Pietro Paladini, manager di successo, rimane vedovo all'improvviso. Non riuscendo ad elaborare il suo lutto, inizia a passare le giornate fuori dalla scuola della figlia…
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VINCITORE DI 3 PREMI DAVID DI DONATELLO: Miglior attore non protagonista (Alessandro Gassman), Miglior colonna sonora, Miglior canzone (L'amore trasparente)
Niente da fare. Anche limitandosi al ruolo di solo attore, Nanni Moretti è mattatore unico, totalizzante e straripante, riuscendo a rendere discreto un film altrimenti banale. E' vero che la sua parte è effettivamente centrale rispetto alle altre che vi ruotano attorno (lui si trasferisce sulla panchina dei giardinetti? Bene, tutti gli altri per poter comparire nella storia devono andarlo a trovare laggiù!), ma Nanni caratterizza così intensamente il proprio personaggio, trasponendo molto di se stesso come sempre, che gli altri di fatto scompaiono. Il tema dell'elaborazione (o meglio la non-elaborazione) del lutto e i rapporti con la figlia ricordano molto La stanza del figlio; più in generale sembra che dopo la paternità Nanni si trovi molto a suo agio nel ruolo di genitore. Per i fan morettiani poi come non celebrare il ritorno dei suoi tipici tormentoni: le continue classificazioni fatte a se stesso degli aspetti più svariati della vita, la morale fatta al cuoco sulla presenza del parmigiano sui broccoli. Se infine aggiungiamo che in questo film ritroviamo alcune tipicità delle sue produzioni, come le scene legate all'attività sportiva sua o dei figli, o l'introduzione di personaggi surreali e assolutamente non funzionali al film (la moglie del collega con quei suoi black out "mentali" fa ribaltare dalle risate), viene davvero il dubbio che Grimaldi abbia messo solo il nome alla regia, o quanto meno alla sceneggiatura. Nonostante il mio commento da delirante fan morettiano possa farvi dubitare dell'affermazione, garantisco che il film è fruibile per tutti: amaro e insieme piacevole come è la vita. P.S.:la bambina è fortissima, Kasia Smutniak è davvero bona.