Dopo che Inez, impenitente e ferocemente leale, ha rapito suo figlio Terry dal sistema di affidamento, madre e figlio hanno deciso di rivendicare il loro senso di casa, identità e stabilità, in una New York in rapida evoluzione.
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Del passato della protagonista si conosce poco, sappiamo solo che è una poco di buono, una ladra, forse tossica, sicuramente non un esempio di Madre. Eppure in un barlume di lucidita' decide di dare al proprio figlio la possibilita' di dargli un futuro migliore, anche se questo vuol dire sottrarlo ai servizi sociali ai quali era stato affidato.
Nella seconda parte del film subentra anche un altro messaggio sulla Maternita' e se chi cresce un figlio è comunque "Madre" pur non avendolo partorito...
Il film è girato bene e trattandosi di un esordio direi che è quasi del tutto riuscito. Il messaggio arriva forte e chiaro.
Una madre che si prende cura di suo figlio e decisa a tutti i costi a fargli avere una migliore di quella che ha avuto. E' un mantra quello di Inez di fronte ad una New York che negli anni cambia radicalmente, dalla tolleranza zero di Giuliani alla gentrificazione sempre più incisiva che di fatto espropria non solo che case ma anche i sogni di un'intera classe che non può più permettersi economicamente tale evoluzione. Costruire una famiglia in tale contesto è difficile e destinato alla sconfitta, pur avendo la volontà di preservare quel poco che si è conquistato. Persone destinate alla sconfitta. Il lavoro della Rockwell è una denucia sociale spietata e carica di umanità nei personaggi. La determnazione di Inez, il padre assente Lucky ma presente quando serve, soprattutto a Terry, giovane che possiede potenziale, destinato ad un brillante futuro, ma sottratto dai suoi affetti. Un bel film tenendo in considerazione che si tratta di un esordio.