Dall'atto unico omonimo (1958) di Tennessee Williams: un giovane neurochirurgo ha qualche sospetto sull'ostinazione con cui una ricca vedova gli chiede di fare la lobotomia su una sua nipote malata di mente e scopre un orribile retroscena.
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Adoro Tennessee Williams e apprezzo moltissimo Joseph L. Mankiewicz, il quale ha saputo tradurre egregiamente su pellicola un dramma difficile e complesso come “Suddenly, Last Summer”; e se non fosse per taluni sconfinamenti nel melò, questo film meriterebbe, per quanto mi riguarda, il massimo dei voti. Come al solito il punto forte del teatro del drammaturgo americano è la caratterizzazione psicologica dei personaggi, che qui si sposa superbamente a riflessioni di carattere esistenzialista e nichilista. Così la morte di un figlio diventa l’occasione per meditare sull’impotenza dell’uomo di fronte all’ineluttabilità della morte e alla spietatezza di una Natura insensibile ai sentimenti umani e soprattutto priva di tenerezza. Emblematica l’immagine evocata dello stormo di falchi che si abbatte sulle tartarughe neonate, rovesciandole e martoriandole prima che esse possano raggiungere il mare dalla spiaggia: in questo modo viene richiamato il destino dell’uomo, la cui esistenza si configura come un come un insensato percorso verso una meta che non c’è, attraversato da indicibili pene e sofferenze. Ma l’eccidio delle tartarughe da parte dei falchi costituisce altresì lo specchio delle misere vicende umane, segnate dalla prevaricazione dei più forti sui più deboli e soprattutto da un istinto spietato di “sopravvivenza”, come dimostra la morte di Sebastian, la quale viene inscenata quasi fosse la rappresentazione di un disperato atto di cannibalismo. In questo senso anche la famiglia viene presentata come una sorta di espressione della tendenza dell’uomo a “cannibalizzare” il prossimo: la madre di Sebastian ha sempre condizionato la vita del figlio, con l’intento di renderlo una persona speculare alla propria indole, cercando così di sopprimere la sua libertà di autodeterminazione. Attorno a questo nucleo tematico, si sfiorano soltanto altri argomenti, decisamente scottanti per l'epoca, come il rapporto morboso madre-figlio al limite dell’incesto e quello dell’omosessualità.