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Impossibile non pensare a film simili e "vintage" come Psycho, Maniac, Deranged, e tanti altri...atmosfera malsana, profilo psichico del killer ben delineato, poco splatter ma tanta crudeltà quasi..."giustificata", breve durata, insomma è lungi da essere un cult ma mi è piaciuto.
C'è da mettersi a piangere se si pensa che questo gioiellino slasher del 1980 non è mai stato portato in Italia; capisco che non tutto poteva essere importato nel nostro paese, ma certe chicchette è imperdonabile che non siano state considerate(e sfortunatamente non è stato l'unico caso, basti pensare a "Sleepaway Camp" o "Hell Night"). Però per quanto riguarda "Don't go in the house" penso che sia stato ancora più grave; questo è uno slasher che ancora risente degli anni 70, appena arrivato a sfiorare gli 80, dalle buone musiche suggestive come solo quel decennio sapeva fare, molto simile a lavori thriller come quelli di Argento e Bava, ma pure malsano e deviato come il "Maniac" di William Lustig(solo meno esplicito nelle scene crude); un film che risente pure del cinema più classico (i richiami allo "Psycho" di Hitchcock li ho sentiti diverse volte); insomma un bello slasher dalla fotografia sporca e dalle fatture artigianali che riesce a colpire per l'ottima atmosfera inquietante regalata dalla regia e il comparto sonoro......sono stato contento di averlo scoperto, per me è un piccolo cult da recuperare assolutamente....
Non si può parlare di plagio a Maniac considerata l'uscita contemporanea delle due pellicole, ma parallelamente al film di Lustig condivide una medesima impostazione narrativa, cioè di focalizzare il film sul serial killer indaando sulla sua psiche sconvolta e traumatizzata fin dall'infanzia da una madre vessatrice e sadica. Rispetto a Maniac comunque sono più evidenti e palesi i debiti con lo Psycho di Hitchcock e sebbene girato molto in economia, Ellison riesce a costruire un'atmosfera malsana e malata grazie anche alla buona prova di Grimaldi. Merita una visione.