gran torino regia di Clint Eastwood USA 2008
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gran torino (2008)

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locandina del film GRAN TORINO

Titolo Originale: GRAN TORINO

RegiaClint Eastwood

InterpretiClint Eastwood, Cory Hardrict, John Carroll Lynch, Geraldine Hughes, Brian Haley, Dreama Walker

Durata: h 1.56
NazionalitàUSA 2008
Generedrammatico
Al cinema nel Marzo 2009

•  Altri film di Clint Eastwood

Trama del film Gran torino

Walt Kowalski è un veterano della guerra di Corea, uomo indurito dal tempo e dalla vita, con un pessimo rapporto con la propria famiglia. Quando un gruppo di immigrati asiatici si trasferisce a vivere vicino a lui, l’uomo si troverà costretto ad affrontare i propri pregiudizi.

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Voto Visitatori:   8,49 / 10 (600 voti)8,49Grafico
Voto Recensore:   7,50 / 10  7,50
Miglior film straniero
VINCITORE DI 1 PREMIO DAVID DI DONATELLO:
Miglior film straniero
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Voti e commenti su Gran torino, 600 opinioni inserite

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BlackNight90  @  16/03/2009 22:00:02
   9½ / 10
Ormai non ci sono più parole per elogiare Clint Eastwood.
Gran Torino (che bel titolo) è forse il suo film più personale e rappresentativo tra quelli che ho visto, non solo perché ne è il regista, sceneggiatore e attore, ma perché mi è sembrato di assistere ad una vera e propria lezione di vita che veniva direttamente dal suo animo. Col suo carattere schietto e burbero, con le sue battute taglienti e apposta razziste per suscitare un'amara comprensione sulla terribile normalità del razzismo di oggi, e anche per alleggerire un film la cui amarezza a tratti è quasi opprimente; il suo volto vecchio e scavato dagli anni, così espressivo (finalmente!) quando grugnisce, quando prova un flebile disgusto, un volto che fa percepire la rabbia di un uomo che nella visto e fatto molte cose orribili, ma non accetta che ne accadano altre e perciò si prepara, inevitabilmente, alla sua ultima battaglia, spinto dal rimorso e dal senso di giustizia.
Gran Torino non parla solo di razzismo, ma anche dell'incomunicabilità nella famiglia odierna, della religione che non dà conforto, del senso di inevitabile solitudine e disinganno nei confronti della società che la vecchiaia inevitabilmente porta, e di molte altre cose.
Lo stile di Clint, così asciutto ed essenziale, quasi scarno, colpisce con durezza e lascia in chi lo guarda una scia di afflizione e disillusione.
Eastwood è uno dei pochi a sfornare tanti film sempre significativi, che hanno qualcosa da comunicare, uno dei pochi veri autori rimasti, quando se ne andrà un (altro) pezzo di cinema se ne andrà con lui. Grazie Clint.

22 risposte al commento
Ultima risposta 02/05/2009 19.43.10
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scottlumber  @  16/03/2009 18:04:15
   10 / 10
Non c'è molto da dire se non: correte al cinema! un film incredibile!
Tutti i film che negli ultimi mesi hanno suscitato le simpatie del pubblico (anche quello più esigente - da Milk a The Wrestler per intenderci) non possono tenere il passo di quest'opera realizzata con una maestria che può essere solo il frutto della combinazione di età e intelligenza cinematografica. Qui siamo almeno una spanna avanti. Grande Clint!

2 risposte al commento
Ultima risposta 24/03/2011 13.25.27
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento mkmonti  @  16/03/2009 14:04:59
   8 / 10
Incredibilmente ignorato dall’Academy, Gran Torino è un film ruvido, di quelli che non si vedono più, come quelli di una volta! Pollice alzato e mano tesa, pronto a sparare sul mondo, il vecchio veterano di Corea, Walt Kowalski, razzista, patriota all’ennesima potenza, consumato da un male incurabile, vive rinchiuso nel suo giardino all’ombra del suo più grande bene, una fiammante Gran Torino del ‘72. La moglie è morta, i figli sono lontani finchè la solitudine è rotta dall’arrivo di una famiglia di “musi gialli” che a poco a poco risucchia le sue giornate, invertendo il registro filmico buoni/cattivi; la sua vita cambia e quello che prima era un anziano pesante e sospettoso si trasforma nel modello da seguire per il giovane Thao, fino al riscatto finale. Non c’è che dire…Gran Torino è il tassello definitivo di una serie di pellicole pressochè perfette, che “l’ispettore Callaghan” ci sta regalando inaspettatamente negli ultimi anni di vita. Questa volta Clint sfrutta la visione ristretta e intollerante del protagonista per raccontare una realtà altra - quella della comunità degli Hmong - attraverso la relazione padre-figlio che si instaura tra Kowalski e il giovane asiatico. Ancora un burbero dal cuore d’oro, come in “Million dollar baby”, ma questa volta Eastwood non fugge, anzi Walt è mitizzato fino all’eroismo. Si sorride, a tratti si ride, in altri si sogghigna per la rabbia, per i più sensibili si potrebbe arrivare financo alle lacrime, ma la cosa certa è che Clin Eastwood non sbaglia più un fim! Gran Torino, in una frase, è il complesso ritratto di un uomo che ha fatto dell’odio verso gli altri la sua ragione di vita, la Gran Torino lasciata a Thao e alla fedele Daisy se l’è però portato via.
www.politicallyscorrect.it

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Ultima risposta 16/03/2009 14.20.33
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR quadruplo  @  16/03/2009 12:15:28
   8 / 10
Ad oggi, il mio film preferito di Clint Eastwood (e ne ho visti ben 4).
A parte la mia personalissima scarsa sensibilità verso l'ispettore Callagham, questo Gran Torino è veramente un ottimo lavoro in grado di tenerti incollato ed appassionarti dall'inizio alla fine.
Probabilmente è uno dei film con più battute a sfondo razzista che abbia mai visto: prese in giro che visto lo svolgimento della vicenda vanno prese con il sorriso (anche se, come già scritto, la cultura coreana viene un pò troppo stereotipata).
Ho apprezzato molto il vecchio Kowalski: riflessivo, ironico e autoironico in tutta la sua testardaggine e malinconia, in grado di interpretare un personaggio che rispecchia nel mio immaginario il vero Clint Eastwood.

Quelli che io considero"limiti" della pellicola sono le caratteristiche intrinseche dei film del regista originario di San Francisco, ovvero una confezione di cinema classico americano e una certa prevedibilità nello sviluppo della vicenda.
Ma questi son gusti personali, ciò non toglie che questo Gran Torino convince in toto.

10 risposte al commento
Ultima risposta 21/03/2009 23.39.35
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Gruppo COLLABORATORI Gabriela  @  16/03/2009 11:19:25
   9 / 10
Le storie di Clint fanno riflettere anche durante i titoli di coda e ancor di più se pensiamo che questo signore ha anche scritto e cantato la bellissima canzone Gran Torino insieme al figlio Kyle.
Eccellente il ritratto dello scontro tra le culture, Walt che si apre lentamente dopo essere stato chiuso per anni come un lucchetto; porta con se tanti rimorsi e non accetta il fatto che il mondo è in evoluzione.
È un film carico di malinconia sulla redenzione, sulla fine del tempo e del sogno americano.
Gran Torino è questa macchina perfetta che unisce mondi diversi e culture opposte.. il tutto confezionato da un maestro... Clint sei grande!

Mi ero sempre chiesta che fine avrebbe fatto Harry Callaghan una volta ritirato dalla polizia e andato in pensione... ecco la risposta!

8 risposte al commento
Ultima risposta 17/03/2009 09.04.15
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HATEBREEDER  @  16/03/2009 09:13:01
   9 / 10
Un film quasi perfetto, che mescola mirabilmente (auto)citazioni (ma rielaborate sotto un'altra ottica), battute razziste di uno scorretto senza pari (giuro che ho riso come un deficiente tutto il tempo) e quella drammaticità tipica degli ultimi film di clint, che emerge soprattutto nella seconda parte. Unica pecca, forse, la recitazione non all'altezza del piccolo muso giallo, o almeno ad una prima visione così mi è parso. Comunque per il resto è già una pietra miliare.

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Ultima risposta 18/03/2009 08.59.11
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al_pacino  @  15/03/2009 18:50:49
   9½ / 10
Film di gran classe, lunga vita a Clint Eastwood.

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Ultima risposta 15/03/2009 23.29.21
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Gruppo COLLABORATORI peter-ray  @  15/03/2009 17:56:09
   9 / 10
Film bellissimo.

Forse il migliore della stagione.
Regia classica ma efficace, ottima sceneggiatura ed eccellente Clint Eastwood.
Da vedere e rivedere.

1 risposta al commento
Ultima risposta 16/03/2009 19.24.52
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Max78  @  15/03/2009 17:06:24
   9½ / 10
Minkia Clint... Minkia Clint... Minkia Clint... Queste sono le sole parole che mi sono venute in mente all'uscita della sala. Mai visto così in forma, il texano dagli occhi di ghiaccio ne ha fatta di strada, quello che un tempo veniva considerato un attore inespressivo oggi trasuda emozioni da ogni solco, ruga del su volto, e all'alba di 79 anni ci regala una performance da capogiro.

Kowalski per gli amici Walt è un vecchietto burbero tradizionalista tormentato dal suo passato, che alla morte della moglie, nella solitudine, è costretto a riflettere confrontandosi con se stesso e col mondo.
Il film trascina con se una vagonata di stereotipi americani,
la furbizia di Eastwood regista sta nell'evitare di ingabbiarci nella solita menata catalizzando l'attenzione su Eastwood attore.
Gli occhi sono ben fissi su di lui e, quando verrà il momento di salutarlo vi accorgerete di aver perso un amico, un padre e un grand'uomo.

9 risposte al commento
Ultima risposta 20/03/2009 14.59.40
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afarnedi  @  15/03/2009 12:49:34
   9 / 10
Meraviglioso Clint!!! un film che ti lascia fermo sulla sedia a riflettere fino alla fine dei titoli di coda senza dire una parola... anche per ascoltare la bellissima canzone cantata dallo stesso clint.
che dire, vorrei solamente ce ne fossero di più di film di questo spessore.

p.s.: trovo divertente che uno dei miei commentatori preferiti di filmscoop si chiami proprio Kowalski...a proposito, è da un pò che non commenta...

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Ultima risposta 15/03/2009 21.03.39
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marco86  @  14/03/2009 19:20:19
   8 / 10
il buon vecchio Clint è sempre una garanzia.
col suo solito stile classico questa volta disegna un film sospeso tra commedia e dramma, divertentissimo e commovente nel finale,

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER
visto che è lui, gli si perdonano anche le solite caricature stile western, con personaggi e dialoghi stereotipati.

8 risposte al commento
Ultima risposta 15/03/2009 12.59.05
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Gruppo COLLABORATORI paul  @  14/03/2009 18:02:21
   9 / 10
E' sempre un'emozione indescrivibile rivedere il grande Clint sul grande schermo. Una storia semplice, ma girata in maniera fantastica, con stile classico da vecchio cinema hollywoodiano, senza un virtuosismo di macchina che sia uno, inquadrature sempre all'altezza ed interpretato benissimo da tutti.

Ma è soprattutto una pellicola basata sulle emozioni, che riescono a commuovere e divertire lo spettatore allo stesso tempo: unpolitically correct (era ora) ed anche quando si entra nella fase finale della storia non c'è mai uno sdolcinamento che faccia irritare.

Il buon vecchio Clint cita e autoironizza sè stesso (la scena in cui ripropone Callaghan è già entrata nella storia), prendendo in giro quanto basta la famiglia e, una volta tanto, facendoci vedere come anche nella società occidentale i rimorsi ed i rimpianti vanno a pari passo coll'andare della vecchiaia al confine dell'esistenza.

Già un grande classico.

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Ultima risposta 14/03/2009 18.39.51
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Crimson  @  14/03/2009 17:11:44
   8 / 10
L'uomo ha costantemente la facoltà di poter rimuovere i fardelli che gravano sulla sua coscienza. Questo riscatto può essere possibile attraverso la rimozione del pregiudizio e l'accettazione degli altri, in sintesi l'integrazione sociale, quel mettersi in gioco senza barriere, quella valvola che porta a guardare il mondo da una prospettiva diversa, dove la tolleranza e la condivisione diventano prerogative stimolanti e basilari per completare parti di noi stessi che da soli non potremmo scoprire e arricchire.
Clint Eastwood ancora una volta dunque dirige un film su un tema a lui caro, ossia quello della coscienza come motore del nostro comportamento, della visione che abbiamo del mondo. Il dono del giudizio è da cercare, trovare e coltivare in ognuno di noi, il protagonista lo scopre tardi ma in tempo.
E' eccellente il 'come' queste tematiche intersecanti tra di loro siano espresse: la miscela di humour, dramma e tensione è accattivante, lo script ricco di battute taglienti e perspicaci.
Poco importa se ogni tanto i personaggi spiegano allo spettatore cose evidenti che sarebbe stato il caso di lasciar capire (Walt allo specchio nel bagno dei Hmong a proposito della sua famiglia; il poliziotto alla fine del film rivolto a Thao), così come qualche stereotipo sul mondo giovanile: il messaggio è come sempre universale e rivolto anche allo spettatore "medio", i film di Eastwood sono così, e questo è un pregio e un difetto, ma le cose stanno così.
Si esce dalla sala con la consapevolezza che qualcosa al di sotto dello strato di banalità che quotidianamente ricopre le reali contingenze esistenziali sia stata smossa. E' questo il ruolo terapeutico del cinema d'autore. Ecco perchè ogni film di Eastwood è per me una tappa obbligatoria al cinema.
"Without judgement what would we do? We would be forced to look at ourselves emerged in lost time" (cit. C.S.)

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Ultima risposta 27/03/2009 13.35.29
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR kubrickforever  @  14/03/2009 12:53:35
   8½ / 10
Storia semplice ma non banale, forse un po' retorica nella parte finale ma sempre interessante. Il tutto ruota intorno alla vita di questo vecchietto un po' burbero, un magistrale Clint Eastwood che offre una delle sue migliori prove da attore. Più leggera la prima parte e maggiormente complessa la seconda.
Mezzo punto in più perchè, al termine della visione, sono uscito dal cinema esaltato.

5 risposte al commento
Ultima risposta 14/03/2009 13.38.15
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gringo80pt  @  14/03/2009 12:46:41
   9½ / 10
A prescindere dal fatto che non so come si possa votare un film vedendolo in lingua originale, lascio questo unico commento:

rimarranno solo rimpianti di non aver più Clint E. che ti fa amare il cinema!

9 risposte al commento
Ultima risposta 14/03/2009 16.54.12
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR williamdollace  @  14/03/2009 08:53:47
   9½ / 10
Eastwood si mette in mezzo, in veranda, ci mette faccia vita e morte, ci presta gli attrezzi, ci indica il lavoro con il dito, ci prende per mano scende le scale e ci consegna il suo testamento cinematografico, il suo ennesimo capolavoro che è un Elogio funebre e in realtà un Elogio alla Vita e agli elementi incontestabili che la compongono e che ne reggono necessità e bellezza: responsabilità, bene supremo, estremi rimedi, senso di colpa, laica moralità.

C’è il padre, ci sono i figli biologici e poi ci sono i figli veri, quelli rimasti soli negli angoli in disparte e senza guida, ci siamo noi, i suoi spettatori, e quello che ci circonda tutti fra la solitudine e le nostre paure, piccoli grandi esseri umani. Registi, alzatevi dalla sedia con calma e serenità, c’è molto da imparare da questa macchina affidabile, silenziosa, luccicante, senza orpelli, magica, perfetta: Gran Torino

8 risposte al commento
Ultima risposta 01/04/2009 21.48.38
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Betelgeuse  @  09/03/2009 13:03:39
   8½ / 10
Eastwood è un regista ed un attore superbo: forse "Gran Torino" è sotto tono rispetto altri capolavori dello stesso... nonostante ciò, è una pellicola intensa.

Sorprende, incuriosisce, diverte, commuove: in una parola, EMOZIONANTE.

Il pericolo della retorica è dietro l'angolo, ma non cede mai a ralenti, primi piani del protagonista in lacrime, lungaggini: insomma, a tutta questa serie di muccinate!

Bello.
Bello.
Vorrei esprimervi meglio la mia soddisfazione circa alcune trovate... ma lo faccio nello spoiler.

CONSIGLIATO !!

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER

1 risposta al commento
Ultima risposta 13/03/2009 23.33.45
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dr.tomas  @  06/03/2009 22:59:23
   8½ / 10
Adesso voglio proprio sapere che tipo di elisir beva Clint!
Porca miseria, alla soglia degli 80 anni, riesce ancora a sfornare opere forti, emozionanti, attuali e di grande, grande qualità.
E con una frequenza straordinaria, poi! E' impressionante pensare che opere come Mystic River, Million Dollar Baby, Flags of our Fathers, Letters from Iwo Jima, e, appunto, Gran Torino siano state create da un over 70 nel giro di soli cinque anni.
Gran Torino (un modello anni '70 della Ford, per chi non lo sapesse) è una storia di redenzione, violenza, formazione, adattata ad una realtà tremendamente attuale, che vede protagonista un uomo sul viale del tramonto, che non è ancora riuscito a superare il trauma della Guerra di Corea (e vedremo che il razzismo, nell'economia della storia, non c'entra praticamente nulla...).
Basta così, vedetelo.
Lunga vita a Clint!

3 risposte al commento
Ultima risposta 08/03/2009 10.07.00
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Granf  @  26/01/2009 23:56:48
   9 / 10
Un capolavoro, l'ennesimo di Eastwood. "Gran Torino" è un film bellissimo sull'amicizia, che può nascere nelle situazioni più assurde e disperate, sul razzismo, sul degrado delle città americane, sulla famiglia e su tanti altri argomenti. Tutti perfettamente inseriti nella sceneggiatura dall'esordiente Nick Schenk.
Clint Eastwood ci regala ancora delle emozioni intense e dirige in maniera quasi perfetta, magari con un pò di retorica, ma che importa se il risultato è di tale livello. Prova d'attore gigantesca (oserei dire) per il regista, col suo personaggio misterioso, cattivo e buono allo stesso tempo, che non si è mai ripreso dagli orrori della guerra, un uomo old style che ritroverà l'affetto per qualcosa e per qualcuno e che ricorda molto quello di "Million Dollar Baby", un ruolo che sembra scritto apposta per lui, forse il personaggio definitivo della sua straordinaria carriera.
La trama a prima vista potrebbe essere semplice, ma vale lo stesso discorso del film sulla boxe con la Swank, è una storia che è un pretesto per toccare svariati temi, oltre a quelli gia citati c'è la religione e il suo modo di intendere la vita.
Tante le scene da apprezzare e da ricordare, mai banali e mai scontate, ricchissime di adrenalina e suspance. Un film che non annoia minimamente, che riesce a tratti anche a divertire ma che risulta molto amaro. Bellissima la canzone finale "Gran Torino" scritta per il film, ottima la fotografia e il resto della colonna sonora mai invadente.

"Hi Walt!"
"Mr. Kowalski"
"What?"
"Mr. Kowalski. That's my name"

23 risposte al commento
Ultima risposta 27/01/2009 01.01.54
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento goat  @  28/12/2008 16:39:48
   8 / 10
è molto lontano da quello che mi aspettavo, ma, bisogna riconoscerlo, si tratta indubbiamente di un film di qualità. quelli che come me presagivano il ritorno di dirty harry rimarranno probabilmente delusi, perchè gran torino è una pellicola intimista su amicizia, razzismo, e sulle scelte da fare per un uomo una volta che abbia imboccato il suo viale del tramonto.
clint regala l'ennesima superba performance della sua vita in un film scritto totalmente intorno a lui. il personaggio di kowalski, grugnente veterano scolpito nella roccia ma con un grande senso di lealtà, è molto riuscito seppur a tratti sembri una variazione di frankie dunn, il burbero allenatore di million dollar baby.
il film mixa momenti intensi ed altri assolutamente ilari in un perfetto bilanciamento, si può dire che le uniche pecche siano ravvisabili in una rappresentazione a tratti stereotipata della delinquenza giovanile e della cultura orientale. comunque poco male, sono peccatucci veniali, perchè ora come ora si contano sulle dita di una mano i registi che mantengono il livello qualitativo del texano dagli occhi di ghiaccio.

5 risposte al commento
Ultima risposta 13/03/2009 13.12.20
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