemente unico. Una perla rara che riporta i Coen ai vertici assoluti toccati con altri generi (chi non ricorda l'incredibile "Blood Simple"?!?).

Ma poi, siamo così sicuri che si tratti di altri generi?...

2 risposte al commento
Ultima risposta 03/01/2010 02.50.25
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Gruppo STAFF, Moderatore Jellybelly  @  23/12/2009 18:42:10
   8 / 10
Ennesimo gran film della migliore coppia di registi sulla piazza, che sforna una pellicola colta, profonda e terribile.

Per approfondimenti, si veda l'acclusa recensione.

3 risposte al commento
Ultima risposta 13/01/2010 15.11.56
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edmond90  @  22/12/2009 13:03:15
   9½ / 10
Superlativo film dei Fratelli Coen,che davvero non sbagliano un colpo.Opera iperrealista e,apparentemente,assurda e senza senso.Attraverso la storia di un uomo semplice bersagliato da sciagure di ogni sorta si sviluppa un viaggio intrigante in un mondo governato da tradizioni a noi ignote,condotto con il consueto sarcasmo e la solita brillante vena di folle genialità.Tecnicamente eccelso,un altra perla nella già straordinaria filmografia dei grandi Joel&Ethan.

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|otioti|  @  20/12/2009 22:16:55
   6 / 10
Bello è bello...
ma mi sa che non l'ho capito..sono uscita dal cinema un po' basita.
so di non essere molto intellettuale per quanto riguarda il cinema, ma non sono riuscita a definire se il film mi sia davvero piaciuto o no.
bella la fotografia, gli attori, la regia..
ma mi è mancato qualcosa...
ripeto...non credo di aver capito quello che volevano dire i fratelli..
forse anche perchè ciò che ho visto fatto da loro finora è molto, molto diverso da quest'ultima pellicola

Gruppo COLLABORATORI paul  @  19/12/2009 15:33:26
   8½ / 10
Un film che rende quasi "comiche" le pellicole di Von Trier e Haneke.

Un pessimismo cosmico, o meglio, un pessimismo comico, che ha radici molto lontane.

Il film più autobiografico dei Coen. Profondo, elaborato, ma non per tutti.

Il pessimismo co(s)mico comincia con la parabola dell'Ebreo Errante, una parabola che perseguiterà "A serious man" nei secoli a venire, che non trova un happy end nemmeno quando questo sembra arrivare.

Un male di vivere e un male generale che sta arrivando: e che non si potrà fermare, perchè così è la storia.

acompagn  @  17/12/2009 12:06:55
   7½ / 10
Basta conoscere i registi e si è preparati ad un film "diverso".
Nel complesso un'insieme di spezzoni diversi tenuti insieme da una qualche alchimia dei registi; tanti colpi di classe, tanto cinema, un finale stile coen...
però mi era piaciuto di più "non è un paese per vecchi"... ma come sanno caratterizzare i personaggi i fratelli... che geni

valis  @  16/12/2009 20:33:45
   8 / 10
comico, ruvido, surreale e drammatico.
queste sono le parole che secondo me meglio definiscono questo film.
L'opera in sè è una sequela di episodi, con sprazzi di comicità irresistibili, che potrebbero alla fine essere autonomi se non fossero legati dalla figura un pò comica e un pò patetica di Gopnik e famiglia.
storia, forse, tipicamente ebraica, che s'interroga sull'esistenza di dio e sulle cose importanti nella vita, ma soprattutto sulla mancanza di assunzione di responsabilità dell'uomo e, per esso nel caso specifico, di Lawrence Gopnik, il quale per tutta la durata del film non fa che ripetere :" Non ho fatto niente".
L'incapacità di agire e di prendere decisioni di Gopnik faranno sì che accadano una serie di eventi che alla fine , daranno l'impressione di accompagnare Lawrence e famiglia verso un classico lieto fine, già, prima della mazzata finale, Potente e allegorico.

Max78  @  16/12/2009 19:04:21
   8½ / 10
Inzomma "Sorridi, domani andrà peggio"
Siamo in perfetto stile Coen, e di questi tempi, teniamoceli stretti.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento mkmonti  @  14/12/2009 15:18:03
   7½ / 10
L'ultima fatica dei fratelli Joel e Ethan Coen dopo "Burn after reading" resta sostanzialemnte nello stesso filone che domina prevalentemente la loro cinematografia. Una sceneggiatura forte, ruvida, a tratti surreale e feroce fa di "A serious man" una delle pellicole più riuscite, in cui la famiglia è posta al centro della scena. "L'uomo serio" Larry Gopnik è travolto da una serie infinita di disgrazie che portano al disfacimento dell'unità familiare e quando tutto sembra finalmente tornare a posto un trillo del telefono è in agguato...Commedia nera in stile yiddish, ancora una volta ambientata nell'America profonda (Il Minnesota del 1967), con dei personaggi scelti con cura che calzano a pennello nei ruoli loro ritagliati.

Gruppo COLLABORATORI Terry Malloy  @  14/12/2009 14:04:48
   10 / 10
Era da un bel pò che non uscivo pensando "che gran film porca *******".
I Coen si dimostrano capacissimi di elaborare un linguaggio cinematografico che va al di là del potere stordente di una sceneggiatura ferrea e coinvolgente nel risultato finale di un prodotto che come pochi sa suggerire con parole e immagini. cose che solo in parte in No Country ero riuscito a vedere (limitatamente all'opera coeniana).
A serious man, l'uomo con le palle che si scopa tua moglie. A serious man, l'uomo che si fa domande, che prende per le corna la vita..dall'altra parte noi, la razionalità che da sola non serve, che ha bisogno di un dio per poi accorgerci che di noi a dio non interessa nulla e alla fine la figura dei fessi che si sono fatti un **** di domande ce le facciamo noi..ma poi arriva la morte, in varie forme e ci coglie nel nostro trastullarci senza in realtà aver prodotto nulla..chi nella vita si realizza? nessuno, tanto vale fumare e scopare a più non posso, forse solo questo ci permetterà di vedere quel parcheggio in modo diverso. Un inchino, d'altronde basta che funzioni no?
A parte tutto ciò..il nuovo film dei Coen è un Inland Empire di un'ora e mezza..che bello, che bello.

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Ultima risposta 28/03/2012 10.52.57
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BlackNight90  @  14/12/2009 02:56:57
   8 / 10
I Coen che incontrano Allen, rimanendo comunque fedeli e coerenti con la visione del mondo che hanno mostrato in quasi tutta la loro filmografia (ed è incredibile come, a parte due film, non hanno sbagliato un colpo).
In linea con Fargo, ma molto più grottesco e feroce, questo 'A serious man' è un opera difficile da mandare giù: a fine visione si rimane completamente spiazzati, nonostante dai fratelloni ci si aspetti come finale questo e altro.
Al solito il protagonista è un inetto che farebbe la felicità di Svevo, stavolta è un professore di fisica (come in Whatever works di Allen, forse sarà proprio 'sto benedetto principio d'indeterminazione di Heisenberg e soci a scombussolare tanto i fisici!) le cui sfig.he sembrerebbero assurde se non fosse per la patina di amaro e corrosivo realismo che i Coen riescono a infliggere allo spettatore.
Si ride eccome (il padre sudcoreano, il barmitzvah del figlio su tutte) eppure alla fine permane quella sensazione, quasi sgradevole, quel senso di confusione e di spaesamento, come se sapessi che in fondo i Coen hanno ragione, che la vita nonostante i nostri sforzi è quella che è, che nonostante la nostra disperata ricerca di certezze e appigli l'uomo continuerà a farsi del male da solo fingendo di essere quello che non è, finché qualcosa non giungerà a spazzare via tutto in un secondo (ricorda tanto l'ultima pagina della Coscienza di Zeno), per cominciare tutto d'accapo: l'unica soluzione è accettare il mistero.

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Ultima risposta 10/06/2010 22.50.20
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francis81  @  13/12/2009 15:31:42
   7 / 10
Se siete dell'idea che i film non siano solo intrattenimento ma veri e propri moniti in grado di far riflettere su ciò che accade nella vita
andate pure a vederlo.
gran bel film!

Sestri Potente  @  13/12/2009 10:20:09
   6½ / 10
Bella e originale l'idea di questo film, in cui ad un uomo tranquillo e apparentemente "normale" ne accadono di tutti i colori.
La particolarità è la cultura ebraica, che, come ci illustra la presentazione, influenza a tal punto i suoi membri da fargli perdere il senso della realtà.
Il povero Larry vorrebbe risolvere i suoi problemi, ma non vi riesce perché, a parte il fatto che è timido e impacciato, sono i suoi stessi schemi a tradirlo.
Tuttavia, il film in sé non mi ha fatto impazzire. Sono le storie sugli ebrei che non mi convicono: anche nel libro dei Coen "I cancelli dell'Eden" erano questo tipo di racconti che un po' mi annoiavano.
Sarà perchè la cultura ebraica è troppo tradizionalista, sarà perché l'umorismo non è incalzante come le altre volte (vedi Il Grande Lebowsky o Burn After Reading), ma A Serious Man è un po' troppo lineare per i miei gusti, anche se ammetto che il finale ha un impatto molto forte.
In definitiva direi buon film, anche se i Coen hanno fatto molto meglio.

kirk h.  @  13/12/2009 10:07:15
   9 / 10
bel film davvero, un po difficile da capire il finale ma poi ci sono arrivato, bella la storia e sopratutto l'idea di questi 2 geni del cinema...

*-sky-*  @  13/12/2009 00:20:38
   7 / 10
film carino ma davvero tanto strano!!! i fratelli Coen mi piacciono molto!! mi è piaciuto molto il film: nn è un paese x vekki!!

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1 risposta al commento
Ultima risposta 17/12/2009 21.09.55
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fiesta  @  12/12/2009 14:48:41
   8 / 10
la capacità dei coen di creare personaggi significativi senza farli nemmeno parlare mi sorprende sempre di più.
il solito film dei coen che se si è appassionati non può non piacere..come al solito se ne strafregano di un qualsiasi significato e fanno di testa loro,componendo una serie di vignette(secondo me questo film raccoglie un pò di materiale conservato ed organizzato poi in un unico film) sconvolgenti(scena sul lago da oscar,assolutamente geniale) e divertenti(scena dell'ultimo rabbino da manuale della comicità,ma ovviamente non solo) che segnano un bel ritorno.
io amo i coen e il loro strafottersene

wuwazz  @  11/12/2009 15:00:11
   9 / 10
Mi sarebbe piaciuto averlo visto un'altra volta prima di commentarlo, ma la voglia di scrivere su questo film era troppa, e quindi mi sono gettato in questa impresa.


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Ultima risposta 22/12/2009 13.21.27
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carrie  @  11/12/2009 13:44:54
   8½ / 10
Che bello uscire dal cinema con l'espressione tra il " sognante" e il "soddisfatto".
Mi pare ovvio che questa pellicola non sia per tutti, ha un sottile significato che non è immediatamente chiaro, ma che si fa spazio a qualche ora dalla visione del film.
Questo film rappresenta il famoso "essere o non essere" di Amleto.
Si pone delle domande precise: "qual'è il senso del nostro esistere?" "come mai gli eventi negativi capitano tutti insieme?" "come mai capita tutto a me?"
E proprio come nella realtà, il film non riesce a dare risposte a queste domande, perchè è impossibile dare risposte a tutto nella nostra vita.

Ogni tanto occorre capire, che non tutto si può spiegare e i cari Coen ce lo fanno capire con una serie di eventi grotteschi che capitano all'uomo "SERIO" all'uomo "COMUNE"... che lì per lì ci fanno sorridere, per farci capire poi, che la realtà non è tanto diversa!

Dopo la parentesi "Burn after reading" (che personalmente non mi ha entusiasmata) I coen tornano con una piccola chicca, un gioiellino di regia e di sceneggiatura.

Bravissimo e dolcissimo Michael Stuhlbarg. Tutto il cast è eccezionale, e dimostra che si può fare un bellissimo film senza il Brad Pitt di turno a tutti i costi!

Bellissimo avre deciso di ambientare il film in una comunità ebraica!

Il finale?
Meraviglioso e sorprendente!

Chi vuol vedere una commedia con "l'happy end" vada a vedere altro, il periodo natalizio offre molte uscite di questo tipo, ma i Coen no...I Coen si distinguono!!

Consigliatissimo solo a chi crede che il cinema non sia solo intrattenimento...ma pensiero, riflessione, arte pura!

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  10/12/2009 19:59:39
   8 / 10
Verrebbe da pensare che l'unica certezza della vita è l'assenza di certezze. L'ultimo film dei Coen è un concentrato di nichilismo come raramente mi era capitato di vedere negli ultimi tempi. i due registi si divertono a scardinare lentamente la certezza dell'uomo razionale e retto, il quale non trova conforto e risposte neppure dalla religione. Questo piccolo Giobbe del midwest americano si trova sballottato in situazioni paradossali, costellato di personaggi grotteschi e assurdi, in un marasma di piccoli grandi problemi all'apparenza irrisolvibili. Riuscirà suo malgrado ad essere un uomo retto? O cadrà nella tentazione? O i problemi più grandi stanno arrivando?

Estonia  @  10/12/2009 15:39:20
   8 / 10
Tramite un meccanismo narrativo ben strutturato e una felicissima scelta degli interpreti, i fratelli Coen prendono di mira la dimensione circoscritta di una comunità ebraica del Midwest negli anni ’60 per allargare a livello universale uno dei temi tipici del loro cinema: la mancanza di senso insita nelle cose del mondo.
A rendersi conto all’improvviso di questa insensatezza cosmica è un ordinario professore di fisica mite e paziente che, travolto da una incredibile quanto grottesca serie di eventi drammatici, cerca di capire quale possa essere il motivo di un tale accanimento del destino contro di lui e consulta a tal proposito anche i ‘saggi’ rabbini della comunità, visto che comunque pure la sua natura razionale vacilla. Inutile dire che non troverà risposte adeguate, anzi le sue poche certezze sono destinate a crollare di fronte all’ennesimo ribaltamento di carte che gli riserverà la sorte proprio quando le cose sembravano aggiustarsi.
L’umorismo nero dei Coen è particolarmente affilato e feroce nei confronti del microcosmo yiddish forse perché parzialmente coinvolti a livello autobiografico (anche se comunque in alcune interviste essi stessi lo hanno in parte negato), e i personaggi che costellano le disavventure del buon Larry più che figure caricaturali hanno lo spessore e la pervicacia dei peggiori incubi esistenziali.

Gruppo REDAZIONE Pasionaria  @  10/12/2009 14:30:35
   8 / 10
Uscire dalla sala basiti, senza parole, un silenzio spesso, già anticipatore di elucubrazioni notturne disturbanti. Questo l’effetto immediato di A serious man, film apparentemente solo caustico, in realtà stimolante come pochi.
I profondissimi Coen scarnificano la sostanza, come sempre del resto, qui lentamente con uno stillicidio doloroso che riafferma con forza sarcastica il vuoto, il caos come mancanza di ordine, di bellezza, di saggezza. La sfortuna come regola generale, l’inadeguatezza umana come sostanza dell’essere. Un nichilismo privo di appigli, sminuito unicamente dal sarcasmo corrosivo con il quale i fratelli terribili descrivono i personaggi delle loro storie, quasi umanizzati dall’ironia( in realtà si sorride per non piangere). Che nel film sia la società ebraica con i suoi pregiudizi morali e i riti sempre ottusamente uguali ad essere presa di mira, poco importa, a mio parere. Il serious man del film è lo stesso perdente di tanti altri film dei Coen, il soggetto non cambia, la loro filosofia neanche.

41 risposte al commento
Ultima risposta 28/12/2009 20.40.53
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Invia una mail all'autore del commento Ødiø Pµrø  @  10/12/2009 11:23:26
   8 / 10
Aperte virgolette

Sì, la qualità è elevata e fa la differenza. E poi la soda caustica corrode lentamente e loro ne hanno usata a piccole gocce ovunque.. Non è l'esplosivo che deflagra.. ma alla fine non rimane nulla.

Chiuse virgolette.

6 risposte al commento
Ultima risposta 11/12/2009 16.48.27
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Sabata  @  10/12/2009 10:16:31
   9 / 10
Razionalità o superstizione? Scienza o religione? Cosa succede se quelle che credevi verità si rivelano essere falsità? E soprattutto, esiste una verità? Domande, ma nessuna risposta. Un film che inquieta ancora più di quanto diverte. Finale devastante, coeniano abbestia. Uno dei film più belli dei fratelli Coen, se non il più bello. E il peggio deve ancora arrivare.

edo88  @  10/12/2009 01:00:28
   8½ / 10
Se ci sono dei cineasti su cui si può contare, questi sono i Coen.
A serious man è un film cinico, a tratti freddo, e ottimamente girato e interpretato proprio come ogni loro altro film. Nonostante non lo consideri uno dei loro migliori lavori, è allo stesso modo un film che ho apprezzato davvero tanto ed è per questo che ho un'alta considerazione dei fratelli.
Il film poi è anche divertente, ma sempre attraverso l'humor nero proprio dei Coen (vedi le geniali scene realtà-sogno).
Tecnicamente ottimo, dalla regia solida e misurata (ho adorato tantissimi spostamenti di camera), non manca di far sfoggio di un cast azzeccatissimo, che è un'altra delle costanti dei film dei Coen. Perché in questo caso, allontanandoci dai personaggi insoliti e sopra le righe di Non è un paese per vecchi e dimenticandoci per un attimo delle innumerevoli star di Burn after reading, abbiamo un cast composto praticamente nella sua totalità da attori sconosciuti o semi-sconosciuti, ma che si rivelano scelte perfette che offrono prove più che buone e complessivamente convincenti abbastanza da pensare ad attori più o meno affermati. Mi riferisco soprattutto al protagonista, tale Michael Stuhlbarg, che non solo è la scelta perfetta (fisicamente) nell'impersonale l'uomo medio che agisce passivamente, ma che riesce anche a lasciare il segno pur interpretando un personaggio classico e monocorde. Si farebbe fatica a sottovalutarla, invece io penso che la sua prova meriti anche dei riconoscimenti, ma soprattutto spero che Stuhlbarg grazie a questo ruolo prenda parte ad altri progetti interessanti che possano regalarci altre grandi interpretazioni.
L'unica critica che mi sento di muovere è relativa alla trama e al non aver spinto un po' di più sull'acceleratore, magari facendo andare il nostro protagonista più a fondo nelle sue azioni e nelle relazioni con gli altri personaggi, soprattutto quelli familiari. Ma sono piccolezze in confronto a quello che i Coen riescono a creare film dopo film, non deludendo mai. Per esempio il proporci la storia di una famiglia ebrea con tutte le sue usanze senza che ciò estranei lo spettatore, che magari non sa niente a riguardo e non ha intenzione di saperne.
Questi sono i film che mi fanno amare il cinema, e il fatto che non siano per forza filmoni o capolavori la dice lunga sui due fratelli.

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suzuki71  @  09/12/2009 13:16:13
   7 / 10
...il caos regna, anche qui...
Qualche giorno di catastrofe quotidiana nella vita di un uomo medio, buono, e in quanto vivo esposto agli sberleffi della vita, che la religione non può spiegare nè gli affetti mitigare.
Criptico, fatto benissimo, freddino, puro stile Coen.

DylanDog  @  09/12/2009 02:28:37
   10 / 10
Straordinario. Il trailer da elettrochock sembra sminuirlo, e quasi mi dissuadeva dall'andarlo e vedere.

Il principio di determinazione di Heisenberg applicato alla vita: più corri dietro alla verità nel tentativo di trovarne una assoluta, più questa tende a sfuggirti. L'uomo dalla mente matematica, "perfetto", immerso in una vita "perfetta", improvvisamente travolto da cambiamenti che metteranno in discussione ogni sua certezza. Il crollo di tutti gli schemi esistenziali, la condanna non della razionalità bensì dell'iperrazionalismo, che esaspera l'applicazione dei pricìpi dell'illuminismo settecentesco alla vita odierna. Un tremendo risveglio alla matrix per chi è abituato a pretendere di affibbiare perentoriamente un senso preciso ed inequivocabile a tutto ciò che accade nonché di classificare cose e persone secondo criteri dettati dalla propria superbia.


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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  08/12/2009 21:57:33
   8 / 10
Non credo che avvisterò qualcosa di ugualmente caustico, esilarante e amaro fino al prossimo film dei Coen.
Non starò qui a disquisire sul Maddmaths e la filosofia del gatto già citata da illustre firme letterarie, ma credo sia errato parlare, come hanno fatto taluni critici, di "manierismo" a proposito dell'ultima fatica dei Coen.
Basta un personaggio come Larry, prototipo post-moderno del Medioman americano, per capìre che "A serious man" non è un "Family man" qualsiasi.
Grandissima è la capacità dei Coen di coinvolgere scomponendo tutti i luoghi comuni del cinema classico, il (falso) buonismo di Capra, il ploffuvio verbale di Woody Allen, o le sit-com esistenziali di Paul Mazursky.
I personaggi sono assolutamente perfetti, condensati di apatìa egoismo e superficialità che giostrano attorno ai loro orridi prefabbricati come in una comunità disadorna, piatta e (fortunatamente per noi) irraggiungibile.
Sembra un'American Beauty abitato da strani alieni, circondati dalla deriva formale e tradizionalista di una fede atta a stravolgere le convinzioni laiche della vita (e delle dure prove da combattere nonostante D.io).
Se è vero che i Coen hanno in parte perduto quella dissacrazione stilistica che ha creato veri capolavori ("Fargo" su tutti), se è altrettanto evidente che intellettualizzare la commedia significa porsi davanti al conflitto dell'esercizio stilistico (tonnellate di classe, ma snobistiche) "A serious man" centra perfettamente i suoi obiettivi.
Dentro c'è di tutto, e a parte l'evidente omaggio a classici sixties (cfr. la vicina di casa sensuale e stagionata come la Anne Brancoft-Mrs. Robinson de "Il laureato) o excursus musicali dell'epoca (il ragazzino "in erba" innamorato perso dei Jefferson Airplane) si scoprono diverse realtà sociali: l'antisemitismo (il sogno di Larry), la crisi economica dell'America di oggi, la paura dello status symbol nella sua precarietà, l'inganno della fede, la sconfitta davanti alle difficoltà dell'esistenza.
Sam Rockwell è veramente straordinario.
Sembra di assistere (cfr. anche nel finale spiazzante e volutamente illusorio) a un Raymond Carver in crisi lisergica

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benzo24  @  08/12/2009 18:43:50
   8 / 10
ottimo film dei coen con un grande cast. tutto il film è costruito alla perfezione e il finale è da brividi, oscuro e minaccioso. un punto in più per il cameo di simon helberg.

Gruppo REDAZIONE VincentVega1  @  08/12/2009 01:48:49
   8½ / 10
Che l'ironia asciutta dei Coen possa con semplicità analizzare e scardinare le sicurezze e i punti di riferimento della società odierna (non solo quella americana) ormai era appurato e questo film ne è forse il più rappresentativo.

E allora che se ne fotta il denaro, la religione, la famiglia e il sesso; non c'è spazio per nessun nostro vecchio valore ormai, chi perde è l'uomo serio, colui che mantiene la sua vita in una retta via cercando di portare avanti le sue convinzioni, quelle convinzioni che una volta potevano dirsi sincere. Non c'è spazio per le risposte, tutto quello che potrà balzarvi alla mente saranno domande irrisolvibili.

E quando tutto è passato, quando l'uomo serio ha ormai vissuto sulla sua pelle l'evoluzione di una società sempre più nichilista, allora ci si può adattare, magari soltanto cambiando un voto, da una F ad una C. Un piccolo passo verso un futuro "migliore".

Nemmeno l'uomo delle previsioni (quello di Gore Verbinski) potrà salvarci da tale uragano, tanto vale farsi un paio di risate.


Avvertenze: astenersi i mangia pop-corn.

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rappayuz  @  08/12/2009 01:07:05
   6 / 10
Non so se questo film va preso sul serius. il pacato isterismo con cui il debole protagonista affronta le traversie della vita, rende inefficace il tentativo di raccontare una storia sul destino dell'uomo. Molto più sensate e graffiante è la visione della società americana, particolarmente interessante la metafora del confine varcato dal vicino macho e reazionario. Tutti sappiamo che i Coen sono ottimi registi e maestri di humor e di visioni oniriche, però si ha la sensazione che la premiata ditta Coen&Coen abbia smarrito la sua ars poetica.

StranzCronenber  @  07/12/2009 19:21:29
   8½ / 10
Bellissimo!
I fratelli Cohen hanno imboccato la strada maestra, e continuano a sfornare grandi film.
La storia di questo uomo serioso, buono all'inverosimile, incapace di affrontare di petto le situazioni, di mandare a quel paese chi lo merita, mi ha colpito sin dal prologo, di matrice quasi orrorifica, in cui si accenna il leitmotiv della trama: l'incombere della s****!
Molto intenso il modo in cui viene dipinto il rapporto di Larry con il fratello, una sorta di rain man alienato ma estremamente sensibile, che fatica ad accettare la rigidità delle regole sociali.
E che dire degli incontri con i rabbini della comunità ebraica? A dir poco esilaranti, oltre che genuinamente dissacranti.
Ed il finale... strepitoso, con la sua chiusura improvvisa, inaspettata, ma perfettamente opportuna.
Davvero non capisco come si possa affermare che non vi è una trama...
Forse, siamo talmente abituati a subire scene fracassone da action movie e abbracci lacrimevoli da vampiri rinco-glioniti, che un film basato sull'evoluzione e involuzione psicologica dei personaggi non può più coinvolgerci.
Chissenefrega, comunque!
Insomma, questo è un gran film, probabilmente uno dei migliori dei Fratelli Cohen, nettamente superiore a Ladykillers e Fratello dove sei, anche se posizionato un gradino sotto ai precedenti "Questo non è un paese per vecchi" e "L'uomo che non c'era".

kierkegaard1000  @  07/12/2009 12:20:46
   9½ / 10
Per intenditori...mi guardo bene dal dire che io lo sono, ma lo spessore del film è incontestabile...cura maniacale dei personaggi e delle ambientazioni. Ironico, tragico, straordinario.

LEMING  @  07/12/2009 08:19:29
   6½ / 10
Regia superba, attori eccezionali, ironia e satira feroce e poi il solito finale monco (Non è un Paese per vecchi docet), e non venitemi a dire che era l'unico finale possibile, perche se su 300 persone che eravamo in sala, nessuno ha gradito questo non finale! Oramai questo è diventato un loro marchio di fabbrica, diciamo un chiccheria doc, a me però non piace!

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martymcfly  @  07/12/2009 01:18:04
   9 / 10
poca importa se il significato di molti passaggi non sono chiari, se non c'è un finale, se arrivano i titoli di coda senza aver capito bene cosa si è visto per tutto il tempo...quello che veramente conta è aver visto CINEMA allo stato puro, arte pura! e di questi tempi è qualcosa di veramente raro...
in un coacervo di particolari tradizioni ebraiche e complicati concetti fisico-matematici diversi accadimenti negativi si abbattono sul povero protagonista, un uomo qualunque che non ha fatto niente di male, e che cerca di capire il significato della sua nuova "vita di problemi" senza che nessuno riesca a fornirgli una spiegazione!
il tutto avviene lasciando l'amaro in bocca, ma divertendo anche...diverse sono le scene grottesche che mi hanno fatto davvero ridere...(sullo stile lontanamente simile al grande lebowski)

ottima prova del cast, dove spiccano il protagonista e l'amante della moglie, composto da una serie di attori sconosciuti che nulla hanno da invidiare agli altri nomi altisonanti di hollywood...
questo perchè stiamo parlando di cinema, qualcosa che supera il concetto di cachet...

se non siete abituati ad un certo tipo di cinema più complesso, evitate di vedere questo film...
non è un film per tutti...piuttosto andate a vedere checco zalone, pieraccioni e simili...

edegoal  @  07/12/2009 01:06:39
   9 / 10
Fantastico!!!!!!!coenhiano allo stato puro!!!!!!!!
Ho amato alla follia ogni personaggio di questo film.

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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR strange_river  @  07/12/2009 00:41:09
   8½ / 10
Di non facile fruizione, l'ultimo film dei Coen, si presta a diverse letture.
Intriso di cultura e storia ebraica fin dal fulminante prologo, macabra e presaga storiella yiddish, il tratto caustico dei due fratelli può essere certamente più facilmente apprezzato da chi ne conosce simbologie, riti e superstizioni (aleggia vagamente un Allen prima maniera in tutta la prima parte del film, ma per chi ne fosse lettore, anche P. Roth può venire in soccorso).
A serious man non è solo il ritratto grottesco (ma molto meno esilarante di quello che ci si potrebbe aspettare e invece da un retrogusto decisamente amaro) di un mondo che improvvisamente crolla addosso ad un uomo serio che “non ha fatto niente” e che scopre false tutte le verità in cui credeva.
Andiamo oltre l'apparenza del tranquillo quartiere dalle belle case ordinate, saliamo anche noi sul tetto e da questo nuovo punto d'osservazione scopriamo che quello di cui in realtà ci sta parlando è del peso del caso nelle nostre esistenze, delle coincidenze e delle conseguenze delle nostre azioni.
Non per niente Larry Gopnick è un professore di fisica che tenta di spiegare ai suoi studenti l'indeterminatezza della realtà, esponendo loro il paradosso del gatto di Schrödinger, e allo stesso tempo ne redarguisce uno ricordandogli come ogni sua azione abbia delle conseguenze.
In questo campo (filosofico? Fisico? Forse ambedue) si muovono i due registi: dialoghi graffianti, situazioni paradossali e una carrellata di personaggi sui generis (eccezionali maschere di attori) garantiscono il loro elevatissimo marchio di fabbrica nel disegno impietoso della vita di un uomo nella quale subentrano forze oscure delle quali nessuno, né Rabbino né la semplice ragione, riesce a dargli comprensione o soluzione.


Finale a grande effetto



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lampard8  @  06/12/2009 02:40:29
   8 / 10
Esco dalla sala pienamente soddisfatto. Un Coen al 100%, folle, bizzarro, strafottente, con personaggi sopra le righe, dialoghi azzeccatissimi e perfetta trama congeniata alla perfezione.
Un film che con la mente riporta ai favolosi anni'60 e che riesce nell'intento di spiazzarti, farti pensare e suscitare ilarità.
Bravissimo tutto il cast e strardinaria la scelta delle musiche.
Promosso a pieni voti

Gruppo REDAZIONE K.S.T.D.E.D.  @  05/12/2009 15:20:53
   8 / 10
"Prendi con semplicità tutto ciò che ti accade";
"Tanto al di là di qualche leggera differenza sarai sempre lì, ad annaspare per una qualche boccata d'ossigeno che ti permetta di tornare dov'eri giusto un attimo prima: ad annaspare", aggiungerei.

Larry no, invece. Larry fa tutto il possibile per comportarsi come ci si dovrebbe comportare, come "un uomo serio" dovrebbe comportarsi, nonostante abbia un figlio che si limita a fumare erba, una figlia che si limita a "lavarsi i capelli", un fratello che gioca d'azzardo, una moglie che gli chiede il divorzio e varie altre cose. Fa così il giro di tutti i maggiori rabbini del circondario per confidarsi e cercare risposte che chiaramente non avrà mai. Scenario che è terreno eufemisticamente fertile per i due fratelli, che inquadrano con una regia scarna e diretta ed una fotografia essenziale le gesta di questo pover uomo alle prese con un percorso preimpostato e con un numero leggermente eccessivo di ostacoli. E non è questo terreno fertile anche per la comicità grottesca e corrosiva dei Coen? Un paio di scene a metà film sono esilaranti oltre che perfette per la struttura del film che, se gestito diversamente, sarebbe potuto risultare forse un po' troppo pesante. In questa pellicola, infatti, i Coen calibrano perfettamente l'uso dei mezzi a loro disposizione e la rendono incredibilmente solida, riuscendo nel loro intento: rendere il film alquanto caustico (nel caso non si fosse ancora capito).
A chiudere il quadro, un finale tanto semplice quanto stupendo. In due minuti scarsi i Coen fanno esplodere il loro classico nichilismo con una violenza tale da affascinare lo spettatore e, al tempo stesso, strappargli via qualsiasi visione anche solo lontanamente confortante.

Perfetta la prova degli attori, praticamente sconosciuti (tranne Wollowitz)

"Don't you want somebody to love, don't you need samebody to love.."




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Ultima risposta 07/12/2009 12.16.24
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Rand  @  05/12/2009 14:42:35
   6½ / 10
Incompleto..
Questo mi è venuto in mente dopo aver visto A Serius Man, l'ultimo film dei Coen ha un buon soggetto che purtroppo viene secondo me sprecato, nella parte finale-
Non è un brutto film, probabilmente i coen non ci riuscirebbero neanche se volessero, però gli manca qualcosa. L'umorismo yiddish alla lunga è un pò noiosetto, l'inizio sottotitolato per dire, classico aforismo ebraico sui morti, sottotitolato, ma lento!
Non si capisce dove vogliano andarea parare i Coen, la mentalità ebraica è troppo ermetica, sia nei comportamenti che nelle situazioni. Nonostante abbia dei momenti ironici notevoli e paradossali. Cast comunque ottimo, le scene oniriche sono una sorpresa, non scontate.

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILERBattute comunque notevoli, come la musica.
" Il rabbino è occupato, sta pensando".

carriebess  @  05/12/2009 11:30:13
   8½ / 10
Spiazzante come pochi, questo film dei fratelli Coen mette in risalto tutto il marciume della società e di tutti i meccanismi che ne regolano gli equilibri, dietro ai quali l'ingenuo e probo protagonista non riesce a star dietro.
Gli sfugge continuamente la situazione di mano, si ritrova costantemente a chiedersi il perchè di ciò che accade cercando risposte persino dall'entità suprema del rabbino, che però, non essendo in grado nemmeno lui di trovare soluzioni, gli intima, con molta 'saggezza', di accettare il mistero.
Questa è una vera e propria critica coi fiocchi alla cultura ebraica e alla religione, ai falsi moralismi e buonismi, al potere del denaro, all'inadeguatezza e all'inconsistenza dell'istituzione famiglia.
La caratterizzazione dei personaggi è ben riuscita, rendono bene tutte le sfaccettature esistenti dell'essere umano e della sua natura.
Inconfondibile lo stile dei Coen, così come la loro ironia che, con situazioni al limite del ridicolo e del grottesco, nonostante l'amarezza e la rassegnazione che ne trapelano, non riesce a non strapparti una risata.
Fotografia impeccabile.
Una splendida e nera allegoria sull'essere umano e la società che ha generato.

bulldog  @  05/12/2009 10:01:04
   8½ / 10
Dopo alcune prove assolutamente anonime ecco ritornare i Coen con uno dei loro film più personali ed autobiografici.

Una pellicola poco commerciale e Coenaniana al 100%.
Sulla scia di fargo e Barton Fink,A Serious Man è un affresco elegante di una realtà popolata da personaggi sempre più idioti e bizzarri.

Una commedia surreale che racconta la storia di uomo ordinario.
La rappresentazione di un destino buffo e inevitabile in cui la rassegnazione la fa sempre da padrone.

Il film diverte davvero molto,registicamente è impeccabile e ricco di trovate geniali,uno spettacolo da godere tutto di un fiato.

Almasy88  @  05/12/2009 02:49:09
   9 / 10
come prevedevo,una volta finito il film mi sono guardato intorno ed ho visto facce deluse ke più deluse nn si poteva e lì mi son detto "bene,le solite perle ai porci!" no a parte gli skerzi immaginavo ke questo film avrebbe destato molto spaesamento e contraddizioni nella gente,a me personalmente è strapiaciuto:
1 perkè i fratelli coen alla regia sono sempre un bollino di garanzia secondo me,2 perkè i personaggi sono vere e proprie caricature della società in cui ci troviamo oggi...basta guardare l'accuratezza delle espressioni e la potenza dei dialoghi per sorridere e divertirsi,3- il preambolo e il finale ti lasciano scervellare e fantasticare a distanza di ore ed ore dal termine della proiezione!
ke dire un film ke ricollegandomi con opinioni già dette magari nn avrà un successo enorme al botteghino ma nonostante ciò per me è sorprendente.

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Ultima risposta 17/03/2010 13.14.33
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Gruppo COLLABORATORI Gabriela  @  17/11/2009 10:14:48
   8 / 10
Con un tono che va al di là della commedia nera, i fratelli Coen ritornano con questo film molto personale e forse poco commerciale.
Uno degli aspetti più sorprendenti di "A Serious Man" è la spietatezza con la quale viene trattato il protagonista; al povero capitano un miliardo di cose, tutto va storto e infatti vedrà il suo mondo sgretolarsi e dissolversi.
I momenti divertenti si alternano ai momenti più profondi ma tutti caratterizzati sempre dalla comicità e ironia.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Satyr  @  27/10/2009 21:45:40
   8½ / 10
Altra straordinaria pellicola dei Coen, questa volta alle prese con un film più "piccolo" senza alcun attore di grido, girato interamente nella loro città natale - Minneapolis -

Solito meccanismo narrativo inarrivabile, solita messa in scena di straordinaria potenza espressiva, per il percorso dei un uomo medio con cui i due registi intraprendono l'ennesimo attacco frontale alla società americana.

Tutto il cinismo con cui questi registi continuano a descrivere semplici storie di vita in A Serious Man raggiunge vette impressionanti: c'è di tutto, dalla cultura ebraica al "Di0 denaro", dalla società fondata sul lavoro ai finti moralismi religiosi, in un vortice di situazioni sempre in bilico tra il satirico grottesco e il drammatico, con una valanga di sequenze e dialoghi da mandare giù a memoria - tra tutti un incipit che sembra uscire da un horror d'annata -

Ma oltre alla critica sociale A Serious Man è anche una profonda riflessione sulla solitudine dell'uomo, uno spaccato di vita quotidiana con situazioni limite capaci cmq di rispecchiare la realtà, con un personaggio principale per il quale è impossibile non provare una completa empatia. Il tutto in attesa di un'"esplosione" continuamente rimandata.

Il film poi è stracolmo di elementi autobiografici - dalla scuola ebraica ai genitori entrambi professori - con un cast formato da fecce sconosciute ma tutte terribilmente in parte: personaggi capaci di entrarti nel cervello fin dalla prima inquadratura.

Regia da veri esteti, fotografia impeccabile, musiche azzeccatissime, per un prodotto che nell'ordine:

1- Al botteghino incasserà tre euro.
2- Darà fastidio a perecchi.
3- Susciterà lo smarrimento di tanti altri.

Finale che più coeniano di così non si può.

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Ultima risposta 07/12/2009 01.15.07
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR kubrickforever  @  25/10/2009 20:16:40
   8½ / 10
Fighiiiissiiiimoooooo!
i fratelli Coen tornano alla ribalta e per l'ennesima volta dimostrano, qualora qualcuno avesse ancora qualche dubbio, il loro straordinario talento girando una delle loro migliori pellicole.
Una sceneggiatura pungente, accattivante e soprattutto spietata è il punto di maggior forza di questa black-commedy.
La regia è davvero superba, personalissima seppur priva di particolari innovazioni.
Ottima anche la prova di tutto il cast, in particolar modo Michael Stuhlbarg nel ruolo dello sfigatissimo Larry Gopnik.
Consiglio vivamente la versione in lingua originale per poter godere appieno della performance degli attori.
Non so voi, ma io ho riso dall'inizio alla fine.

Lasciate ogni speranza, voi che entrate al cinema!

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Ultima risposta 08/01/2010 19.05.05
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