Il film é diviso in tre episodi distinti. Nel primo il protagonista gira in vespa per le vie di una Roma estiva. Nel secondo decide di raggiungere un amico a Lipari. Nell'ultimo, ricostruisce le tappe della lotta contro la malattia di cui ha sofferto per un anno.
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Film fondamentale che segna il passaggio dall'alterego Michele Apicella al Moretti in prima persona. Il film è il superamento di tutte le crisi di Apicella, quella mistica/morale de "La messa e finita", quella sentimentale di "Bianca" e quella politica di "Palombella Rossa". In pratica ci troviamo davanti uno "splendido quarantenne". Con il pretesto del diario intimo, alla raccolta di nuove idee di scenggiatura, Moretti orchestra uno splendido film in tre parti in cui impietosamente analizza, più che se stesso, il mondo che lo circonda, rafforzato da un'autoanalisi durata praticamente 20 anni. Ce ne per tutti, dai falsi intelletuali ai falsi medici, ai genitori mai cresciuti ai figli troppo cresciuti. Un film dal ritmo vertiginoso, pieno di trovate e grande comicità, e un finale di rinconciliazione con la bellezza della semplicità che, alla luce dell'oscurità della crisi passata, è quanto mai pertinente.