elephant regia di Gus Van Sant USA 2003
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elephant (2003)

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locandina del film ELEPHANT

Titolo Originale: ELEPHANT

RegiaGus Van Sant

InterpretiAlex Frost, Eric Deulen, John Robinson, Elias McConnell, Jordan Taylor, Carrie Finklea, Nicole George, Brittany Mountain, Alicia Miles, Kristen Hicks, Bennie Dixon, Nathan Tyson, Timothy Bottoms, Matt Malloy, Chantelle Chriestenson Nelson, Larry Laverty, Ruben Bansie-Snellman, Jason Seitz, Vana O'Brien, Joseph Sackett, Adolf Hitler

Durata: h 1.21
NazionalitàUSA 2003
Generedrammatico
Al cinema nell'Ottobre 2003

•  Altri film di Gus Van Sant

Trama del film Elephant

E' una bella giornata d'autunno. Mentre cammina nel parco, verso la scuola, Eli persuade una coppia di punk a posare per alcune fotografie. Nate termina il suo allenamento a football e va a incontrare la sua ragazza Carrie, per pranzare con lei. John lascia le chiavi della macchina di suo padre nell'ufficio della scuola affinché le prenda suo fratello. Nel caffè, Brittany, Jordan e Nicole chiacchierano di quanto le loro madri stiano sempre a ficcare il naso nei loro affari. Michelle si affretta verso la biblioteca mentre Eli scatta alcune fotografie di John nel corridoio. John cammina sul prato, incrociando Alex ed Eric. Un normale giorno di scuola nel liceo di Portland. O forse no.

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Voto Visitatori:   6,83 / 10 (197 voti)6,83Grafico
Voto Recensore:   10,00 / 10  10,00
Palma d'oroMiglior regia (Gus Van Sant)
VINCITORE DI 2 PREMI AL FESTIVAL DI CANNES:
Palma d'oro, Miglior regia (Gus Van Sant)
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Voti e commenti su Elephant, 197 opinioni inserite

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Drugo.91  @  13/12/2008 14:17:55
   7 / 10
film USA che ricorda vagamente il cinema europeo..che sia un caso o no nn ne ho proprio idea..comunque buon film

Brundle-fly  @  11/12/2008 20:46:29
   9½ / 10
“Elephant” di Van Sant: il nuovo Bresson, il medesimo stile registico. E la stessa aria da Roquentin e dei Magazzini Criminali, per due paragoni invece di tipo letterario e teatrale. La crisi d’identità del soggetto, lo “sfigurativismo” di Bacon, reso con gli attori inquadrati di spalle, anonimi, intercambiabili. Gl’interminabili corridoi come ne “Il Processo” kafkiano di Welles. Lo sfacelo del decorso narrativo lineare, gli attimi, i momenti e gli eventi anch’essi privi di senso e specificità. Nessun rinvio sociologico, solo esistenzialismo dal primo all’ultimo fotogramma.
Poi, purtroppo, verrà “Last Days”: stessi concetti, stessa modalità autoriale, però con una costellazione d’errori madornali, dal casting (Michael Pitt=?) alla location (naturalismo=?), dall’ambiguità sessuale (il Cobain vestito e malconcio come in “Live in Rio”) ridotta a gaysmo allo spiritualismo del morto sulla scala. Ma è un’altra storia, tutt’altro film. Non c’è confronto alcuno con “Elephant”. “L’argent” trasferito a Columbine o, comunque, nel 3° millennio (ogni tanto, a Cannes, coi premi c’azzeccano). A volte tornano e, per un istante, ci si riconcilia col cinema.

Discussione proseguita su:
http://www.filmscoop.it/forum/search.asp?KW=argent&SM=1&SI=TC&FM=33&OB=1

Mauro Lanari

1 risposta al commento
Ultima risposta 14/12/2008 18.03.17
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Nergal85  @  10/11/2008 10:28:51
   4 / 10
mi ero convinto a guardare questo film, pensando ke fosse un capolavoro del cinema..... ma in realtà è una skifezza. per una buona ora sembra soltanto un documentario sulle problematike adolescenziali, cn una carrellata di luoghi comuni....

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER cn l'esasperazione dei tempi morti a volte di effetto, ma per lo + inutili ed inquadrature assurde il cui unico scopo è d far sentire gli italiani delle merde: mai vista una struttura scolastica così spaziale!!! noi ce la sogniamo....soprattutto in questo periodo di tagli ai fondi....sigh!!splendide le riprese esterne, rikke di colori. l'intreccio dei personaggi poteva essere sfruttato meglio. sn d'accordo cn jellybelly per i dialoghi: era meglio fare un film muto anzikè sentire quelle stupidaggini.
cmq ala fine il film si riassume così: 1 ora di documentario e 20 minuti di fine sconclusionata, anke se definirlo "finale " è troppo!!


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DarkRareMirko  @  25/10/2008 11:54:18
   9 / 10
Seconda parte della trilogia della morte del regista.

Qui Van Sant dimostra un tatto, una sensibilità ed una finezza assurda nell'inquadrare la scuola per quello che è, per quello che sarà e per quello che è sempre stato, ossia un luogo che per un certo tipo di persone è sempre un inferno.

Attraverso abili riprese, sempre miranti a seguire i giovani nelle loro vicessitudini, pare che non siano nemmeno gli stessi giovani a guidare loro stessi, bensì ci sia qualcos'altro a fare questo per loro, una misteriosa forza (che forse si chiama omologazione?) che si può liberare e spirare in cielo solo attraverso la morte, come suggerisce il poetico finale inquadrante il cielo.

E col passare dello scorrere del film, si capisce benissimo che la causa di tanta violenza non và ricercata nei videogiochi violenti, nè nella televisione e nè nelle musiche cattivisisme e sataniche di Marylin Manson; il problema è semplicemente la scuola stessa e le persone che ci stanno dentro, spesso indifferenti, cattive, qualunquiste, pecorone.

Grande regia, grandi giovani interpreti sconosciuti (che nella maggior parte dei casi han conservato i loro veri nomi per i film), gran maestria da parte del regista nel parlare di giovani ai giovani e non.

Educativo e profondo; consigliatissimo.

Gruppo COLLABORATORI julian  @  24/10/2008 15:06:46
   4½ / 10
E vengono premiati ancora i film di merd a.
Perchè, permettetemi di dirlo, questo è un film di merd a.
Anzi lo definirei l'anticinema.
Totalmente passivo, statico, soporifero: caratteristiche che passano per pregi perchè con un linguaggio cinematografico simile tutti pensano chissà quale messaggio importante, quale metafora sia nascosta dietro.
E così la gente si sforza di guardarlo: un'ora e venti di rottura di palle, di lunghi piani sequenza che seguono da dietro i personaggi, di discorsi vuoti e idioti pronunciati da attori pessimi, di storia che pur vista da più inquadrature è sempre nulla, in poche parole il trionfo dell'inerzia. Forse si salva solo la fotografia...
Alla fine del film sono tutti sfiancati ma il tipo ganzo dice "A me è piaciuto. E' il film della mia vita". In realtà, come tutti gli altri, non ci ha capito niente apparte il fatto che forse è ispirato alla strage della Columbine High School. Ma a lui piace perchè è "strano". La noia diventa, paradossalmente, una qualità.
Mi domando come si faccia a definirlo uno splendido ritratto dell'adolescenza disturbata. Ma ritratto di cosa ???
Allora se io mi procuro una telecamera domani e riprendo i corridoi della mia scuola durante la ricreazione ottengo lo stesso brillante risultato ???
Ok, perfetto, allora domani lo faccio. Casomai mi attribuiscono una laurea ad honorem in cinematografia e vinco una palma d'oro pur non essendo in concorso.

5 risposte al commento
Ultima risposta 26/10/2008 13.05.43
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Max78  @  23/10/2008 20:34:29
   10 / 10
Il canto del cigno al chiaro di luna.


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9 risposte al commento
Ultima risposta 23/10/2008 21.03.27
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Gruppo STAFF, Moderatore Jellybelly  @  12/10/2008 15:50:37
   4½ / 10
Gus Van Sant rilegge la tragedia della Columbine preoccupandosi più delle schiene dei suoi protagonisti che delle loro anime: approfondimenti psicologici a zero, il che stride non poco con la pretesa del regista di mostrare il film definitivo sul disagio adolescenziale, poi reiterata con il pessimo Paranoid park. E invece l'unico personaggio che emerge è l'ego del regista, che si perde in profluvi di tecnicismi a discapito della sceneggiatura, che fa acqua da tutte le parti: ragazzi il cui approfondimento si perde nei sottintesi, troppo intenti a scuotere i capoccioni e le loro chiome disadattate per trovare il tempo di pronunciare battute degne di questo nome (la scena dei due assassini davanti al documentario sul nazismo sfiora il ridicolo: "Ehy, ma è successo in Germania, vero? Wow. Ma quello nella foto come si chiamava, Hitler?").
Van Sant crede che inquadrare per un'ora e mezza schiene di ragazzi che fanno cose assolutamente ordinarie ed irrilevanti basti di per sé solo a garantirne la profondità; si dimentica così di stupidaggini colossali come la scena di Benny, presentato dopo un'ora di pellicola, che

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Elephant, a distanza di 5 anni ed altri due film sul disagio ggiovane, si rivela per quel che è: un vuoto, desolato sfoggio di perizia tecnica registica e di montaggio.

6 risposte al commento
Ultima risposta 14/10/2008 07.11.39
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inferiore  @  12/10/2008 03:21:21
   8 / 10
Film che fa rabbrividire, per il suo realismo, la sua semplicità e la sua durezza! Ispirato ad una storia vera Gus Van Sant racchiude con essenzialità tutte le problematiche adolescenziali, che vanno dalla bulimia all' omosessualità! Veramente originale il modo di narrare la vicenda, una giornata sotto tanti punti di vista, sotto altre inquadature. Alla fine 'elephant' è un ottimo prodotto, fa riflettere e ne consiglio la visione, lo potrete trovare un pò lento ma è questo il suo punto di forza, la lentezza, il silenzio, lascia spazio alle immagini, ai comuni dialoghi di tutti i giorni, una normale giornata trasformata in tragedia! Questo film era da prima serata!

erry rileypoole  @  04/09/2008 19:45:14
   4 / 10
click ha spiegato alla perfezione lo stato d'animo dello spettatore medio......lo credevo bello rifacendomi a molti giudizi positivi....invece delusione..... è molto lento e tutto è molto semplice.....qualcuno ha premuto sul fatto che richiama molto il realismo .....secondo me annoia e nn prende proprio mai....

simone p  @  22/08/2008 10:37:20
   7 / 10
Film particolare che per certi aspetti vuole essere fin troppo realistico soprattutto nei dialoghi e nelle situazioni della prima parte.
Seconda parte più movimentata e cruda.
Finale troppo affrettato.

k@rlo  @  29/06/2008 21:21:54
   4½ / 10
nn riesco ank a capacitarmikm mai tt sti voti alti!!! molte vole m viene il nervoso k in delle c*****e le persone ci vogliano per strani motivi estrapolare dei sagnificati k magari il regista nn si sogava neank di trasmettere!!!!!!!!!!!!!! sto film è una vera porcata secondo e, una regia pulta nn c'è k dire, xò nn c'è trama e nn lascia niente!!!! e nn ha un finale!!!!!!

3 risposte al commento
Ultima risposta 31/07/2008 00.03.50
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Invia una mail all'autore del commento King Of Pop  @  02/06/2008 22:46:02
   7 / 10
In una normalissima giornata d'autunno alcuni ragazzi di un liceo di Portland stanno per vivere un'esperienza che rimarrà per sempre impressa nelle loro menti.La cosa sconcertante in questa pellicola è la sensazione di vuoto che si prova man mano che si va avanti con la visione.La vita adolescenziale può essere un inferno a volte ; tutto è maledettamente normale,ci sono i soliti tipi che hanno successo,il gruppo di ragazze ossessionate dall'aspetto fisico e come in ogni scuola che si rispetti i cosiddetti "invisibili" o fatti diventare tali dalle persone che ignorano i loro problemi,pregiudicandoli in maniera del tutto superficiale.Il tutto avviene con una lentezza ed una ripetitività a volte esasperanti ma che riescono bene a far capire allo spettatore l'intento di Gus Van Sant che ha appositamente voluto tralasciare numerosi interrogativi,proprio come è successo alla Columbine High School,anche se il regista ha voluto porre delle differenze.Uno dei pochi film non commerciali degli ultimi anni,veramente profondo.Di certo non è facile poterlo apprezzare ma vale la pena di vederlo

Invia una mail all'autore del commento Bright Parker  @  24/05/2008 21:38:04
   8 / 10
Ho terminato la visione di "Elephant" da circa tre quarti d'ora, e devo ammettere, in tutta sincerità, che è senza alcun dubbio uno dei film più sconcertanti che abbia mai visto in tutta la mia vita. Come per "Gerry" e il successivo "Last Days", Van Sant adotta la sua arma più potente e affilata, quella del "silenzio", un silenzio quasi eterno che sembra non finire mai, un silenzio spaventoso che, come ci si aspettatava, annuncia una micidiale e improvvisa esplosione. I movimenti di macchina, gli innumerevoli piani sequenza, la fotografia, la luce, la colonna sonora...ah, scusate...quale colonna sonora? sono i principali tasselli che fanno di "Elephant" un'opera corale e visivamente divina, che porta con sè attori perlopiù sconosciuti in una storia torbida e, ahimè, realmente accaduta. Tutto ciò che Van Sant compie per realizzare a pieno il suo lavoro, non è che un'unica, implicita e impercettibile follia, ed è da ammirare la sua innata e straordinaria capacità di trasformare in qualche strano e incomprensibile modo, il normale in ANormale, ciò che si vede e ciò che NON si vede, facendo sì che il tempo si estingua con i suoi personaggi per arrivare alla conclusione che solo un fatto così paradossale e drammaticamente sconcertante non poteva ASSOLUTAMENTE passare "inosservato". Come ho vagamente accennato prima, in "Elephant" la colonna sonora è praticamente (o quasi) inesistente se non fosse per la sinfonia mistica e celeste del pianoforte di sottofondo che accompagnano, soprattutto, le sequenze a camera fissa di apertura e di chiusura che ci mostrano l'oscurarsi del cielo autunnale della febbrile Portland, cittadina dell'Oregon. Che altro dire sull'opera di Van Sant? Niente...se non per ribadire la sconcertante e terribile aria di "malessere" interiore che lo spettatore avverte nelle sue vene durante la visione, in particolar modo, nella parte finale che io definirei con due termini: micidiale e brutale. Nonostante questo, però, chi non ha ancora avuto modo di vedere il film, non deve assolutamente aspettarsi di trovare in "Elephant" azione o avventura di qualche genere, perchè la pellicola di Van Sant è (volutamente) lenta, allucinata, sfuocata e in qualche modo incantata, proprio per riservare a chi la sta guardando, dieci minuti finali di pura follia. Palma d'Oro meritatissima!

THE_FEX84  @  03/05/2008 16:30:09
   9 / 10
Dopo alcuni lavori puramente commerciali("Will Hunting-Genio ribelle"e"Scoprendo Forrester")Van Sant spiazza il suo pubblico,proponendo una storia che ha fatto discutere per la sua crudezza e per l'incomprensibilità di certe sequenze.Ma dietro a ogni scena si può dedurre un ritratto crudele e spietato della gioventù odierna:emarginazione per chi non è alla moda,discorsi vacui e banali rivolti dietro alle spalle del prossimo,ipocriti,finti,viziati e irresponsabili senza mai esserne consapevoli.Il silenzio è l'unica "arma"a loro favore,ma non tutti sono disposti ad accettarlo;a chi non ci sta ad accettare le regole basilari per farsi accettare,ad esempio,l'unica rivalsa dai propri coetanei e dai genitori indifferenti è quella di rendersi complici ad una società fatta di guerre ed ingiustizie,sfogando le proprie frustrazioni con una strage destinata a rimanere negli annali della violenza.Lo spaccato che ne viene fuori da questo quadro generale è straziante,ma necessario per giustificare un ritmo che si adegua con una perfetta costruzione a scatole cinesi e che scoppia in un finale che quasi sembra invocare la fine di un mondo che non è mai iniziato.La regìa di Van Sant,è molto virtuosistica,ma necessaria per raccontare una storia che si snoda piano piano e tiene senza mai perdere di vista l'obiettivo iniziale del regista,che era quello di vederci chiaro su qualcosa di poco chiaro e che fa ancora discutere(fingere di non vedere l'"elefante"che abbiamo davanti,da cui il titolo).Anonimi quanto basta per"interpretare"i ruoli loro affidati,i ragazzi sono delle presenze carismatiche e Van Sant li inserisce in un contesto(la scuola)descritto come un luogo claustrofobico e influenzabile per comportamenti ed atteggiamenti,destinati a durare con il passare del tempo in maniera sempre più definita.Giustamente premiato a Cannes(miglior film e miglior regìa).

Tom24  @  26/04/2008 12:50:28
   8 / 10
di un realismo sconvolgente. magnifico.

superfoggiano  @  13/04/2008 22:41:37
   5½ / 10
film originale per la sua narrazione, ma scorre troppo lento... troppo...

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  15/02/2008 20:02:11
   8 / 10
La tragedia di Colombine sconvolse gli Stati Uniti, non è stata purtroppo l'ultima. Qui non asistiamo nè ad un documentario in cui ognuno dice la propria sull'accaduto, nè una ricostruzione degli avvenimenti in senso classico. Van Sant agisce per sottrazione, si limita solo a mostrare senza commentare con i dialoghi ridotti al minimo. Van Sant vuole far parlare le immagini: segue alcuni protagonisti in quella che può essere una normale giornata scolastica, ma segue anche gli assassini nel loro patto scellerato, nella loro estrema emarginazione. Il tono raggelato della pellicola è terribile nel mostrare le immagini della strage, frutto più di una tragica casualità di trovarsi nel posto sbagliato che di una storia di rancori e odio.

mikland83  @  03/01/2008 17:09:13
   6½ / 10
Sicuramente un buon film.Non per tutti questo è chiaro, questo tipo di film può risultare frustrante dopo un po'.
Ma quello che conta è l'idea di fondo.La regia davvero spettacolare,ad incastro,vari film dentro uno solo.Non è facile destreggiarsi in mezzo a tanti filoni, ed infatti ,qui il registra pecca un po' di superbia,ma nel complesso un'ottima idea ed una buona esecuzione.
Consigliato

Memento mori  @  31/12/2007 17:10:43
   4½ / 10
Genere: fantascienza? :D
Quando l'ho guardato mi è sembrato quasi quasi di vedere un documentario (ma è un film! .......... Giusto? :°D )Ma vi dirò... documentario che non spiega nulla. ASSENZA DI INFORMAZIONE. Perciò pare un film che sembra un documentario, che però non spiega come dovrebbe spiegare un documentario di tutto rispetto(ed è questa la cosa peggiore oltre la pesantezza:fastidio.) E' noiso, pesante, in agonia totale la mia attenzione, che pe tenella attenta ne ho dovuta fa de fatica! :°D Però poi mi son detta: va beh sopporta pure questo fardello perchè poi uscirà fuori qualcosa..(ho continuato a vedere il film con la speranza che la conclusione mi portasse ad una chiarezza, ad una verità, ad una certezza, ad una "obiettività", ad una consapevolezza.Es: IL COMPORTAMENTO ASSURDO DEI PROTAGONISTI(quali protagonisti?un miscelato di gente che cammina per i corridoi :D... )vedrai, Chiara,verrà giustificato. Eh niente. Il vuoto. Notiamo come questi personaggi di fronte ad un imminente tragedia si trovino del tutto tranquilli o quasi, insomma apatici.( Stiamo parlando di "ragazzi/e" (non tutti) che invece di scappare via dai "mostri cattivi" li seguono.) Eh??? Ok ok ok,esprimere attraverso un film un avvenimento di questo tipo lo si può anche fare (a parer mio), ma cortesemente è inaccettabile che il film voglia presentarsi come una reale verità.Ma de che?? Non è stato spiegato nulla . (Io almeno non ho colto le motivazioni dei comportamenti....)Assolutamente privo di senso. Inaccetabile. Odioso. Lento.SCONCLUSIONATO, INCONCLUDENTE.Quasi direi apatico. Inspiegabile (e questo lo rende ancora più odioso.)
Io se guardo un film pretendo delle spiegazioni esplicite o implicite che siano, ma qui , mancano del tutto. Questo film sembra niente e soprattuto sembra proprio che l'avvenimento realmente accaduto non sia realmente accaduto. :P( Mi da questa sensazione.. di inutilità)
Scena finale ottima! :D
Unico momento in cui il mio cuoricino si è fatto scivolar sopra costanti noisità precedenti e si è lasciato catturare da gesti così feroci, e.... (come dire..) PRIVI DI SENSO!!!!! :°D(ahimè) e qui ritorniamo all'odiosità... E si ricominciaaa.... :D
...
Ed io capisco...(avrei voluto capir meglio con questo film :°D) la situazione disagiata americana, certamente non la voglio sminuire,ma è anche certo che questo film non mi ha reso le cose più chiare , nè ha suscitato in me qualche emozione ( tranne caso già menzionato) nè mi ha "aperto gli occhi" o ha svolto in me qualche funzione pedagogica o INFORMATIVA..... Insomma no caz** de niente proprio! xD
Concludo dicendo che questo film ha provocato in me ostilità nei confronti del regista... (..) ORRIDO! (riferito agli aspetti appena elencati.) Il film è da 4.5, voto abbastanza altino per quanto mi riguarda.

Gruppo COLLABORATORI ULTRAVIOLENCE78  @  18/11/2007 11:55:33
   8 / 10
Cosa si nasconde dietro la maschera dell' America "avanzata" e "civilizzata"?

Gus Van Sant ci descrive l'adolescenza americana, e lo fa senza lesinare sui suoi aspetti più crudi e insani. Quella che emerge, dal ritratto del regista statunitense, è una gioventù inquieta, allo sbando e in balia di problemi seri che non trovano soluzione: dalla solitudine alla difficoltà nel relazionarsi agli altri, dalla bulimia alla mancanza di punti di riferimento ecc.... E' una realtà drammatica che viene ignorata (di qui l'allusione del titolo al proverbio dell' "elefante nella stanza", metafora di un problema evidente che tutti possono vedere, ma che nessuno ha il coraggio di affrontare) dalle istituzioni principali, quali la famiglia e la scuola: l'insegnante che impone all'alunna di indossare la gonna del completo sportivo -alla stessa stregua delle altre- non chiedendosi perchè costei è restia a farlo, o il preside che punisce lo studente perchè ritardario non considerando il fatto che questi viva con un padre alcolizzato ecc.. sono tutti indici di una società schiva, vile, egoista e incapace di guardare in faccia alla realtà. Questo ignorare e sottacere i problemi dei propri "figli" non fa che innescare una bomba ad orologeria pronta ad esplodere da un momento all'altro. E' quello che succede ad Eric e Alex i quali, come se fossero i protagonisti di un videogame, decidono di armarsi e di perpetrare una vera e propria mattanza (che ricorda quella di "Targets") all'interno della loro scuola, senza risparmiare nessuno, neanche loro stessi. Di qui la desolante contraddizione di un Governo che non si preoccupa delle vere problematiche sociali del Paese (come la sanità o l'istruzione), e che invece consente libertà assurde come quella dell'uso delle armi.
Gus Van Sant sembra anche fare una riflessione sul Caso, come elemento determinante nelle esistenze di ciascuno di noi: dei due ragazzi appassionati della fotografia che si incontrano nella scuola, uno si salverà perchè al momento dell'entrata in scena dei due "cecchini", si troverà casualmente all'esterno dell'edificio.
Si tratta di un film in cui c'è molta carne al fuoco ma che, nonostante l'esigua durata, riesce a trattare efficacemente molteplici tematiche.

freeflyz1  @  22/10/2007 13:40:59
   2 / 10
lento lento lento.
alla fine del film viene voglia di chiedersi...quindi? cioe? e dunque?
DELUSIONE TOTALE, trovo incomprensibili anke alcune inquadrature perpretate x lunghissimi minuti.
gli sbadigli nn mancano!

Invia una mail all'autore del commento click  @  24/09/2007 18:23:39
   5½ / 10
dopo 10 minuti pensavo "però... originale"
dopo 20 minuti pensavo "però... interessante"
dopo 40 minuti pensavo "però... un pò lento"
dopo 70 minuti pensavo "però... che orchite"
dopo 77 minuti pensavo "però... succede qualcosa!!"
dopo 80 minuti pensavo "però... è finito (?!)"
dopo 81 minuti pensavo "però mai più!"

5 risposte al commento
Ultima risposta 03/04/2011 16.37.36
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giusss  @  16/09/2007 16:40:34
   5½ / 10
Mi aspettavo molto di piu'.

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teddy  @  22/06/2007 12:57:06
   8 / 10
il primo film di gus van sant che vedo,è devo dire che è veramente bello.il regista ci mostra sin dall'inizio le situazioni dei diversi ragazzi che si troveranno coinvolti nel massacro,tra loro troviamo tutte le tipologie di ragazzi che si trovano in un liceo americano,il *****tto,il ragazzo solitario che ama fare fotografie e tre amiche bulimiche.il film è di breve durata,la regia è piatta e asciutta,e narra tutte le vicende dei ragazzi(compreso il massacro)in modo freddo e distaccato.ed è proprio questo secondo me l'aspetto più affascinante di questo film,il regista mostra le deverse situazioni(piuttosto probblematiche)degli studenti della columbine.e con la totale assenza di una colonna sonora(eccetto le scene in cui alex suona il pianoforte) e le inquadrature monotone.vuole a mio avviso mettere in evidenza,un probblema grande come un elefante(appunto il titolo)di cui nessuno si preoccupa e che viene continuamente ignorato,cioè il "DISAGIO GIOVANILE".i ragazzi presenti in questo film sembrano essere perennemente a disagio,e per di più sembra che debbano fare tutto da soli,senza che nessuno li aiuti.le inquadrature monotone,vogliono secondo me trasmettere il senso di tristezza,che scaturisce dal disagio e dalle vite perennemente tediose di questi ragazzi.il massacro finale sembra quasi un ACTING OUT ossia uno sfogo definitivo di tutta la rabbia e i sentimenti repressi.ovviamente questa è solo una delle tante interpretazioni,di questo film,che è secondo me pieno di significati.non si può secondo me criticare questo film per la sua lentezza,perchè è proprio la sua lentezza e freddezza che rende questo film atipico e tremendamente disturbante.dopo la visione di questo film si prova lo stesso vuoto interiore,che si prova nel film,e questo conferma secondo me la bravura di van sant.lo consiglio a chiunque,e consiglio anche di non giudicarlo per la sua lentezza,(perchè questa è un interpretazione superficiale e alquanto puerile) ma valutarlo in modo obbiettivo trovandone i significati.in conclusione ELEPHANT è un film veramente profondo e originale.

Dante V  @  03/06/2007 13:13:13
   9 / 10
Una Lezione di Cinema Moderno e d'Avanguardia Estetica.

BaStEr  @  30/05/2007 23:56:52
   8½ / 10
In effetti la lentezza può ucciderti, ma sono sopravvissuto riuscendo ad apprezzare i particolari di ogni scena... davvero un grandioso film, unico se vogliamo...il finale che si può intuire è solenne, come l'ultima scena. La bellezza, in quel suo essere lento, sta nel rispecchiare la vita dei tanti qualcuno nella loro diversità, che sia ricca di serenità come quella di john o piena di tormento come gli omosessuali, che sia pudica e triste come quella della "brutta" o terribilmente vuota e priva di valori come le tre bulimiche, che sia vissuta nella contemplazione Elia, o nel dialogo asfissiante e inconcludente come il gruppo di discussione... prima del tragico evento, Gus Van Sant cerca di farci conoscere questi normali ragazzi, cerca di farci fare un' idea su di loro... il ragazzo che suona per elisa, compra un fucile, vuole comprare una bandiera nazista...
Stupendo... esperimento riuscito

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PetaloScarlatto  @  15/05/2007 01:04:22
   9 / 10
Un bellissimo NON film!!!

Straziante e noioso ed è proprio nell'apparente nebbia della noia che si nasconde la bellezza di questo quasi capolavoro...

Lento, si ripete come strali di carta igienica, ma dal tessuto dorato!!!

DA vedere per riflettere non solo sul cinema, ma sulla vita!!

Gus Vant Sant, dopo un paio di prove nn eccelse, torna agli esordi, con in più la voglia di sperimentare...!!!

Si ripeterà nel bello ( ma non altrettanto ) successivo Last Days, sulle ultime ore di Kurt Cobain..

Bel film, questo... Grande regista, lui...!!!

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento thohà  @  08/05/2007 16:02:47
   4 / 10
Ma per carità... che mi si voglia spacciare per capolavoro questo film mi fa accapponare la pelle!

John: con il padre alcolizzato, o giù di lì.
Elias: 1 ragazzo perennemente in giro con la sua macchina fotografica.
Natalie e Carrie: 1 ragazzo ed una ragazza che stanno insieme.
Michelle: che non vuole mettersi in shorts per fare ginnastica.

E fin qui ci siamo. L'idea è ottima. Ma terribili le lunghissime camminate per i corridoi, sempre ripresi di spalle, quasi mai di fianco o davanti. Silenzi senza fine.
Purtroppo il finale è bello e si raccolgono i fili del discorso. Ma prima di arrivarci muori di sonno almeno 30 volte, urli: "BAAAASTAAAA" almeno 40 volte e: che noia, che barba, che barba che noia almeno 50 volte.
Scusate la franchezza.

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Ultima risposta 11/05/2007 10.23.03
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phemt  @  27/04/2007 18:37:42
   8 / 10
Una manciata di ragazzi seguiti, quasi pedinati dalla macchina da presa; il racconto delle loro storie in una noiosa mattina scolastica che si sovrappongono sullo sfondo di un fatto di sangue, e Van Sant che racconta il tutto in poco più di 75 minuti… Elephant è uno di quei film in cui sembra non succedere nulla e in cui invece succede tutto… Sembra che Van Sant quando va ad analizzare i problemi adolescenziali racconti tutte cose viste e riviste, invece il regista racconta la nostra società, quella società fatta da padri assenti, da giovani lasciati a se, da ragazze vuote che pensano solo allo shoopping o a vomitare insieme dopo mangiato, da ragazze che non sono in grado di accettare il proprio corpo, da ragazzi soli e senza aiuto che si coalizzano, che fanno quadrato intorno a loro stessi e che sentono di dover far esplodere in qualche modo la loro rabbia, da chi pensa che sparare alle spalle di un uomo sia come sparare in un videogioco, da chi suona Beethoeven ma dentro ha una macchia nera che gli fa credere di dover esplodere quella sua rabbia magari divertendosi…
La regia di Van Sant è semplicemente notevole, lo stile documentaristico è realizzato alla perfezione grazie all’uso della steadycam e a lunghissimi pianosequenza che raccontano quella che per davvero è una classica giornata scolastica… Le storie si intrecciano perfettamente e finiscono tutte allo stesso punto di svolta… Il tutto è visto con una freddezza ed un distacco di raro livello e il finale è quasi agghiacciante…
La critica sociale c’è ed è fatta bene, il messaggio arriva forte e chiaro e il film lascia alla fine della visione un gran vuoto dentro lo spettatore… In un certo senso lo si potrebbe considerare addirittura un film weird (più per lo stile che per i contenuti) e quindi non mi sorprendo che a qualcuno possa fare schifo, a me però è piaciuto molto…

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento goat  @  13/03/2007 15:46:29
   7½ / 10
senza molti giri di parole, van sant è assolutamente unico nel raccontare storie di ragazzi problematici. in questa pellicola poi, tratteggia uno stile narrativo personalissimo e sfata finalmente l'archetipo autore della strage=marylin manson-dipendente.

Divino Stanley  @  09/03/2007 17:10:16
   3½ / 10
Se fosse stato un documentario, forse avrebbe meritato la sufficienza ma, presentato come un film, fa veramente schifo (per non dire di peggio). La copertina lo presentava bene: film basato su fatto drammatico realmente accaduto, diretto dal regista di "Will Hunting - Genio ribelle" e vincitore del prestigioso Festival di Cannes per la miglior regia. E invece ci si ritrova davanti ad un polpettone di un ora e mezza, lento come pochi, che non trasmette nessuna emozione. La cosa che più non ho sopportato è stata l' idea di inserire l'omosessualità fra i due giovani killer (idea di pessimo gusto che dà contro agli eterosessuali ed agli omosessuali). Insomma fa c****e, se si vuol usare un francesismo.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  @  08/03/2007 15:27:09
   8 / 10
Eccellente pellicola sul disagio giovanile che serpeggia tra gli adolescenti americani e che spesso si sfoga nella violenza piu’ inaudita priva di qualsiasi motivazione.
Van Sant entra in quella che potrebbe essere la giornata tipo di un qualsiasi studente liceale americano alle prese con la solita routine quotidiana,nella prima parte del film non accade praticamente nulla,il regista si sofferma su dettagli apparentemente inutili,racconta le vite di ragazzi come tanti altri,ma il dramma pesa sulla pellicola come una nube oscura,la tensione si fa via via con il passare dei minuti sempre piu’ insopportabile sino all’angoscioso e straziante finale ancor piu’ terribile perché privo di qualsiasi spiegazione logica.
L’idea del regista di girare un film che fosse una sorta di documentario è perfettamente riuscita,l’utilizzo di luci naturali,i lunghi piani sequenza e l’assenza quasi totale delle musiche ,oltre la presenza di volti sconosciuti (gli attori sono quasi tutti non professionisti),conferisce all’opera un’attinenza con la realta’ veramente notevole.
Il titolo deriva da un modo di dire americano che ironizza su colui che pur avendo un elefante in soggiorno fa finta di non vederlo,come a sottolineare l'immobilita' da parte della societa' americana nei confronti dei problemi degli adolescenti.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  22/02/2007 19:25:04
   7 / 10
leggendo la trama ti trovi di fronte ad un film diverso da quello che ti aspettavi!
da una parte rimani sorpreso dal modo di condurre la telecamera all'interno di questa scuola(uno stile veramente buono)una parte viene sorpresa dalla crudezza delle scene di violenza e dal loro realismo...
la storia purtroppo è vera ma questo film non racconta tanto la storia in se ma studia i personaggi detti "cattivi" e li scruta a fondo per capire le motivazioni del gesto...ma anche il regista non riesce a trovare una spiegazione a questo comportamento...bello e devastante!
buona la scelta delle musiche!

Macs  @  08/12/2006 09:08:37
   2 / 10
Veramente orrendo, uno dei film più retorici e inutilmente lenti della storia del cinema.

Sig. Chisciano  @  05/12/2006 12:54:21
   4½ / 10
Bruttino, è poco interessante, Moore nel BFC fotografa molto meglio una situazione generale, Elephant poi non mi piace perchè gioca troppo sul voler essere un po' documentario e un po' film, un vero film avrebbe dato la possibilità di spiegare/ipotizzare le psicologie dei ragazzi, un film inventandosi una realtà può provare ad essere profondo e a dare delle ragioni. Qui non si capisce quale voleva essere il fine di quest'opera, ad essere maligni verrebbe da dire che sfrutta una pagina d'orrore vero per portare qualcuno al cinema.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento Aliena  @  24/11/2006 17:35:20
   7½ / 10
non ho visto niente..eppure han fatto tutto
nessuno se n’è accorto
eppure era li,
fin dal principio
quel enorme elefante in mezzo alla stanza
quell’enorme problema ignorabile

attraverso il lento utilizzo di interminabilmente monotoni piani sequenza
Van Sant sceglie di non raccontare una storia
non c’è un’ambientazione,
ma solo una scuola evocata, che potrebbe essere qualunque scuola
(ovviamente in America quella scuola è talmente –tristemente- famosa
che anche solo sfumarne le pareti in un’inquadratura consente il riconoscimento)
non ci sono dei protagonisti,
ma tanti ragazzi veri nella parte di se stessi, che rappresentano casi emblematici
(e per questo in alcuni casi un po’ stereotipati) in cui chiunque potrebbe riconoscersi
Questa è la cosa che un po’ fa inquietare
(ovviamente oltre alla storia vera a cui fa riferimento)

Un lavoro interessante, indubbiamente
Un modo altro per far vedere, pensare su qualcosa di follemente normale…

Invia una mail all'autore del commento INAMOTO89  @  07/08/2006 23:35:02
   7 / 10
FILM CARINO ED ORIGINALE ANKE SE DOPO 20MIN SI CAPISCE SUBITO COME ANDRA' A FINIRE....XO' è SENZA DUBBIO 1 FILM MERITEVOLE SE SI CONSIDERA KE è L'AGGHIACCIANTE RAPPRESENTAZIONE DI 1 STORIA REALMENTE ACCADUTA....SI NON Cè KE DIRE QUESTOVAN SANT NON è NIENTE MALE ANKE SE 7 è IL VOTO KE MERITA QST FILM FORSE 1 PO TROPPO SOTTOVALUTATO

Hugolino  @  04/08/2006 16:59:46
   6 / 10
Freddo, crudo, senza alcun sentimento, quasi in stile documentario oppure da cronaca...
Lo so che è fatto apposta così ma sinceramente non mi piace, noiosissimo, tra i film più pallosi che abbia mai visto... Eccetto gli ultimi 20 min...
Avrei dato di meno se gli effetti del film non si sarebbero sentiti a distanza di 2 giorni dalla visione, per "effetti" intendo alcune riflessioni, ma non così profonde...

Bonn!e91  @  04/08/2006 12:57:31
   7½ / 10
l'ho visto a scuola e subito i miei compagni di classe ne hanno parlato malissimo: "non si capisce niente", "fa veramente schifo", "è pieno di froci" bla bla bla.. lì per lì ho dato ragione a loro, ma poi, ripensandoci con calma mi sono accorta della bellezza di questo film e di quanto fossero superficiali i miei amici; non è un capolavoro ma credo che, nella sua particolarità, sia molto meglio di tanti altri film che trattano argomenti simili.

zed85  @  30/07/2006 21:29:44
   7½ / 10
ho visto questo , e subito dopo bowling for columbine per una seratina tutta da ridere
a parte gli scherzi il film è bello anche se in certi punti il regista esagera con la stedycam, troppo lunghe certe inquadrature a mio modesto parere

Kesson  @  29/05/2006 17:31:48
   6 / 10
Tra il 1997 e il 1999, in otto scuole americane si sono consumate otto tragiche sparatorie. La più, tristemente, famosa è senza dubbio quella della Colombine High School. Gli americani sconvolti da quanto accaduto, si sono affrettati nel sparare sentenze, dare giudizi, incolpare. Ma al di là di manifestazioni contro Marylin Manson, contro film e videogiochi violenti, il loro analizzarsi è sempre stato uno scaricare a questo o a quello la responsabilità dell’accaduto. “Bowling For Colombine” (Vincitore di un Oscar nel 2003 come miglior documentario, nonché primo documentario ad apparire a Cannes in 46 anni) di Michael Moore, ha analizzato il problema focalizzandosi sulla paura imposta dai media sul popolo americano, interrogandosi sul perché in America sia cosi’ facile e quasi un diritto possedere un arma da fuoco.
Elephant, di Gus Van Sant, ispirandosi alla strage della Colombine, sceglie decisamente una strada differente. Inanzitutto, non ci troviamo di fronte ad un documentario, anche se tutto il film è girato all’interno di una scuola vera a Portland (Oregon), ed ha come protagonisti attori non professionisti (se si escludono i tre attori adulti). La macchina da presa segue un giorno scolastico, apparentemente, qualunque, spia discretamente i protagonisti di questo film, gli alunni, siano loro vittime o carnefici. La caratterizzazione dei personaggi attinge da classici stereotipi. Abbiamo l’alunno cresciuto troppo in fretta costretto a fare da genitore a suo padre, irresponsabile e ubriacone, il belloccio di turno campione di football fidanzato con la più carina della scuola, le tre inseparabili amiche che condividono tutto, dallo spettegolare, allo shopping fino ad arrivare alla bulimia, alla studentessa bruttina e “s****ta”, bersagliata e derisa dalla compagne e ignorata dai compagni. Anche i due carnefici non escono dagli stessi schemi. Eric e Alex infatti appaiono isolati in loro stessi, relegati negli ultimi banchi in classe e anche loro derisi dai “*****tti” di turno. Coltivano passioni per le armi, giocano con videogiochi violenti, guardano documentari sul Nazismo, e se non fosse che Alex ama suonare Beethoven al pianoforte invece di ascoltare Marylin Manson, avremmo due perfetti carnefici scolastici stilizzati all’americana.
La regia è splendida. Girato interamente in 35 mm, tutto viene raccontato seguendo molteplici punti di vista: gli occhi degli studenti. Con ampio uso della steadycam ci immergiamo così in lunghi corridoi, nelle aule, rivediamo le stesse scene da angolazioni e stati d’animo differenti. Il volgere del film può risultare piuttosto lento, sia per i numerosi, e lunghi, piani sequenza sia per i dialoghi ridotti al minimo. La prevalente scelta di un illuminazione naturale, e la quasi totale assenza di colonna sonora (se si escludono alcune sonate al piano di Beethoven) per affidarsi invece ai suoni di scena, rendono il film stilisticamente più vicino ad un documentario che ad vero e proprio film. Ed è forse qui che troviamo il limite di Elephant. Tutto viene mostrato freddamente, quasi senza un motivo, Tutto accade ma nulla viene veramente spiegato, non ci sono vere analisi nelle coscienze dei protagonisti, non trasparono vere motivazioni che giustifichino in qualche modo la strage finale. Accade e basta. Gus Van Sant, vuole quindi solo sollevare il problema, un problema reale, “un problema ignorabile come un elefante nel salotto” (è questo il detto a cui si ispira il titolo del film), forse sottovalutato, attraverso questo film che, ricordo, ha vinto a Cannes la Palma D’oro e il Premio per la Migliore Regia.
“Non appena spieghi qualcosa ci sono altre cinque possibili risposte che vengono negate da quella spiegazione, senza considerare che alcune cose semplicemente non ce l’hanno una spiegazione” (Gus Van Sant).

markbaz  @  25/03/2006 01:38:10
   4½ / 10
Quoto in pieno doncorleone. Un film tanto ma tanto alla moda. Quando un regista mette in scena il nulla, è perché non c'ha nulla da mettere in scena.

tatum  @  13/03/2006 19:51:45
   5 / 10
Non lo so...davvero. Noto l'originalità con cui Van Sant affronta il tema, il distacco, il suono ovattato, l'irrazionalità dei due "protagonisti"... ma dopo averlo visto diverse volte devo dire che non mi ha colpito. Il regista continua a non convincermi... Cmq da vedere, sicuramente originale.

gei§t  @  18/02/2006 11:56:42
   8½ / 10
ho provato una certa soddisfazione nel veder fatti fuori alcuni personaggi antipatici
liberatorio

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Ultima risposta 04/08/2006 19.09.13
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Invia una mail all'autore del commento doncorleone  @  18/01/2006 23:23:06
   3 / 10
Strage nella High school, strage da parte del regista davanti alla telecamera. Così potrei riassumere brutalmente questo film. Ma non mi fermerò a tale lapidaria sentenza, non fornirò il pasto fumante da assalire e sbranare a voi belve cinematografiche! Vado infatti al commento. L'unica sensazione che evoca questo film è una perplessità mista a diffidenza, ma non nei confronti di una vicenda razionalmente inspiegabile bensì nei riguardi del regista. Il rintoccare forzatamente le ultime ore degli sventurati è assolutamente sterile, superfluo. Le scene nei corridoi inefficaci e privi di mordente nonchè vane nel tentativo registico di tracciare il quadro psicologioco degli studenti. Si susseguono effimere conversazioni decisamente da quattordicenni in ascesa ormonale e minuscoli squarci di vita individuale. Sembra davvero un quadro desolante dove regna l'alienazione da parte di ogni studente e si aspetta da un momento all'altro la deflagrazione catartica della follia. Impalpabile poi la tensione nel turning point dell'evento, cala anzi un'ombra di irrealtà e silenzio che non comunica affatto nulla. Immagini vuote e informi nel baratro dell'illusorietà. Ed evitiamo di appellarci poi alla bravura del regista nell'esser riuscito a realizzare un nitido spettacolo asettico e ad enfatizzare magistralmente l'insano nichilismo della situazione, perchè la verità è che il film vacilla pesantemente sotto il peso di un deficit emotivo e psicologico incolmabile. Addirittura gli spari sembrano provenire da un'altra dimensione, forse da una televisione lasciata sbadatamente accesa su un film d'azione!

Gruppo COLLABORATORI bungle77  @  13/01/2006 11:05:38
   9 / 10
Gus Van Sant firma il suo capolavoro... un film incredibile, freddo e distaccato... che ti lascia una strana sensazione di vuoto una volta terminato di vedere...

Invia una mail all'autore del commento cinefilo malato  @  01/01/2006 21:31:54
   9½ / 10
uno dei migliori film del suo anno.
riprese in steadycam e non di una fluidità allucinante, fotografato ottimamente...citazioncelle varie tra cui spicca quella a kubrick, per l'utilizzo di beethoven per fare da contrappunto ad una violenza spaventosa.
l'attenzione per i particolari è maniacale, specialmente per lo spargimento di elefanti in giro per le scenografie.

1 risposta al commento
Ultima risposta 29/03/2006 18.00.41
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641660  @  30/12/2005 16:27:06
   9 / 10
Fantistico questo film! Veramente veramente bello! Merita merita e stramerita! Tutto da lodare!
...Mi sono anche fatto regalare la stessa maglietta gialla con il toro del protagonista! E' bellissima!

Invia una mail all'autore del commento Andre82  @  22/12/2005 13:30:55
   4½ / 10
L'idea non è malvagia ma, a mio parere, è realizzato male! Se penso che è lo stesso regista di "Will Hunting"...

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Nataku  @  09/12/2005 19:32:51
   7½ / 10
Purtroppo così è stato.. ricordo bene il servizio di RTV sull'episodio, agghiacciante! Van Sant lo ha ripreso, lo ha smorzato, lo ha reso leggermente più vivo in tutta quell'atrocità! Un ottimo film per far pensare, non di certo per farsi due risate o per saltare dalla paura, un scopo degno di una realtà impensabile quanto attuale. Fenomenale il "Per Elisa" in tale contesto, suonato con grande maestria fa da scenario ad una strage nata dalla mente annoiata di due ragazzi. Gli insegnamenti? In America a 16 anni puoi prendere la patente e la tua prima arma, ma non puoi bere.. devo dire altro?

Ch.Chaplin  @  04/12/2005 18:32:25
   8½ / 10
magistrale affresco dell'america..grande gus..film particolarissimo ma pregiatissimo..ragazzi il pensiero ke sia una storia vera fa accapponare la pelle!agghiacciante.

Marci  @  18/11/2005 14:56:03
   10 / 10
assolutamente superbo

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  12/11/2005 21:03:20
   7 / 10
Come direbbe qualcuno "trattasi di tipico film che manda a casa gli spettatori con la sensazione di aver assistito a un'opera d'arte con la A maiuscola".
Elephant, da più parti venerato come il capolavoro della maturità di Van Sant, è un film contraddittorio, irritante, ma spesso geniale.
La mdp segue le vicende di tanti ragazzi, ai quali Van Sant dà il libero arbitrio. E' una sorta di reality show progettato nello schema di "Blair witch project" che tenta di sposare il docu-drama à la Bowling for Columbine a operazioni giovanil-generazionali tipo "le regole dell'attrazione". I volti dei ragazzi recitano, si dice, spontaneamente senza conoscere il vero script. Meno sperimentale di quanto sembri, e a un passo dal manierismo: Van Sant si diverte a disorientare lo spettatore con spirito beffardo e tonnellate di cinismo, fin dalle prime sequenze. Niente puo' essere lasciato al caso: tra una citazione à la Shining e infiniti piani-sequenza, punta il dito accusatore sulla società, c'è un ragazzo abbastanza antipatico e arrogante "per poter commettere una strage". Mi chiedo: è un modo per rivendicare la neutralità di giudizio, oppure... che altro? C'è il tizio introverso che fotografa i compagni di scuola e le coppie innamorate, un'altro Van Sant, che ama immortalare chiunque e qualunque cosa, perchè l'immagine ha bisogno urgente della spontaneità, della realtà da instant-movie. Ma LUI non ha futuro: l'ultima sua opera resta la fredda celebrazione del massacro, dell'assassinio. L'immagine diventa il viatico di una realtà che si vorrebbe nascondere. Per quasi sessanta minuti è tutto un susseguirsi di esperienze, di personalità buttate a nudo: sono corpi e carni da macello, sono archetipi a cui fastidiosamente Van sant non concede nulla, soltanto uno sterile voyeurismo che scruta ogni prospettiva, salvo il pudore immotivato (da Pasoliniano qual'è) del bacio insolitamente pudico tra i due famigerati assassini. Lo spazio è lasciato in balìa di 300 ragazzi che non devono vivere altra esperienza se non la libertà di essere se stessi. Certo, sembra tutto piuttostro strumentale. La triste vicenda del Columbine School immolata a forma d'arte (di narcisismo?) della scelta formale del suo autore. Come in TO DIE FOR assistiamo pero' a una sottile metafora dei mass-media alla ricerca di una verità che non c'è, ma che possiamo anche confondere. I lunghi corridoi della Columbine School, la mensa, la palestra, sembrano l'imperfetto esempio di una società malata e scoperta. L'istituzione è un rito dal quale è difficile (impossibile?) sottrarsi. E' una prigione senza sbarre, dove due Rambo psicolabili possono tranquillamente entrare senza che nessuno noti la loro presenza: il nemico insidioso è tra di noi, e nessuno puo' fermarlo. Per certi versi Elephant è un film seminale, per altri troppo programmatico e rigoroso per soddisfare appieno. Noi vediamo tanti ragazzi ma sappiamo che di loro si sono già perse le tracce: Van Sant li coniuga li separa li unisce li concilia in un delirio di morte vita e disperazione, indifferentemente tra vittime e carnefici, in pratica confonde le tracce. Non risparmia nessuno, il film, e il capro espiatorio è forse proprio la Columbine School, simbolo inquietante di un modello perduto. Girato con uno stile tra il dogma e il pulp minimalista Elephant non è un film politico, e l'obiettivo è scordarsi di Micheal Moore allo stesso per cui Last days dovrebbe far dimenticare che si ispira (non "si parla di") a Kurt Kobain. Se la vicenda dal quale si ispira è reale, ancora piu' realistica è la mise in scene di un cinema che dà il meglio di sè nel predisporre, almeno in un paio di casi, della concessione libera e autorevole di chi racconta di sè come interprete. La camera fissa insegue spalle e volti dei ragazzi, ma il potere visivo è dato dagli interni ed esterni. Piu' che un simbolo, la Scuola richiama la dimensione retriva e maledetta della letteratura horror eppure tutta questa rientra nella "mostruosa normalità". Per lo spettatore è difficile digerire un'opera che seguoe un rigore filologico/cronologico/temporale tanto lucido e freddo, soprattutto quando poi si assiste inermi alla rappresentazione di vittime e carnefici nello stesso baratro urticante di una società qualunquista votata alla sua distruzione.
Potrei pensare che il regista assuma egli stesso il presidio per unire tutti in un'unico stereotipo, inglobandone la sola esistenza.
Vediamo la stessa Michelle: ragazza complessata e bruttina, osteggiata dalle compagne e condannata alla solitudine: la sua disperazione interiore non è poi quella, assurda e folle, dei suoi assassini. Nel film si parla spesso di diversità, dei disturbi della personalità, del dolore interiore che aumenta, e a mano a mano che l'isolamento di Michelle si insidia anche una parte di me finisce per parteggiare per lei, convinto - e questo è terribile, atroce - che avrebbe tutte le ragioni per ribellarsi anche violentemente al mondo circostante che la rifiuta. Codici che sono nomi, volti che appartengono a domande, ad altre vite. Ma la morte dispensa proprio a lei il primo di tanti giri di vita. Ovvero: Michelle è uccisa da due folli che avevano interiorizzato tutto l'odio che ella stessa provava, e che teneva invero dentro di sè. Michelle è assassinata dagli stessi "diversi" che rappresenta.
La Morte unisce tutti, per una barbara consacrazione della democrazia umana, Il limite del film è nella sua ambiguità strutturale: formalmente scientifico (come il titolo che si rifà a un aforisma buddista) e un po' vile, soprattutto quando si pensa alla scena del massacro che costituisce il perno e l'anello debole di tutta l'operazione: qui manca tutta la tensione attribuita fin troppo assiduamente alla "costruzione cinematografica post-strage" e percio' strategica fino a un certo punto. Si assiste quasi inermi alla rappresentazione di una morte annunciata. La stessa Oklahoma piovosa col suo cielo terso splende - per contraddizione - di un'insolito splendore naivite.

Pertanto, lo spettatore è attirato sempre e comunque dagli aspetti piu' torbidi della vicenda, men che mai da un Van Sant che rifiuta le regole del gioco a chi gli chiede di partecipare al dibattito,e a prendere posizioni morali assolutamente condivise. Eppure non sarà un caso che alla fine io finisco per parteggiare per qualcuno davvero (es. Michelle)?
Gli assassini deviano la loro ribellione in una folle corsa di morte colpendo indifferentemente tutti i compagni distruggendo ogni pur vaga razionalità che in casi del genere è assolutamente deleteria e agghiacciante: è spaventoso che la disperazione possa arrivare a spirali del genere.
Poi mi ricordo di Dennis Cooper e di un libro - notevole - che non ho mai osato finire di leggere - perchè sapevo già il finale, e tutto cio' mi terrorizzava. Elephant è soprattutto un film sulla morte della ragione umana: i protagonisti non esistono, nè prima nè dopo. Un film coraggioso ma furbo, un'esercizio stilistico che guarda "alle spalle degli altri". Che osservi o meno le nuove generazioni dei figli d'America, Van Sant è un vero assassino del suo film

mister_snifff  @  04/10/2005 00:27:56
   7 / 10
trama essenziale,rigorosa,che ha come protagonista principale la cinepresa(o forse è l'unica protagonista) .Sono le immagini a farla da padrone, e si attende lì ,sospesi nel vuoto,e un pò morti di sonno, il tanto acclamato finale,
mentre la su decantata stidicammera scorazza libera e felice per i corridoi, le aule, le aiuole e i praticelli di quel liceo, sbirciando senza pudor qua e la gli altri protagonisti(si fa per dire) ,"vittime sacrificali" della storia...brrr...

rnny196  @  30/09/2005 22:33:31
   1 / 10
i primi 60 minuti una noia mortale poi migliora un attimino ma per soli 5 minuti....

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Ultima risposta 07/12/2005 12.22.11
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Gruppo COLLABORATORI fidelio.78  @  29/08/2005 16:49:20
   4 / 10
Dunque.....a parte la tecnica (impeccabile!!) nel film non c'è altro. La scneggiatura è carente da tutti i punti di vista e se non fosse ispirato ad una storia realmente accaduta, questo film non sarebbe neanche arrivato ad essere prodotto. La quotidianità dei ragazzi non è resa in modo interessante perchè far vedere nei tempi reali cosa accade in una scuola è assolutamente noioso e non sfrutta a pieno le possibilità offerte dal mezzo cinematografico. Vedere per 10 min. un ragazzo che fa foto e poi le va a sviluppare non fa altro che portare noia e nessuna informazione utile alla storia. Oltretutto non esiste una caratterizzazione psicologica dei personaggi, cosa pazzesca se si pensa che con i ritmi lenti che il film tiene si sarebbe potuto fare molto di più....insomma la sceneggiautura è da dimenticare. I tempi sono troppo lunghi e Van Sant si compiace troppo nella tecnica.
Alcune cose restano incomprensibili come il ragazzo nero che alla fine non fugge, ma si avvicina fino ad essere sparato. Il film da noioso diventa irritante e paradossale. E siccome secondo me un regista non deve pensare solo alle inquadrature, ma a tutto questo, critico aspramente anche Van Sant che è stato capace solo di fare belle scelte tecniche e nient'altro realizzando così un film senza anima.

Kr0nK  @  27/08/2005 03:28:34
   5 / 10
Esperimento low cost made in u.s.a.

L'idea è molto buona ma è stata realizzata in maniera troppo poco curata. Tanto per dirne una, le reazioni degli studenti sono tutt'altro che realistiche. Le fucilate riecheggiano nei corridoi senza creare il panico che nella realtà creerebbe.

In conclusione, film di denuncia sopravvalutato, originale ma girato con i piedi.
Peccato.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento Andre85  @  19/08/2005 19:35:40
   7 / 10
film colmo di un realismo esasperato! una fotografia che si muove

luzzigermano  @  18/08/2005 18:49:54
   8 / 10
Concordo con chi dice disturbante, credo sia l'aggettivo giusto. E' fatto con un certo stile che ha il merito di rendere non troppo antipatiche le camminate dei vari studenti, e anche la combinazione con la quale viene assemblato il racconto è sicuramente apprezzabile. Anticonformista al 100% nel trattare un evento in maniera così realistica e cruda tant'è che sembra un film europeo. La sua forza è appunto la freddezza con la quale viene messo in scena e il messaggio sopratutto nel mettere in luce il problema dei giovani emarginati e incompresi schiacciati dalla superficialità, dall'individualità, dalla competizione (le ragazze che litigano su cosa sia più importante, se il fidanzato o le amiche). Dramma sulla trascuretezza e sull'ottusità delle persone. In ogni modo, da vedere (vietato ai minori!)

desi  @  02/08/2005 13:36:37
   6 / 10
Unico grande neo. Anche per un film d'autore come questo le pause sono troppo lunghe....
Il resto sono solamente esiti positivi: per la seconda volta, dopo "Arancia meccanica" di Kubrick, la colonna sonora è focalizzata sulla classica di Beethoven (Sonata al chiaro di luna, Per Elisa).
Niente di meglio per rappresentare al meglio l'equilibrio precario che accomuna la società contemporanea, priva di ideali e di prospettive. E sono due ragazzi apparentemente normali a perdere tale equilibrio e a precipitare nella follia...
Un normale giorno tra ragazzi, anche a tragedia avvenuta.
Disturbante


Gruppo COLLABORATORI JUNIOR PAOLUCCIA  @  07/05/2005 22:32:27
   7 / 10
Profondamente psicologico..lunghi passi che si avviano lentamente verso la morte.Magnifiche le prospettive che il regista utilizza per rivivere quanto precede. Un film che turba.

polbot  @  22/04/2005 08:51:17
   7 / 10
Non riesco a dare un giudizio...il film merita d'esser visto comunque...

Fidelio  @  20/04/2005 15:01:52
   8 / 10
Gus Van Sant sceglie la strada del surreale per descrivere la vera strage che si è verificata in un campus americano.Mi meraviglio del perchè tantissime persone sono ostinate a estrapolare la razionalità negli eventi dal film.Perchè uccide l'amico?Perchè quei due sono gay? E' come se dicessi: perchè Donnie Darko vuole uccidere il coniglio?
Il regista ha preferito lasciare spazio all'interpretazione soggettiva (come suggerisce il titolo d'altronde,se avete fatto una preventiva ricerca), e non intende assolutamente difendere nè valori morali,nè canoni religiosi (tornando all'elefante del titolo).Devo ammettere che quando ho finitodi vedere il film mi sono sentito un pò "stonato".La calma e la tranquillità con cui si svolge la parte introduttiva servono solo a fare maggiormente da contrasto nonchè a mettere in risalto il fine pellicola.Angosciante.


marco86  @  22/02/2005 18:54:20
   5 / 10
Non è mai facile raccontare una tragedia quando questa tragedia è davvero accaduta e non è pura invenzione cinematografica.Gus van sant,nell'affrontare questo fatto di cronaca nerissima,sceglie fin dall'inizio la strada da percorrere,cioè quella dell'iper-realismo.A molti questo è piaciuto,a qualcun altro,come me,no.
L'unica scena che mi è rimasta davvero impressa,è quella finale.molto bello anche l'episodio dei due ragazzi che si preparano a compiere gli omicidi.

sesilia  @  07/02/2005 20:20:03
   5 / 10
Mi ha lasciato un pò perplessa perchè non spiega niente alla fine...cioè io leggendo vari articoli del fatto di Columbine tutti dicono che alla fine si suicidano entrambi dopo la strage??? ma il film tratta questa storia? quella di Columbine?? Perchè lui uccide l'amico???

cavo69  @  07/02/2005 19:48:56
   2 / 10
che film di cacchina..... non gli d'ho 1 perche si è voluto raccontare una storia vera ma lo si e fatto da cani!!!!!!!!!!!!!! fa veramente schifo


p.s:belli i vari coppini dei protagonisti(tutti ripresi sempre di schiena)


Invia una mail all'autore del commento catenanm  @  30/01/2005 23:07:11
   3 / 10
il film era da quattro, quando poi fanno anche gli omosessuali allora immancabilmente il voto scende. Poi non ho capito perchè ammazza anche il suo amico. chi mi può spiegare la scena finale è pregato, con molte grazie, di spiegarmelo

4 risposte al commento
Ultima risposta 04/12/2005 18.34.14
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Invia una mail all'autore del commento vaneixa  @  14/12/2004 18:36:53
   8 / 10
è un bel film soprattutto x noi americani che viviamo questa cosa dal vivo, mi piace la forma in cui si tratta la psicologia dei personaggi..

Invia una mail all'autore del commento fe84  @  07/11/2004 15:58:12
   9 / 10
Dopo alcuni lavori puramente commerciali("Will Hunting-Genio ribelle"e"Scoprendo Forrester")Van Sant spiazza il suo pubblico,proponendo una storia che ha fatto discutere per la sua crudezza e per l'incomprensibilità di certe sequenze.Ma dietro a ogni scena si può dedurre un ritratto crudele e spietato della gioventù odierna:emarginazione per chi non è alla moda,discorsi vacui e banali rivolti dietro alle spalle del prossimo,ipocriti,finti,viziati e irresponsabili senza mai esserne consapevoli.Il silenzio è l'unica "arma"a loro favore,ma non tutti sono disposti ad accettarlo;a chi non ci sta ad accettare le regole basilari per farsi accettare,ad esempio,l'unica rivalsa dai propri coetanei e dai genitori indifferenti è quella di rendersi complici ad una società fatta di guerre ed ingiustizie,sfogando le proprie frustrazioni con una strage destinata a rimanere negli annali della violenza.Lo spaccato che ne viene fuori da questo quadro generale è straziante,ma necessario per giustificare un ritmo che si adegua con una perfetta costruzione a scatole cinesi e che scoppia in un finale che quasi sembra invocare la fine di un mondo che non è mai iniziato.La regìa di Van Sant,è molto virtuosistica,ma necessaria per raccontare una storia che si snoda piano piano e tiene senza mai perdere di vista l'obiettivo iniziale del regista,che era quello di vederci chiaro su qualcosa di poco chiaro e che fa ancora discutere(fingere di non vedere l'"elefante"che abbiamo davanti,da cui il titolo).Anonimi quanto basta per"interpretare"i ruoli loro affidati,i ragazzi sono delle presenze carismatiche e Van Sant li inserisce in un contesto(la scuola)descritto come un luogo claustrofobico e influenzabile per comportamenti ed atteggiamenti,destinati a durare con il passare del tempo in maniera sempre più definita.Giustamente premiato a Cannes(miglior film e miglior regìa).

norah  @  18/10/2004 16:41:37
   9 / 10
vale80  @  18/10/2004 15:12:13
   9 / 10
the nerVous  @  24/09/2004 12:36:00
   7 / 10
film discreto che si va a cercare dopo aver visto bowling a columbine...
sapendo che è basato su una storia vera è ovvio che non dobbiamo aspettarci situazioni alla -trappola di cristallo- o altre simili...ma è vero che a mio giudizio è stato reso un po' troppo "poetico"...tutto forse per far vedere come in una bella giornata qualunque possa succedere qualsiasi cosa a chiunque...però tutto ciò ha reso il film un attimo lento e noiosetto a tratti...
mettiamola così: nell'intento di far pensare lo spettatore l'intento è raggiunto...
mi dispiace solamente che non sia stato sviluppato molto il motivo della rabbia dei 2 studenti,se non con un singolo episodio...per quello che riguarda invece la facilità d'acquisto di armi la scena del postino che consegna il fucile automatico completo di munizioni credo che sia più che sufficiente!
meditiamo gente...meditiamo...

Gruppo COLLABORATORI L.P.  @  03/09/2004 14:47:15
   6 / 10
Io non vado al cinema come se fosse il corrispettivo della discoteca o della pizza... ci vado perchè lo amo. Non sono un' esperta e non pretendo che il mio giudizio su Elephant sia oggettivo. Resta il fatto che non sono riuscita a gridare al capolavoro. Mi spaventa la carenza di idee e l' abuso di effetti speciali degli ultimi tempi, ma forse mi spaventa ancora di più l' intellettualismo fine a se stesso di questo film, nonchè il suo distacco glaciale dai fatti narrati. Un documentario- messa in scena per creare scalpore?
E poi c'è una domanda che mi sono fatta all' uscita dal cinema: è possibile realizzare un' opera completamente oggettiva e distaccata come Van Sant ha preteso di fare?
Suppongo di no, e quindi l' pinione dell' autore deve stare da qualche parte e se è quella che penso io, allora la tesi del film è sconfortante quanto i suoi protagonisti.

superzik  @  02/09/2004 02:40:10
   6 / 10
Non è che valga davvero la pena vederlo... giusto se siete interessati all'argomento dei rapporti sociali tra giovani teen ager americani...
La lentezza e la conseguente noia mal si confanno al tema del film, un grave errore secondo me le lunghissime e insignificanti riprese di persone che caminano

sb6r  @  07/08/2004 11:04:16
   9 / 10
Film agghiacciante.
Terribilmente drammatico.
Durante tutto il film sembra davvero di fare gli spettatori in questo liceo di Portland...
Bel film.

Quentin87  @  24/07/2004 19:00:31
   8 / 10
Claustrofobicamente geniale.
Certo è un pugno nello stomaco ma la verità fa male...

d1eg0  @  06/07/2004 18:25:26
   6 / 10
Non l'ho capito ...o forse l'ho capito ma non l'ho apprezzato ..ma penso di averlo apprezzato per quello che il regista voleva che io mi limitassi a vedere ..vedere una normale giornata in un liceo americano ..probabilmente non mi aspettavo di vedere un film del genere ..mi perdevo spesso nei lunghi corridoi del liceo..

Ciliegia  @  17/06/2004 00:53:45
   9 / 10
Vedendo il film ho pensato alla teoria di Brecht sullo straniamento: B. sosteneva che la rappresentazione non dovesse favorire l'immedesimazione da parte dello spettatore, perchè così facendo quest'ultimo non avrebbe attivato un meccanismo critico; al contrario, usando la tecnica dello straniamento, lo spettatore si sarebbe posto da esterno ai fatti rappresentati, ed avrebbe così potuto attivare uno sguardo critico su ciò che vedeva. Penso sia ciò che accade con questo film. Il regista lascia alla mente dello spettatore il giudizio, limitandosi a mostrare i fatti. Sta allo spettatore decidere se dare la sua partecipazione attiva, attivando il meccanismo critico nei confronti degli avvenimenti, oppure aspettare per 1 h e 20 che il regista "lo immedesimi" in qualcuno. Ovviamente nel secondo caso aspetterà a lungo...

P.S=Vorrei anche dire che secondo me i due ragazzi non erano gay. Mentre sono nella doccia uno fa all'altro:Non ho mai baciato nessuno. Penso volessero provare a baciare.

2 risposte al commento
Ultima risposta 18/10/2004 15.21.38
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Mieru1981  @  05/06/2004 02:06:16
   4 / 10
PERSONALMENTE MI SONO ADDORMENTATO!!!.....MA SI PUO ANDARE AVANTI PER INTERMINABILI MINUTI A GUARDARE LE NUVOLE E A SEGUIRE I TIPI CHE VANNO DA UNA PARTE ALL'ALTRA DELLA SCUOLA?????QUANDO POI ARRIVA FINALMENTE LA PARTE PIU' ''BELLA''....CHE SUCCEDE??????IL FILM...
F I N I S C E DOPO POCHISSIMO..
DITEMI PURE CHE NON HO CAPITO IL MESSAGGIO ALTAMENTE INTRINSECO DEL FILM,ANCHE SE NN é COSI,PERO' RAGA'....DU P A L L E....

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR barbara  @  03/06/2004 10:50:02
   7 / 10
Bello, mi è piaciuto davvero tanto. Finalmente un film intelligente sugli adolescenti, anche se non ho capito bene il significato della figura del ragazzo nero (perchè non scappa?) e avrei evitato di raffigurare i due assassini come omosessuali.

2 risposte al commento
Ultima risposta 12/09/2004 13.52.09
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