Jake Sully vive con la sua nuova famiglia sul pianeta Pandora. Ma quando una vecchia, familiare minaccia torna ad affacciarsi per terminare quel che era stato iniziato un tempo, Jake dovrà nuovamente collaborare con Meytiri e l'esercito dei Na'vi per proteggere il loro incredibile pianeta. Jake e Naytiri saranno pertanto costretti a lasciare la loro casa ed esplorare varie regioni di Pandora.
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Oltre la narrazione, oltre lo sviluppo narrativo, oltre il discorso verboso, "The Way of the Water" è il ritorno alle origini stesse del cinema nell'era della tecnologia cinematografica oltre ogni limite: un incredibile, straordinario, ineguagliabile, mastodontico, epico, emozionante trionfo di immagini. Contrariamente a chi dice che nel film non c'è nulla a livello tematico (e invece è un potentissimo film-metafora sul continente africano, un racconto di resistenza antimperialista, un saggio etnografico, un film che tocca temi come diversità, inclusione, elaborazione del lutto, separazione sentimentale, costruzione della propria identità, riflessione metatestuale e meta-cinematografica, un film che indaga costantemente il rapporto padre-figlio [con la sequenza finale di chi perde un figlio e di chi tenta di ritrovarlo]), questa seconda opera di Cameron su Pandora è un film che nella ricerca sulle immagini ridefinisce il cinema come aveva fatto il suo predecessore 15 anni fa. Non si potrà non passare da qui, volenti o nolenti.