hulk (2003)

Controtendenza, per una volta. Ho amato questo film quando lo vidi nel 2003, sarà stata l'atmosfera da cineforum estivo, sarà stata la novità del genere dato che il palinsensto dell'epoca non era saturo come oggi di queste pellicole di supereroi.
Quando uscì il reboot lo trovai scialbo, pretestuoso, nonostante adori sia Norton che Roth. Pensavo fosse per l'affetto provato al ricordo di questa pellicola, ma non è così: ho recentemente rivisto Hulk del 2009 e , poco dopo, ho rivisto questa pellicola di Ang Lee, nettamente superiore in ogni aspetto.
Un film che riesce a coniugare la maestria cinematografica con un'impostazione da fumetti, l'esigenza di stupire e divertire con uno spessore esistenziale ed estetico che raramente si incontra in questo genere di film.
Fantastiche le atmosfere oniriche nel deserto, superbe le tensioni psicologiche di Banner, sino all'apoteosi del dialogo tra padre e figlio alla luce dei riflettori militari che altro non sono che un palco di teatro sul quale si svolge il dramma.

Qualche appunto tecnico ad alcune scene di combattimento, i cani mostri sono davvero orribili, seppur credibili, scena tuttavia difficilmente inquadrabile nella trama.
Anche la figura paterna ha qualche intoppo nella sua evoluzione, d'altra parte il salto temporale di 10 anni giustifica le incongruenze.