Trama del film King arthur - il potere della spada
Il giovane Arthur vive nei vicoli di Londonium con la sua gang, all'oscuro della vita a cui è destinato fino a quando si impadronisce della spada di Excalibur ed insieme a lei del suo futuro. Sfidato dal potere di Excalibur, Arthur deve compiere scelte difficili. Coinvolto nella resistenza e affascinato da una misteriosa donna, deve imparare a gestire la spada, affrontare i propri demoni e unire il popolo contro il tiranno Vortigern, che si è impadronito della sua corona ed ha assassinato i suoi genitori.
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Alla fine, nonostante tutto, risulta gradevole. In quel "nonostante" c'è un pò di roba Guy Ritchie ci propone un film storico-medievale/fantasy che conduce lo spettatore con due ore di film in un mondo totalmente fantasy infarcito di cenni storici della leggenda di Re Artu, e imho alla fine risulta un buon prodotto. Come prima cosa c'è da sottolineare che Guy Ritchie è un regista molto autoreferenziale a cui piace specchiarsi nei suoi colpi ad effetto e bada molto all'apparenza delle cose più che alla sostanza...quindi non innervositevi troppo se vedete un pò di CGI in alcuni combattimenti, una dose abbondante di sequenze di camera "alla Sherlock Holmes" o meglio ancora "alla Ritchie", ed un pizzico di svolgimento di parti della trama "alla Ritchie" con sequenze ad intreccio-flashback-fabula il tutto in una manciata di minuti, che conferma uno stile sicuramente personale, ma troppo intricato e dissonante con la chiarezza e la linearità che deve avere lo svolgimento di una sceneggiatura. Poi la scelta degli attori è apprezzabile perché sà di scommessa , ma gli script dati al cast peccano in profondità di caratterizzazione, seppur comprensibile in un esologia di episodi ma anch'essa non utile a far guadagnare punti al film: Astrid Berges-Frisbey ha un personaggio intrigante ed è una brava (oltre che molto bella) attrice, ma è poco approfondita la sua storia; Charlie Hunnam è un'altra scelta audace ma anche qui non si và oltre il classico protagonista maschio-alfa tutto muscoli, con molta forza interiore che deve scoprire. Dijmon Hounsou è il nuovo Samuel L. Jackson...serve un attore nero? c'è Dijmon ovviamente... va bene per ogni occasione, il risultato è che il suo contributo si è via via appiattito nei vari film ed i tempi delle grandi interpretazioni alla Blood Diamond sono lontanissime, man mano il suo contributo tecnico è venuto meno commercializzandosi in maniera eccessiva, idem Eric Bana. I prossimi capitoli probabilmente li vedrò ma mi aspetto un netto passo in avanti, già dal secondo.