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Concordo con il commento di KSTED, anche se per me l'8 lo raggiunge. La sceneggiatura è molto sfiziosa e alcune scene le ho ancora impresse in mente (l'inizio e il finale, ma soprattutto l'inizio, geniale)
Chiunque sia rimasto fermo all'Edmond Pang di "You Shoot, I Shoot", esordio del regista HongKongese, faticherà non poco ad accettare il fatto che questo "Exodus" sia opera dello stesso regista. Con questo lungometraggio, infatti, Pang vira definitivamente verso una certa ricercatezza ed eleganza formale, abbandonando lo stile degli esordi, quello frenetico e nello sviluppo e nella regia. E' proprio questo, in realtà, l'aspetto di maggiore interesse. La fotografia, ricercata anch'essa, e la regia, caratterizzata da lunghi pianisequenza e inquadrature minuziose, attente a non lasciare nulla, sia in termini di spazio che di cromatismi, al caso, sono entrambe di altissimo livello; la simbiosi che si crea tra le stesse permette alla pellicola di imporsi con delle atmosfere e delle ambientazioni assolutamente perfette che fanno poi da traino alla stessa. Da traino perchè i restanti aspetti non sono, a mio avviso, allo stesso livello, anzi. L'elemento grottesco (assolutamente non nuovo nel cinema del regista cinese) - sempre sottinteso, prima delle sequenze, ottime se prese singolarmente, riguardatni il passato di Ann - stride fortemente con la drammaticità di fondo della pellicola; alla fine si ha quasi un tiro alla fune tra questi due aspetti e si ha la senzazione che nessuno, tranne forse nel finale, abbia la meglio.