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E' la completezza dell'arte, quella di far comprendere il significato senza il bisogno di renderlo esplicito, quella di sconfiggere un avversario senza il bisogno di procurargli alcun danno. Ciò secondo la filosofia marziale orientale, mutata nei secoli grazie al passare del tempo, il quale via via ha risparmiato battaglie che impongono l'uccisione del nemico. Da allora l'arte marziale diviene un sistema di tecniche e azioni che aiuta i praticati a vivere meglio e trovare quella pace interiore che si figura come una specie di nicchia, in una realtà spesso violenta. E il film ripercorre la vita d'ogni uomo, non importa quale sia il suo mestiere, ciò che conta è che cerchi qualcosa. Messaggio molto profondo se ci si riflette un po' su, e si guardi oltre ai semplici combattimenti. Questo non è un film sulle arti marziali, questo non è un film sul Wushu. Quelli di Bruce Lee erano film sulle arti marziali, ma non questo, e non è neppure d'azione. Io lo definirei semplicemente drammatico, magari d'avventura (spirituale). E chi mi dice, in fondo, che se Bruce Lee fosse vivo, non starebbe parlando lo stesso linguaggio!! E penso ai tanti dialoghi che ho avuto coi miei maestri sul perchè ed il per come praticare le arti marziali, o sport da combattimento che sia, e credo di capire cosa alcuni mi abbiano voluto dire in riguardo a ciò... solo che ancora per me non è arrivato il momento.