Sei un blogger e vuoi inserire un riferimento a questo film nel tuo blog? Ti basta fare un copia/incolla del codice che trovi nel campo Codice per inserire il box che vedi qui sotto ;-)
Buonissimo esercizio di stile per Widrich che, in uno sporco bianco e nero, riesce a far riflettere duplicando situazioni e personaggi (manco fossimo in un Back to the future).
Inquietante nelle sua ripetizione, non mostra vie di uscite (neanche nel finale) ed è grottesco e realizzato molto bene.
Una buona variante riguardo le critiche verso omologazione/massificazione.
Esseri umani come fogli A4. Originalissimo, nell'idea e nella sporca realizzazione tecnica in B/N. Ogni "foto" digitale è stata replicata su di una stampante laser, le circa 18.000 pagine sono state quindi ordinate e filmate con una 35mm. Corto che nel 2001 ha vinto circa 30 festival internazionali.
La ripetizione all'infinito degli stessi rituali, giornate che sono l'una fotocopia dell'altra. Non è una spersonalizzazione del protagonista, o almeno non credo, quanto plasmare la realtà a sua immagine e somiglianza al punto da annullare la personalità degli altri, in un delirio dove l'originale sparisce in mezzo alle proprie copie, come spariscono tutti gli altri personaggi aldifuori del protagonista. Un trionfo del conformismo. Non so se questa è un'intepretazione esatta, ma è un corto da vedere solo per l'effetto straniante che crea.
Qui siamo alle prese con Arte pura. Cinema nella sua più alta essenza. Copy Shop, giustamente candidato all'Oscar, è una cosa mai vista. Onore alla visionarietà e all'abilità del grandissimo regista. Gli austriaci ci sanno a diecimila.