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Ancora una volta Hitchcock propone una dinamica in due atti di cui il primo, dal ritmo meno incalzante, costituisce il presupposto per ciò che verrà: l'essenziale presentazione degli attori in gioco, che permette l'identificazione dello spettatore col personaggio della Fontaine. Un film teso ed elegantissimo, che inquieta con un bicchiere di latte appoggiato su un comodino, un libro trovato all'interno di un cassetto, l'ombra di Cary Grant che risale una scalinata... e il contrasto di luci e ombre che si fa sempre più marcato fino all'epilogo finale, quando alla velocità dell'azione si contrappone la stasi di un abbraccio rassicurante... innaffiando ancora il seme del dubbio. Bellissimo.