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Il conturbante, il femminismo rivoluzionario e incendiario, la rottura di schemi e tradizioni (la famiglia finale), la forza delle donne che semplicemente se ne fregano. Messaggio interessante ma il problema sta nel volerlo per forza di cose inserire in un "mood" filmico che va per la maggiore negli ultimi anni: musica elettronica, fotografia al neon accattivante e con cui si fa sempre effetto, andatura "indie". E però mi sembra che significato e forma cozzino, che il secondo sia "appiccicato" sul primo più come esercizio di stile che come supporto del messaggio stesso. Boh, magari sono mie inutili polemiche, ma qusta cosa ha finito per non convincermi sul valore complessivo della pellicola di Larraìn (molto più interessanti, quelli si, i movimenti di macchina).
Non mi è piaciuto , molto simile al "Climax" di Noè in alcune scene e con una sceneggiatura spezzata tra il privato e le storie di questa strana comune di ballerine lesbiche . Sicuramente un prodotto audace e particolare ,visivalmente bello ma senza filo logico ,almeno Noè nei suoi film per quanto fuori canone lascia un'interpretazione, una decifrazione che qui è più difficile trovare .
Molto particolare ed estetico, si muove tra molta musica, il dramma, quasi il grottesco e dei velati accenni all'horror. Parabola di una coppia, ma principalmente di una donna, che arriva a suo modo a riavere quello che vuole. Distruttivo, ambiguo e originale, non lascia indifferenti.
È un ritmo ipnotico che ti rende in imbecille. È l'illusione della libertà Così le persone non pensano. Sì, no, sesso, droga, sì. Eroina sì, orgie sì. Ma il giorno dopo, cosa c'è? Devi andare a lavoro. E siete state convinte da qualcuno,che muovendo il vostro piccolo bacino, sarete più libere. Ma no. Assolutamente no. È come dormire nel vuoto. Vivere ad Ibiza. Prendere le proprie cose e andare a LA, scattandosi selfie tutto il tempo. E fare sempre la stessa cosa. È una cultura di violenza. Dove le donne diventano puri oggetti sessuali. E gli uomini sono bestie che fottono sempre le donne. Cercando sempre di scoparle. È tutto ciò che vogliono. È il ritmo. "Non ribellarti, non pensare. Dammelo, dammelo." Non posso credere che ballate il reggaeton, Cristo santo!
Per quelli che hanno criticato il finale, dicendo che fosse banale e rassicurante, vorrei far notare che in realtà è piuttosto ambiguo, infatti vediamo Ema sostare di fronte a una stazione di servizio, mentre un benzinaio riempie una tanica, prima che i titoli di coda arrivino a interrompere il flusso, il che suggerisce che quella quiete famigliare è solo una illusione e sarà oscurata in un battito di ciglia da un processo distruttivo incessante e inarrestabile. Emblematicamente, è la stessa Ema a incarnare lo zeitgeist con una dichiarazione di intenti priva di equivoci: "bruciare per seminare".
Per quelli che hanno criticato il finale, dicendo che fosse banale e rassicurante, vorrei far notare che in realtà è piuttosto ambiguo, infatti vediamo Ema sostare di fronte a una stazione di servizio, mentre un benzinaio riempie una tanica, prima che i titoli di coda arrivino a interrompere il flusso, il che suggerisce che quella quiete famigliare è solo una illusione e sarà oscurata in un battito di ciglia da un processo distruttivo incessante e inarrestabile. Emblematicamente, è la stessa Ema a incarnare lo zeitgeist con una dichiarazione di intenti priva di equivoci: "bruciare per seminare".
Un film molto diverso da quelli precedenti. Larrain in un certo senso ha stupito un po' tutti con questo film che è un oggetto abbastanza misterioso, ricco dal punto di vista visivo, volutamente anarchico come la sua onnipresente protagonista. E' anche un film sfuggente, non si sa veramente dove vada a parare per gran parte della sua durata e malgrado la costante presenza della Girolamo, non si riesce mai ad entrare nell'animo di questa donna così piena di energia, che piega al suo volere coloro he le stanno intorno. La ragazza è un concentrato di vitalità inesauribile ed incontrollabile ed il film asseconda questo girovagare apparentemente senza senso. Ha stupito molti, in positivo ed in negativo. Certamente un lavoro che dividerà. Non mi è dispiaciuto, ma trovo che Larrain si sia lasciato trascinare dall'aspetto visivo, affascinante indubbiamente, a scapito dei contenuti messi a briglia sciolta. Come uno sfogo personale rispetto al rigore delle sue pellicole precedenti.