black panther (2018)

Come al solito, bisogna partire abbassando al minimo le aspettative, raccontandosi che "tanto è un film di supereroi" (come se fosse una giustificazione). Questa volta si tratta di un "supereroe" che dalle nostre parti è praticamente sconosciuto, tant'è che per metà del film ci viene fatta un'introduzione noiosissima e senza fine su questo magico regno (che è la fotocopia di Asgard, per il quale, invece, saggiamente, si erano spese pochissime parole). L'idea americana dell'Africa direi che c'è tutta: i neri si ammazzano tra di loro e i pochissimi bianchi che si vedono o sono lì per rubare o sono lì per rovesciare governi. Le tradizioni sono degne dei nehandertal (ti sanno operare ferite mortali ma chi comanda nel regno lo si decide in combattimento con scudo e lancia). Effetti speciali altalenanti tra grandiosi e mediocri. L'ennesima mezz'ora di folle che si picchiano, ormai d'ufficio. Un cattivo che, nonostante quel che si dice, a me sembra un'insulsa fotocopia del buono (per la centesima volta). Avrà sì, una volta tanto, delle motivazioni a suo dire nobili, ma ad un cattivo come Vulture di Michael Keaton non allaccia nemmeno le scarpe. Il vero, carismatico cattivo è invece Serkis che, purtroppo, dura poco. Come il ricordo di quel che si è visto.