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Scopiazzatura a dir poco sfacciata de "La cosa" e in misura minore di "Alien", di conseguenza la pellicola di Alec Gillis non si segnala certo per l'originalità, mostrando una miriade di punti in comune con i capolavori della fantascienza-horror sopraccitati. In "Harbinger Down" le vittime designate sono gruppo di pescatori di granchi cui si affianca un trio di studiosi dei beluga. L'ambientazione è quella claustrofobica di un peschereccio, tutto si svolge in una notte nevosa, durante la quale i protagonisti entrano in contatto con un oggetto sconosciuto sepolto nel ghiaccio da almeno tre decenni. All'interno ovviamente un essere alieno, pronto a decimare l'equipaggio imitando le creature già viste all'opera con Carpenter e Scott. Il film è stato finanziato tramite kickstarter (la cifra raccolta non ha comunque raggiunto il totale previsto), nella speranza di attirare l'attenzione nei confronti degli effetti speciali artigianali basati su make-up e i vecchi cari animatroni. L'idea è venuta alla ADI (Amalgamated Dynamic Inc.) che da leader del settore è finita in malora o quasi a causa dell'imperversare della CGI. Agli amanti dell'horror vintage sembrerà di essere tornati agli anni '80, peccato per la penuria di idee con relativo eccessivo calco su inarrivabili modelli. Regia anonima, attori mai memorabili (l'unico a cavarsela è l'esperto Lance Henriksen) e sviluppi ampiamente prevedibili per una pellicola che avrebbe avuto ragione d'esistere qualche decennio addietro. Non perché gli sfx deludano, bensì per la storia, già raccontata in diverse salse un milione di volte.