insects (2018)

L'ultimo lavoro del grande regista ceco si discosta un poco da altre sue produzioni, dato il ricorso quasi inesistente alla stop motion. Film dalla struttura particolare che poggia su tre strati: Svankmajer e la troupe che realizzano il film; i protagonisti del film che sono intenti a mettere in scena un'opera teatrale; l'assurda opera teatrale che dovrebbe ispirarsi a un testo dei fratelli Čapek. Reale-surreale-rappresentazione.
E' tutto finto, è tutto un sogno, il cinema come il teatro così come la vita stessa. L'ultimo saluto di un grandissimo. Grazie di tutto, Jan.

E' un film dalla struttura stranissima, anzi quasi un rovesciamento convenzionale. Inizia con un dietro le quinte del film stesso, in cui lo stesso Svankmajer enuncia alla camera i suoi propositi per approdare ad un racconto di un gruppo di attori dilettanti intenti a fare delle prove su una rappresentzione teatrale. Una matrioska che dal reale giunge ad una rappresentazione surreale in cui all'interno della stessa è racchiuso il cinema del regista. Il montaggio, alternando queste tre macro strutture (reale, film, rappresentazione teatrale) crea un effetto straniante tale da confondere i piani stessi nelle situazioni e nei personaggi. Alla veneranda età di 84 anni, a Svankmajer non mancano certo le idee.