Pietro Paladini, manager di successo, rimane vedovo all'improvviso. Non riuscendo ad elaborare il suo lutto, inizia a passare le giornate fuori dalla scuola della figlia…
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VINCITORE DI 3 PREMI DAVID DI DONATELLO: Miglior attore non protagonista (Alessandro Gassman), Miglior colonna sonora, Miglior canzone (L'amore trasparente)
Frammentario ed ainconcludente pastrocchio, nemmeno particolarmente brutto in senso stretto, solo estremamente...anonimo, terribilmente anonimo. Già di per sè il romanzo di Veronesi non è che fosse 'sto po' po' di capolavoro, troppo preso dalla voglia di ricreare le atmosfere di Nick Hornby per imbastire una trama interessante, ma Antonello Grimaldi (o chi per lui...il sospetto che Moretti abbia inciso profondamente nel progetto è forte, essendo molto amico di Veronesi) lo adatta in modo impersonale, vuoto, superficiale. Accade così che molte scene, su tutte quella - fin troppo reclamizzata - con Isabella Ferrari appecorinata, risultino completamente gratuite e prive di nesso di causalità rispetto al resto del tessuto narrativo, con grave danno per la visione d'insieme. Senza contare che Moretti porcello non si può proprio vedere. Note positive: su tutte, il cast di comprimari. Se la Golino è tutto sommato accettabile come cognata zocconevrotica e la Ferrari sta ancora su benone, la vera sorpresa è Alessandro Gassman: convincente, solido, carismatico come non era mai stato: continui così, e non dovrà più essere costretto a chinare continuamente il capo dinanzi al suo ingombrante cognome. Bravissima anche la bambina, eccellente come al solito Silvio Orlando, bellissima ed espressiva Kasia Taricone, mitico Polanski col suo cameo. Moretti invece come al solito fornisce una prova pessima: niente, non sa recitare, se ne deve fare una ragione. Ah, pessima anche la colonna sonora: essenziale nel romanzo, disomogenea e raffazzonata nel film.