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Un grande classico archetipico. L'80 % degli eroi dei western successivi a questo nascono da qui. Il cavaliere senza passato e provenienza che arriva dal nulla e al nulla ritorna affonda le proprie radici nel mito più classico. Il film è bellissimo; la vicenda affettuosa del bambino e dello straniero è molto toccante, specialmente nella sequenza finale. Poi siamo di fronte ad una galleria di attori che hanno tracciato la via del genere western: dal giovane Jack Palance, al giovanissimo Ben Johnson; da Van Heflin a Alan Ladd (l'unico in realtà sui generis nel ruolo del protagonista). La regia di Stevens, anche se non ha la pregnanza artistica di quelle di un John Ford o di un Howard Hawks, si attesta comunque a modello di genere. Un film classico che si rivede sempre molto volentieri, ed una storia che comunque travalica i confini del genere. Una curiosità: "Il cavaliere della valle solitaria" è uno dei film preferiti di Woody Allen.