La storia è ispirata alle sanguinose rivolte che sconvolsero Detroit nel 1967. Tra le strade della città si consumò un vero e proprio massacro ad pera della polizia, in cui persero la vita tre afroamericani e centinaia di persone restarono gravemente ferite. La rivolta successiva portò a disordini senza precendenti constringendo cosi', ad una presa di coscienza su quanto accaduto durante quell'ignobile giorno di cinquant'anni fa.
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Con "Detroit" la Bigelow conferma, se ancora ci fosse bisogno, di essere una regista coi controc***i. Un film realisticamente duro e crudo, con la parte ambientata al Motel Algiers straordinariamente intensa. La lunga durata a volte si sente e non sempre la pellisola centra l'obiettivo, ma si può dire che i momenti di grande cinema siano parecchi. Ottima la ricostruzione scenica di Detroit (tra l'altro è stato girato principalmente in altri luoghi) e l'atmosfera di fine anni '60. Molto bravi anche gli interpreti, con un Will Poultier che quasi non ci si crede da quanto è bastardo. John Boyega ne deve fare di strada prima di diventare il "nuovo Denzel Washington", come molti dicono. Sorprendente invece Algee Smith, forse con il personaggio più protagonista tra tutti. Peccato non abbia avuto il riscontro mediatico che meritava, "Detroit" è passato un po' in sordina.