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Un film che, sebbene rientri nella cerchia dei più accessibili di Terayama, non rinuncia comunque ad una certa sperimentazione criptica del regista giapponese (escluso forse il brutto commedio-dramma "Boxer", ma quello era un film su commissione).
Io Terayama lo preferisco quando non ha paura di osare ("Emperor Tomato Ketchup", "Throw Away Your Books, Rally In The Streets", "Sasso, Carta, Forbici", "Green Labyrinth"), ma anche "Farewell" è un film che incanta lo spettatore facendogli provare emozioni più uniche che rare. La narrazione è decisamente più comprensibile rispetto ad altre opere del regista, sempre più interessato a raccontare il "come" più che il "cosa", ma non è comunque difficile perdere il filo del discorso in un crogiuolo di amori, delusioni e folklore come questo. Il risultato è comunque eccellente (come del resto la quasi totalità della produzione del regista), girato secondo la sua singolare tecnica e con almeno una dozzina di scene di impatto (l'urlo della donna tra la pioggia di petali gialli, il finale, le disperate scene di sesso, l'incipit).
Un film da non perdere, sicuramente. Lo consiglio soprattutto a chi non aveva amato "Throw Away Your Books, Rally In The Streets" perchè troppo difficile e arzigogolato.