frantic regia di Roman Polanski USA 1988
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frantic (1988)

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locandina del film FRANTIC

Titolo Originale: FRANTIC

RegiaRoman Polanski

InterpretiHarrison Ford, Betty Buckley, John Mahoney, Emmanuelle Seigner

Durata: h 1.59
NazionalitàUSA 1988
Generethriller
Al cinema nel Settembre 1988

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Trama del film Frantic

Il medico Richard Walker e sua moglie si recano a Parigi per una conferenza scientifica. Mentre Richard è sotto la doccia, la moglie scompare misteriosamente.

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Voto Visitatori:   7,05 / 10 (87 voti)7,05Grafico
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Voti e commenti su Frantic, 87 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Angel Heart  @  23/08/2011 13:14:20
   5½ / 10
Un thriller con uno degli intrecci più scadenti e banali mai concepiti, che se fosse stato diretto ed interpretato da due pinco pallino qualunque non si sarebbe filato nessuno. D'altronde dal regista Polanski non ci si poteva aspettare diversamente: ottime premesse, buon inizio, sviluppo fiacco (e qui questa caratteristica è ancora più accentuata del normale). L'inizio è, come detto da molti, stracarico di tensione (la scomparsa improvvisa della moglie); ma poi, man mano che la storia prosegue, il gioco mostra tutti i suoi limiti, con situazioni ridicole (mancanti della suspence creatasi all'inizio), e personaggi che agiscono nei modi più stupidi ed illogici possibili (se ne potrebbero elencare un'infinità, da Ford che si infila la droga su per il naso all'estenuante ed inutile avanti e indietro di lui e della ragazza tra casa e albergo... e mi fermo qui). Fino ad arrivare ad un finale che definire mediocre sarebbe solo un pallido eufemismo.
Che altro dire. Le interpretazioni di Ford (comunque simpatico) e Seigner sono buone (anche se, come detto, la caratterizzazione dei personaggi lascia davvero a desiderare: il primo appare disperato fin là e agisce spesso in maniera stupida ed irritante, mentre la seconda è di un'ambiguità disarmante, in quanto passa dal difendere Ford a dargli totalmente contro senza nessun motivo apparente), le musiche di Morricone così e così, la regia di Polanski semplice e lineare, e i francesi le solite macchiette (non ho poi ben capito dove sarebbe l'ostilità del paese riscontrata da molti... a me è sembrato che il protagonista non trovasse mai difficoltà nel muoversi e che tutti i personaggi che incontrava cooperassero senza tante storie).
Di positivo c'è che, nonostante tutto, il film non annoia e si lascia seguire con facilità. Per il resto, non credo proprio sia niente di così eclatante, anzi. I grandi thriller sono ben altri. Provate a guardare "Breakdown" con Kurt Russell di una decina di anni dopo... quello sì che è un marito disperato sul serio!

Ampiamente sopravvalutato.

10 risposte al commento
Ultima risposta 24/08/2011 20.09.17
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Invia una mail all'autore del commento Steppenwolf  @  26/10/2010 10:40:31
   8 / 10
Dopo aver visto i cosiddetti film "maggiori" di un regista, quel che resta è spesso deludente e indegno del genio di un artista.
Con Polanski questo non mi è(ancora)successo.
Dopo aver visionato le sue pluridecorate pellicole, "Chinatown", "The Tenant","Repulsion", "Il Pianista", "Rosemary's Baby", i meno amati(ma altrettanto validi)"Il coltello nell'acqua" e "Cul-de-sac", non mi restava che visionare i film minori del regista.
Dopo essermi cimentato nella visione di alcuni cortometraggi, che già lasciavano ben intravedere il talento di questo grande regista("Il grasso e il magro" e "Due uomini e un armadio" su tutti), mi sono dedicato a film come "Per favore... non mordermi sul collo", splendida commedia a metà strada tra fiaba gotica, film horror e rivistazione del genere horror stesso, e, per l'appunto, a questo film, "Frantic".
A partire dai titoli di testa, animati dall'inconfondibile stile musicale di E. Morricone, il film ha rivelato la sua validità.
Harrison Ford è lo sventurato protagonista del film, che potrebbe essere a suo agio anche in uno dei migliori film di Hitchcock(sembra quasi una comparsa di uno dei fortunati film del maestro, di cui "Intrigo Internazionale" o "Il club dei 39" potrebbero essere l'esempio più calzante).
Il paragone con Hitchcock non è frutto di mania personale o di amore incondizionato nei confronti del Polanski regista, ma vuole anzitutto essere un accostamento tematico e stilistico al tempo stesso.
Il protagonista del film è un affermato medico di S. Francisco in vacanza a Parigi con sua moglie, in occasione del loro ventennio di matrimonio, che si ritrova suo malgrado coinvolto in un intrigo(internazionale, per l'appunto)che gli porterà via la moglie in circostanze alquanto misteriose, che lui scoprirà essere stata rapita da terroristi alla ricerca di un oggetto smarrito(la cui utilità soltanto verso la fine del film verrà scoperta), a causa di un imprevisto scambio di valigie.
Harrison Ford interpreterà un uomo solo, costretto a proseguire le indagini autonomamente, denunciando l'inettitudine della polizia parigina, incapace di prendere sul serio il suo caso, interessata soltanto al lato burocratico della faccenda.
Investigando incontrerà una bellissima ragazza, Michelle, (Emmanuelle Seigner, moglie di Polanski)che lo aiuterà nelle indagini inizialmente per il proprio tornaconto(a lei era stato affidato il compito di consegna della valigia contenente il misterioso oggetto, di cui ignorava anch'essa la consistenza), poi finirà con l'innamorarsene, anche se non verrà mai detto esplicitamente.
Il dottore, personaggio hitchcockiano per eccellenza, sarà dunque costretto a scontrarsi con una realtà a lui ostile ed estranea, essendo tra l'altro a completo digiuno di francese, ma determinato a ritrovare sua moglie e a venire a capo di tutta questa faccenda.
Rintracciati i rapitori con l'aiuto della ragazza si tratterà allora di programmare lo scambio, dopo essere venuto a sapere che l'ordigno in questione altro non era che un pericolosissimo ed avanzatissimo marchingegno per detonare a distanza testate nucleari.
Alcune scene sono a dir poco meravigliose, come quella del ballo nel club dei rapitori, in cui Ford e Seigner sono "impegnati" ad attirare attenzione su di loro per essere rintracciati mentre danzano un tango sulle note della bellissima "I've seen that face before" di G. Jones.
Questa bellissima canzone l'ascolteremo in varie occasioni(la sentiamo anche quando il medico parla a telefono con i suoi figli, "assicurando" che tutto stava andando a meraviglia)ed è in qualche modo anche una sorta di "contaminazione generazionale".
Se la tensione è altissima durante tutto il film, in alcune sequenze, come quella del tetto o quella semi-ironica(parliamo sempre dell'ironia grottesca di Polanski, eh!)del confronto " a nudo" con i gangster in casa della bellissima Michelle.
Anche la circostanza della sparizione della moglie del medico è a dir poco grottesca, quasi una sorta di ironico omaggio a "Psyco".
Di nuovo vi è poi il tema polanskiano degli oggetti misteriosi, delle topiche dell'ignoto. Il mai-visto Katelbach di Cul-De-Sac(motore immobile dell'azione, quasi il Dio senza volto del film), gli "armadi protagonisti" del già citato cortometraggio, celanti misteri in "Rosemary's Baby", in "The Tenant" e in "Repulsion", il coltello ne "Il coltello nell'acqua", e così via...
Stavolta è un ordigno dalle capacità smisurate, in grado di destabilizzare gli equilibri di forze addirittura delle superpotenze internazionali.
Polanski mostra un uomo che ama con tutto se stesso la propria moglie e farebbe tutto per riportarla indietro(che si tratti di una sorta di manifestazione della sua volontà di riportare indietro Sharon Tate, che fu brutalmente assassinata in sua assenza?)e che non cede alle tentazioni della bellissima Michelle, che anche sembra rispettare pienamente i suoi sentimenti. La moglie poi, diciamolo, volutamente non è una grande bellezza, al contrario di Michelle, che anch'essa sembra uscita da un film di Hitchcock.
Ma al contrario di Hitchcock, in Polanski non vi è eroismo, né i personaggi sono già completi, ma si tratta di persone deboli ed in preda ai propri fantasmi e il dottore dovrà imparare rapidamente a cavarsela(in effetti all'inizio del film non sembra avere quella forza "emotiva" dei personaggi di alcuni film di Hitchcock, più tutti d'un pezzo).
Le situazioni grottesche poi non mancano, come il taxi costretto a fermarsi in seguito alla bucatura di una ruota, il medico che, scherzando con la moglie, mangia letteralmente un foglio di carta, oppure la già citata scena del confronto con i gangster.
Vi è poi il finale che è un chiaro riferimento a quello di Chinatown(attenzione al doppio spoiler, allora!).


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Lei e la moglie del medico indossano lo stesso abito, quasi come a suggerire uno scambio d'identità, a garantire una sorta di "ritorno" dei fantasmi del passato, come avveniva in Chinatown, alla cui protagonista(l'altrettanto bella, se non anche più bella, Faye Dunaway)

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E così, al medico ricongiuntosi con la moglie non resta altro che gettare in acqua l'oggetto ora desiderato dagli agenti del governo, oggetto maledetto alla base di tutte le loro sciagure, causa della morte di tante persone.
Ritorno in taxi, di nuovo insieme, al medico piangente non resta che confessare alla moglie di nuovo il suo amore.
Ottimo thriller, senza sbavature, né eccessivi sentimentalismi, ottima la suspense, Harrison Ford è poi a mio avviso perfettamentin parte. E' un uomo qualunque, in un contesto a lui del tutto estraneo, mosso dal solo amore per la moglie.
P.S.: Una piccola curiosità. Il meccanismo ricercato dai terroristi, che inizialmente si pensava essere soltanto una massiccia dose di droga nascosta in chissà quale angolo della valigia, è contenuto in un modellino della Statua della Libertà.
A me non sembra poi un riferimento così casuale: che dietro l'idea della libertà si celino ordigni di distruzione di massa, dunque di morte, beh, mi sembra alquanto inquietante e, devo dire, realistico. Non so se si tratta di un dettaglio puramente casuale o di un riferimento del regista. Dunque la libertà sarebbe solo di facciata, a celarsi dietro quest'idea è invece una sottile, quasi invisibile, linea che porta con sé morte e distruzione. E' allora questa la libertà che ci siamo guadagnati?

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Ultima risposta 26/10/2010 16.34.42
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR rain  @  15/09/2010 13:40:09
   7 / 10
Buon thriller in perfetto stile Polanski...

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Ultima risposta 10/05/2012 11.27.53
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Gruppo COLLABORATORI atticus  @  11/01/2010 00:54:12
   9 / 10
Polanski con questo "Frantic" firma un capolavoro di thriller, teso e angosciante come pochi, riuscendo a sviluppare al meglio un canovaccio già ampiamente abusato come può esserlo quello di un rapimento, puntando sull'immersione del suo protagonista (un Harrison Ford splendido) in un universo alienante e sterile, fotografato in una Parigi da incubo. Un trionfo della paranoia in terra straniera, con una suspense magnifica che arriva a vette di inaspettata forza emotiva. Se poi ci mettiamo una colonna sonora memorabile di Ennio Morricone, a cui si aggiunge un mitico ballo al night della sensualissima Emanuelle Seigner sulle note di "Libertango" di Piazzolla riarrangiato con la voce di Grace Jones (il pezzo è "I've seen that face before"), ecco che otteniamo un cult perfetto che all'epoca non venne tanto capito da critica e pubblico ma che oggi dovrebbe rientrare con merito tra le cose migliori del genere.

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Ultima risposta 11/01/2010 07.57.47
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carriebess  @  23/07/2009 12:36:05
   3½ / 10
non riesco a concepire come polanski abbia potuto partorire un prodotto simile. senza senso.
harrison ford uno dei peggiori attori della storia, monoespressivo come pochi.

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Ultima risposta 24/07/2009 00.34.14
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baghiero  @  02/07/2008 18:16:54
   3½ / 10
L'ho visto in 3 tempi diversi perchè non riuscivo a stare troppo tempo a guardarlo tanto dalla noia. Il regista mi è piaciuto molto per altri films (vedi Rosemary's baby) ma qui mi è proprio scaduto!

La trama è piuttosto banale ed è molto lento.

1 risposta al commento
Ultima risposta 02/07/2008 20.21.14
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Requiem  @  24/07/2007 20:58:31
   7½ / 10
Discreto thriller di produzione americana ambientato a parigi e diretto da Roman Polaski.
Per dirla tutta, non è uno dei migliori del regista, ma Polaski è bravissimo a raccontare la storia di questo tizio (harrison Ford) che non capisce una parola di francese, nonostante una storia assurda.

Ottimo Thriller.

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Ultima risposta 26/07/2007 16.35.46
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR frine  @  30/09/2006 03:27:23
   8 / 10
Thriller di classe, ben costruito e diretto con ritmo mozzafiato. Il protagonista, un medico capitato a Parigi per un congresso e coinvolto suo malgrado in un pericoloso intrigo, diventa un po' per volta -sotto la spinta della necessità- un bravo investigatore. Certo non ha la sicurezza di un James Bond, ma proprio questo lo rende più credibile. L'intuito lo porta a fidarsi di una bellissima e ambigua ragazza, che di fatto lo accompagnerà fino alla soluzione dell'enigma.
Harrison Ford si attiene, con incredibilie duttilità, alle indicazioni del regista, costruendo un personaggio eccellente, fiducioso nei propri convincimenti ma pronto a mettersi continuamente in gioco quando gli eventi mettono in dubbio le sue labili certezze. La stupenda Emmanuelle Seigner gioca qui la parte del mentore...una volta tanto non fallace.
Il finale può lasciare un certo senso di delusione, ma fa parte del severo rigore etico della storia. La salvezza necessita di una vittima sacrificale: qualcuno deve morire perché le cose si aggiustino (spoiler)


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Ultima risposta 30/01/2007 12.18.37
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  06/09/2006 11:37:23
   7½ / 10
Una Parigi glamour come non mai, uno script forse abbastanza sfruttato ma reso con tutta la lucidità e i virtuosismi tecnici di Polansky (memorabile la sequenza del tetto), un'ottimo Harrison Ford. Unico neo, il finale davvero sciapo e prevedibile.
Diciamolo pure, puo' essere credibile un'ultraquarantenne attaccato ai suoi doveri coniugali al punto di negare a un'Emanuelle Seigner la possibilità di insediare la moglie francamente bruttarella?
Ottimo anche come apologo generazionale: memorabile la conversazione al telefono con la figlia divagando di un brano di Grace Jones

3 risposte al commento
Ultima risposta 13/10/2010 14.43.10
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Dick  @  13/06/2006 20:03:07
   7½ / 10
La storia non l' ho trovata sempre lineare, però la visione di Parigi ed Harrison Ford anche questa volta in campana rendono il film intrigante e gradevole da vedere.

1 risposta al commento
Ultima risposta 08/09/2011 19.49.32
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norah  @  15/12/2004 15:36:54
   7 / 10
Non mi ha intusiasmato ma un sette lo merita

1 risposta al commento
Ultima risposta 15/04/2005 21.38.48
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