Billy Flynn è stato un grande campione di boxe, ma ha dovuto ritirarsi perché subì un trauma al cervello. Adesso non se la passa bene: fa lo stalliere, è pieno di debiti per il vizio del gioco, ma si consola con l'amore del figlio, che vive con lui dopo che i genitori si sono divisi. La madre si fa viva e Billy decide di affidare a lei il piccolo; poi torna sul ring per ottenere i soldi che gli servono.
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Un melodramma enfatico e ridicolo, spesso involontariamente comico, registicamente squallidissimo. Per tutta la durata si spera che qualcuno ponga fine alle sofferenze del piccolo Schroder, perennemente in lacrime. Dispiace che in un simile sfacelo del buon gusto siano stati coinvolti attori di qualità come Voight (in look da Village People) e la Dunaway (agghindata da perfetta megera). Già me lo immagino Zeffirelli durante la lavorazione: "Ehi Ricky bello, vieni qua, vieni, ti insegno questa scena, dunque tu devi piangere al mio via, ma piangere proprio, dimenati, si deve vedere che stai soffrendo per le stupidaggini di tuo padre, e appena lui ti molla un bel ceffone tu devi restare paralizzato per lo shock subìto e nel frattempo fatti venire anche un pò di tremarella, dopo di che implora il suo affetto, sempre gridando e piangendo con generosità. Bello fare l'attore, vero piccolo Ricky Schroder?" " 'mazza signor Franco Zeffirelli, 'na gioia!".