Steven è un cardiologo: ha una bellissima moglie, Anna, e due figli, Kim e Bob. All'insaputa di costoro, tuttavia, si incontra frequentemente con un ragazzo di nome Martin, come se tra i due ci fosse un legame, di natura ignota a chiunque altro. Quando Bob comincia a presentare degli strani sintomi psicosomatici, la verità su Steven e Martin sale a galla.
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Lanthimos è bravo, i suoi lavori hanno un fascino formale ben riconoscibile ed erodono la curiosità dello spettatore con un gioco di particolari che invoglia a concludere al più presto la visione. Anche qui siamo di fronte ad una storia malata di - almeno all'inizio - non meglio precisati drammi famigliari e l'atmosfera che si respira, dall'inizio alla fine, ha la pesantezza della precarietà e della perdita. Tutto bene quindi fino a tre quarti di film, poi le soluzioni utilizzate nel pre-finale per incanalare la vicenda verso la conclusione non mi hanno entusiasmato
ma può un padre prendere a fucilate-random un componente della propria famiglia dopo essersi bendato alla meglio? Ma avvelenane uno e falla finita!
E allora un pochino di amaro in bocca a visione ultimata resta, per una pellicola che poteva essere un grande incubo ad occhi aperti e che invece risulta essere solo un discreto / buon intrattenimento.