il divo (2008)

Tra i film italiani migliori degli ultimi anni c'è sicuramente il Divo, un ritratto lucido ed appassionato di Andreotti e di tutto il suo corollario di crimini, accuse ed intrighi. Il Divo è la rievocazione di un certo modo di fare politica vista attraverso gli occhi di colui che più l'ha influenzata e modellata, è un tentativo di sviscerare l'animo di un personaggio ambiguo, e lo stesso film può risultare ambiguo (e meno male che Sorrentino si è tenuto alla larga dalla tentazione di un inutile attacco diretto alla Moore): il regista ci fa capire l'enormità della figura di Andreotti, e lascia all'informazione e al buon senso di ciascuno il giudizio finale.
Che dire sul piano tecnico, è eccellente (soprattuto la fotografia, favolosa), ed è evidente che Sorrentino ha un suo stile che in alcuni punti, forse, lo porta a perdersi un po', anche perché la scenegiatura non è perfetta (ad esempio, non ho ben compreso l'utilità della moglie dell'ambasciatore). Scena migliore: l'arrivo della brutta Corrente, così stilosa da far impallidire la sequenza iniziale delle Iene tarantiniane, con l'aggiunta di echi leoniani.
Non azzeccata, secondo me, la colonna sonora (a parte la favolosa sequela iniziale di omicidi); perfetti invece gli attori, su tutti Servillo e quello che fa Pomicino.
Il Divo, ovvero le Conseguenze del Potere.